Nuovo e-bus a Merano e transizione lenta
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Stamattina 18 marzo 2024 al deposito Sasa in via Foro Boario si è tenuta la presentazione del nuovo e-bus Rampini da 8 metri con il sindaco di Merano, Dario Dal Medico, la presidente di Sasa, Astrid Kofler, il direttore generale di Sasa, Ruggero Rossi de Mio, e l’a.d. di Rampini, Caterina Rampini. Qui il comunicato stampa di Sasa.
Il mezzo, che ha sfruttato i fondi non spesi di una precedente gara con un lotto per un 12 metri elettrico andato deserto, è costato non poco: 455mila Euro, quindi un costo rilevante per un bus di “piccola taglia”. Peraltro il primo della casa costruttrice di Passignano sul Trasimeno (Perugia) che circolerà in provincia di Bolzano.
La presidente di Sasa ha evidenziato come questo acquisto sia fatto nell’ottica della “decarbonizzazione” della flotta di Sasa. Una transizione che si sta prospettando, però, piuttosto complicata per la società con sede in via Buozzi a Bolzano.
Ampliamento della flotta alternativa a rilento
Infatti, in occasione della presentazione del piano provinciale della mobilità il 10 marzo 2023, nella slide mostrata si leggeva per il corrente anno una flotta prevista con 36 bus elettrici a idrogeno e 20 bus elettrici a batteria.
In realtà, considerando anche i bus che arriveranno nel corso dell’anno per gare già svolte (13 a idrogeno, 2 a batteria), il bilancio 2024 potrebbe facilmente fermarsi a 25 bus H2 e 16 a batteria su di una flotta di circa 434 bus urbani ed extraurbani.
Merano: cinque bus elettrici ma il resto a gasolio
Per città del Passirio la questione è ancor più complicata. Come appreso, ci sono circa un’ottantina di bus che fanno riferimento al deposito di via Foro Boario e solo cinque sono ora elettrici a batteria.
Alla mia domanda se non sia un po’ contraddittorio parlare di bus elettrici quando nel 2025 sarebbe previsto un acquisto di 52 bus a gasolio, la risposta della presidente di Sasa è stata di mettere in evidenza una situazione della flotta e di programmi in continua evoluzione, anche per la recente modifica degli obiettivi UE sulle emissioni CO2 spostati dal 2030 al 2040. Oltretutto il settore produttivo sconta sia tempi molto lunghi di consegna ma pure prezzi che si sono innalzati parecchio rispetto a prima della pandemia.
Sasa ha previsto nel suo piano economico-finanziario un costo di 15,4 milioni di Euro per i 52 bus diesel (ibridi ma vale la pena ricordare che non percorrono neanche un cm in modalità elettrica). Ne avevo riferito già in passato. Bus che poi circoleranno dal 2025 al 2037. Quindi appare un po’ difficile parlare di “transizione ecologica” se questa scelta verrà confermata e con buona pace delle affermazioni di utilizzare “carburanti locali”.
La questione delle risorse e il necessario dibattito politico
È la politica adesso ad essere chiamata a sostenere l’acquisto di 52 bus ma con trazione alternativa. Nel PEF di Sasa c’è scritto molto chiaramente che, senza risorse aggiuntive, non se ne farà nulla perché il tutto costa e pure parecchio poiché si può stimare un costo doppio per la trazione a batteria, oltre all’infrastruttura di ricarica. Decisioni che vanno prese in fretta se si vuole puntare sul “green” (qualunque esso sia) considerati i citati lunghi tempi di consegna dei mezzi a trazione elettrica ma anche la necessità di installare le infrastrutture di rifornimento/ricarica.
Se ne parlerà nei consessi comunali e in consiglio provinciale? È sperabile ed auspicabile altrimenti tanti discorsi sulla “decarbonizzazione” e sul “Piano Clima”, che però parrebbe benedire la scelta pro-diesel e con prospettive alquanto dubbie, rischiano di essere per davvero solo slogan vuoti di contenuti.
Parafrasando un antico detto popolare calato nella presentazione di stamattina: “un solo nuovo bus elettrico non fa primavera”.