Politik | Landtag

“Questo è colonialismo politico”

Verdi e PD attaccano Kompatscher e l'atteggiamento della SVP con i partner italiani. FdI, Lega e Civica fanno quadrato attorno al Landeshauptmann: “Non siamo il diavolo”.
Arno Kompatscher
Foto: Seehauserfoto
  • “Non le è stata imposta alcuna scelta, ma in tutta autonomia ha preso una sua decisione. E ha scelto consapevolmente Fratelli d’Italia, come cinque anni fa la Lega. Ma stavolta le persone hanno compreso e sono scese in piazza, perché lei ha deluso il Sudtirolo”. Durante l'odierno dibattito in Landtag per l’elezione del Presidente della Provincia, è Brigitte Foppa dei Verdi ad aprire il fuoco contro la svolta a destra della SVP. E gli attacchi delle opposizioni di centrosinistra sono tutti rivolti ad Arno Kompatscher. Secondo la capogruppo ecologista “ci sono momenti nella storia in cui bisogna dire qualcosa: dieci anni fa si presentò con l’obiettivo di modernizzare l’Alto Adige e renderlo più democratico, partecipativo, cosmopolita, solidale, attento e premuroso. Le persone le erano riconoscenti, poteva andare avanti su questa linea, superando le divisioni tra gruppi linguistici, includendo le persone migranti. Oggi va a Roma a chiedere un CPR e apre il governo della nostra terra alle destre, con chi parla di ‘isteria climatica’. Sarà ricordato — prosegue Foppa — come colui che per primo ha governato coi discendenti di chi fece di tutto per non riconoscere l’autonomia. E non per pressioni subite dalle lobby, ma per responsabilità tutta e soltanto sua”.

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  • Ma è soprattutto la parte finale dell’intervento di Brigitte Foppa ad attirare l’attenzione dell’aula, quando si rivolge ai consiglieri italiani di maggioranza: “Kompatscher si è premurato di presentarsi come garante nei confronti dei suoi partner nazionalisti e populisti di destra. Come potete accettare questa situazione? Avete visto come la SVP ha trattato i partner nella scorsa legislatura, con le sopracciglia alzate in quest’aula? Con quanta supponenza e disprezzo verso quei ‘poveretti’ di assessori? Con questo stesso spirito hanno demandato con un “vedetevela voi” la scelta del secondo assessore. Un atteggiamento che grondava egemonismo, non solo sui partiti ma anche verso il gruppo linguistico italiano. Questo è colonialismo politico. La mia parte italiana s'è sentita umiliata, quella tedesca si è vergognata”.

    Quel “vedetevela voi italiani” sul secondo assessore grondava egemonismo, non solo sui partiti ma anche verso il gruppo linguistico italiano. Questo è colonialismo politico. La mia parte italiana si è sentita umiliata, quella tedesca si è vergognata.

    Di tenore simile l’intervento di Sandro Repetto (Partito Democratico): “Era qualcosa di già scritto, questo patto che soffoca l’autonomia. Lei andrà a sbattere con questa Giunta — dice l’esponente dem rivolgendosi ancora una volta a Kompatscher — Tanti elettori l’hanno votata perché la vedevano come argine verso la destra, invece sarà ricordato come colui che ha abdicato ai suoi valori. Anch’io sono rammaricato, anzi, deluso. Oggi recitiamo il de profundis d’una storia di oltre 50 anni”. La “mossa” citata da Foppa sui partiti italiani “è un ulteriore elemento che dimostra come del gruppo linguistico frega niente a nessuno”. “Avrete il coraggio di cambiare l’Articolo 19?” domanda Repetto rivolgendosi “al figlio e alla figlia d’anima di Alessandro Urzì, che presentò un esposto in Procura per la scritta luminosa al Monumento alla Vittoria musealizzato”.

  • “Presidente, siamo con lei”

    Dal canto loro, i tre partner italiani di maggioranza difendono il Landeshauptmann. “La Civica ha deciso di aderire a questa coalizione per contribuire alla governabilità della provincia — ripete Angelo Gennaccaro — Le regole del gioco sono chiare con una legge elettorale proporzionale. Voteremo oggi Arno Kompatscher: chi ha preso la maggioranza dei voti deve governare, il resto sono chiacchiere da bottega. Buona strada presidente, siamo con lei”.

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  • “Faccio politica da 29 anni, di cui 9 in maggioranza: l’insediamento di una nuova amministrazione vede sempre uno scontro tra chi appoggia e chi vede manchevolezze”, sottolinea Christian Bianchi (Lega), “ma nel 2015, quando divenni primo sindaco di centrodestra, il centrosinistra fece un volantino a Laives con scritto ‘non vorrete consegnare la città a questa destra rabbiosa?’. Non mi sembra che nei nove anni successivi le cose siano andate male”. “Per la prima volta cinque partiti si sono messi attorno al tavolo per scrivere il programma. Il tavolo con Roma è solo un vantaggio. Ci sono temi importantissimi da affrontare sulla città di Bolzano, sull’abitare — conclude l’ex sindaco di Laives — e come italiani non è stato un vezzo o solo una battaglia per dire “vogliamo essere in due”, è che l’unica esperienza in cui c’è stato un solo assessore (Christian Tommasini del PD, ndr) fu deludente”.

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  • Anche Fratelli d’Italia fa quadrato intorno alla maggioranza SVP-destra italiana. “Ho sentito parlare di fascismo più in queste ore che in tutta la mia vita”, esordisce Marco Galateo (FdI), “abbiamo sentito due ore di interventi contro il presidente Kompatscher, si è parlato di ‘patto con il diavolo’ definendo però ‘diavolo’ pure colui che è rimasto sempre se stesso con sincerità e schiettezza, superando le divergenze. Perciò Kompatscher ha la nostra fiducia, anche se non la pensa come noi. Questo parlamento ha rispettato la volontà popolare, questi erano i numeri, questo significa democrazia”. Rispondendo a Foppa, Galateo sostiene “da italiano” di non vedere “un’egemonia verso gli italiani: si è lavorato tanto per coinvolgere 4 consiglieri italiani su 5. È vero che la destra un tempo aveva idee diverse sull’Autonomia, ma è un’evoluzione naturale”.

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  • Vorrei ricordare una frase di Jung: il limite della trinità è non averne integrato il diavolo per farne una quaternità.

    Per la collega consigliera Anna Scarafoni “da che mondo e mondo tutte le novità hanno creato malcontento, ma dopo un rodaggio portano benefici. È una coalizione di novità. Ho sentito citare da cinque interventi la presenza del diavolo. Ebbene, vorrei ricordare una frase di Jung: il limite della trinità è non averne integrato il diavolo per farne una quaternità. La grande opera di mediazione va riconosciuta ad Arno Kompatscher”, conclude la neo-eletta di Fratelli d'Italia.