Politik | FdI

Urzì: "Bressanone, italiani sviliti"

Il leader della destra italiana contro la decisione Svp di governare con il PD: "Jungmann è andato contro lo spirito dello Statuto di autonomia. Inoltre, il consigliere pakistano ha imposto che nel programma sia inserito il cimitero islamico".
Fratelli d'Italia Galateo Urzì
Foto: SALTO
  • Anche se le intenzioni del neo sindaco brissinese Jungmann di proseguire la collaborazione con il PD sono sempre state chiare, Alessandro Urzì, coordinatore di Fratelli d'Italia non la prende affatto bene. "Non c’è nulla - scrive in una nota - che possa fare gioire la comunità di lingua italiana di Bressanone per la decisione della Svp locale di decidere di condividere i prossimi sei anni di governo comunale con i tre eletti del partito democratico, solo uno di espressione italiana, per lingua e storia familiare e non per dichiarazione. Si tratta di una scelta che svilisce la rappresentanza del gruppo linguistico italiano e ne riduce la possibilità di espressione delle potenzialità a livello locale". Il PD, secondo Urzì, avrebbe imposto, e la Svp accettato, di inserire fra i punti qualificanti del programma "la realizzazione di un cimitero islamico". "Non ne aveva fatto mistero - continua il deputato bolzanino - l’eletto del Partito Democratico di origine pakistana: lui ci sarebbe sarebbe stato nella maggioranza solo se questo fosse stato un punto qualificante del programma. Nulla di contrario ovviamente da parte di FdI ad un luogo in cui potere degnamente dare sepoltura ed onori a persone non di religione cristiana. Ma colpisce come tecnicamente questa si trasformi nelle mani del consigliere di origine pakistana eletto per il gruppo linguistico italiano in una proposta da ascrivere proprio al gruppo linguistico italiano. La proposta qualificante di legislatura del gruppo linguistico italiano secondo il partito democratico. E questo è svilente".

    Nelle sue considerazioni Urzì critica ancora la Volkspartei in quanto "appalta al PD una parte della rappresentanza del gruppo linguistico tedesco accondiscendendo alle elezione di Renate Prader; ma candida anche un italiano, consigliere uscente, Maurizio Sabbadin, nella sua lista impegnandolo da quanto si può presupporre per un posto da assessore in comprensorio. O altro incarico… Ossia ormai la Svp di Bressanone da partito di rappresentanza delle minoranze linguistiche si trasforma in partito che fabbrica i candidati ai posti riservati nella amministrazione ad italiani, in modo da potersi ascrivere anche quelli".
    Nel caso di Bressanone, "al contrario della collaborazione all’insegna del reciproco rispetto e di valori comuni messa in campo a livello provinciale, la Svp locale mette in campo una politica ancora arroccata sulla pregiudiziale verso un partito di governo nazionale. Un precedente che non inquinerà il percorso di collaborazione provinciale ma che rappresenta un pessimo esempio di gestione locale del territorio e di considerazione rispetto alla giusta ed equa rappresentanza dei gruppi linguistici. Che è un tema fra i più profondi dell’autonomia. Che ci sentiamo quindi di rivendicarlo da profondi difensori dello spirito e del valore dell’autonomia.Ecco, le scelte a livello locale del neo eletto sindaco di Bressanone e del suo partito sono andate in direzione opposta. E non bisogna aver timore nel dirlo".