Eichmann processo
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Books | Sugli scaffali

La svastica e la croce

"Preludio e fuga di Riccardo Klement" di Marco Balestracci è un romanzo sulle complicità del clero nella fuga sudtirolese dei criminali nazisti.
  • Un certo giorno Marco Ballestracci, scrittore, musicista blues e cantastorie (così lo racconta la quarta di copertina), dopo una vita passata a raccontare storie di sport, dalla biografia di EddyMercks alle vicende del misterioso campionato di calcio del 1944, deve essere inciampato nei misteri della fuga verso gli ospitali lidi dell’America Latina di alcuni protagonisti del crimine nazista. Un funesto pellegrinaggio che si snoda, nell’immediato dopoguerra, su un sentiero costellato di accoglienti rifugi, complicità a tratti persino ostentate, false identità anagrafiche, piroscafi che solcano gli oceani diretti verso luoghi e verso comunità dove l’aver partecipato al massacro di milioni di innocenti non è un capo di imputazione ma, quasi, un requisito di ammissione.

    Una storia che Ballestracci trova avvincente al punto di voler ricostruire un romanzo che ora, edito dalla Alpha Beta di Merano arriva sugli scaffali delle librerie col titolo di “Preludio e fuga di Riccardo Klement".

    Chi fosse questo Klement che, passando da un emisfero all’altro, perde una lettera c sul suo documento di identità, peraltro ampiamente posticcio, lo si sa da quando una sera, nella lontana Argentina, alcuni uomini venuti da lontano lo prelevano mentre sta tornando a casa a piedi dal lavoro, lo caricano su una macchina prima e su un aereo poi per processarlo, in un tribunale israeliano, con il suo vero nome, Adolf Eichmann, con il suo carico spaventosamente pesante di delitti contro l’umanità. Nel libro di Ballestracci, che pure lo cita in copertina Riccardo è però una figura in transito, che scivola via tra una congerie di altri personaggi, tutti o quasi tutti realmente esistiti che ne organizzano, ne proteggono, ne sorvegliano la fuga. È un apparato che viene sinistramente a coincidere con quello di una certa parte del mondo cattolico, a Bressanone come a Roma. Vescovi, Vicari della Diocesi parroci e semplici fedeli (ma a chi e a cosa?).

  • Libro Alpha Beta: La copertina del bel libro della casa editrice bolzanina che racconta un episodio oscuro di storia altoatesina. Foto: Alpha Beta

    Ballestracci crea situazioni, propone dialoghi, racconta episodi interpretati sempre o quasi sempre da personaggi realmente esistiti. Si è documentato, ha letto i libri di storici come Leopold Steurer o Gerald Steinacher che sulla grande fuga dei nazisti attraverso più che ospitale Sudtirolo hanno scritto e riscritto ricostruzioni sempre più precise e inoppugnabili.

    Se, oltre ad aver letto i libri di storia, l’autore ha anche parlato con questi autori e con gli altri che di queste vicende si sono occupati, avrà saputo che, ancor oggi, nelle terre tra Salorno e il Brennero di questa storia si parla assai malvolentieri. Dà fastidio chiunque intenda ad accreditare una verità diversa da quella ufficiale e conclamata secondo la quale i sudtirolesi si allinearono dietro la bandiera con la svastica solo e unicamente per difendere la loro identità, vittime sempre e comunque di tutte le dittature.

    Ancora più irritante e negata ogni teoria secondo la quale anche il bastione principale di difesa dell’identità etnica contro l’italianizzazione, la Chiesa, possa essere andata, con l’operato di alcuni suoi esponenti di rilievo, ben oltre questa missione. Eppure è quello che il libro racconta ed è quello che ancor oggi molti, in Alto Adige, vorrebbero fosse dimenticato.

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Hartmuth Staffler Sa., 18.11.2023 - 15:13

Die Unterstellung, wonach in Südtirol heute noch viele Menschen von diesen Ereignissen nicht reden wollen und dass es angeblich eine "offizielle Wahrheit" in diesem Sinne gebe, ist äußerst infam. Südtirol hat, im Gegensatz zu Italien und zu den meisten in Südtirol lebenden Italienern, seine Vergangenheit in diesem Bereich sehr wohl aufgearbeitet, auch wenn es noch nicht genügen sollte. Wir wissen, was Faschismus und Nationalsozialismus bedeuten, vor allem wenn sie Hand in Hand arbeiten. Ich habe meinen bescheidenen Beitrag zum Buch von Gerald Steinacher über die Rattenlinie geleistet und geschildert, wie die Kirche in Brixen vor allem Nazis, aber auch Kommunisten, die sich etwas haben zuschulden kommen lassen, geholfen hat. Auch einzelne Juden haben, wie ich dokumentieren kann, dank einer Konversion die Hilfe der Kirche in Anspruch genommen. Der katholische Proselytismus war zwar in mancher Hinsicht bedenklich, aber für viele Menschen ein Rettungsanker. Ich habe auch noch die liebenswürdige Frau Philippsthal kennengelernt, die sich in Brixen bemüht hat, den parallel zu den Nazis in Richtung Süden und damit in eine sichere Heimat strömenden Juden zu helfen. Die Italiener haben dabei nicht geholfen, die Südtiroler schon. Wer redet heute von der Frau Philippsthal?

Sa., 18.11.2023 - 15:13 Permalink
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Simonetta Lucchi Di., 21.11.2023 - 21:04

Antwort auf von Hartmuth Staffler

Si tratta di realtà complesse ma che è importante conoscere. Per quanto riguarda la differenza con l'Italia non sono d'accordo, gli italiani in questa provincia hanno fatto i conti con il passato fascista, l'Italia in generale anche, per quanto alcune questioni andrebbero maggiormente discusse, tra cui anche quanto accaduto in Sudtirolo. Più si sa meglio è . Se posso dire sarebbe il caso di evitare distinzioni: "giusti"o meno, persone di buona volontà li troviamo sia tra italiani che tedeschi senza contare anche la parte ladina, pure coinvolta in queste vicende. Rimane il punto interrogativo dell'impunità da tanti goduta.

Di., 21.11.2023 - 21:04 Permalink
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Luca Marcon Mo., 20.11.2023 - 20:07

«Dà fastidio chiunque intenda ad accreditare una verità diversa da quella ufficiale e conclamata secondo la quale i sudtirolesi si allinearono dietro la bandiera con la svastica solo e unicamente per difendere la loro identità, vittime sempre e comunque di tutte le dittature.»
Verità ufficiale e conclamata? A parte qualche babbeo in buonafede che vota scambiando la politica con il carnevale, mi pare di poter dire che tra i sudtirolesi una simile scemenza non abbia più molto credito. O soffro di eccesso di ottimismo?

Mo., 20.11.2023 - 20:07 Permalink