Gesellschaft | Storia

“Pecore in pasto ai lupi”

Südtiroler Freiheit contro il protocollo scuole-ANPI per far conoscere la storia del periodo 1919-48. “Si dia spazio anche alla resistenza sudtirolese”.

Il 16 febbraio scorso la giunta provinciale ha dato il via libera al protocollo di intesa fra le tre Intendenze scolastiche italiana, tedesca e ladina e l’ANPI (l’associazione nazionale partigiani) al fine di “rafforzare la cultura della consapevolezza storica, la coscienza civile democratica, i valori della convivenza, della tolleranza e della solidarietà” fra i giovani e nelle scuole, come dichiarato dall’assessore Christian Tommasini che insieme ai colleghi Philipp Achammer e Florian Mussner aveva presentato il suddetto documento. In primo piano gli avvenimenti storici legati alla lotta della Liberazione antifascista e antinazista in Alto Adige e al periodo storico 1919-1948, con un focus sugli aspetti relativi agli anni dal 1922 al 1945 - dalla storia del Campo di transito/Durchgangslager di Bolzano-Gries, al periodo dell’Alpenvorland e alle forme di resistenza civile che si sono manifestate fra la popolazione - promuovendo un denso programma comune di attività.

Il protocollo non convince però gli alfieri di Südtiroler Freiheit: “è come dare le pecore in pasto ai lupi” ha detto  l'ex consigliere comunale di Bressanone del movimento Hartmuth Staffler, secondo il quale i partigiani in Alto Adige si sono posti come difensori del fascismo. Tutto ebbe inizio - spiega Staffler - il 2 maggio del 1945 quando fu completata la liberazione con la fine della guerra concordata tra le truppe tedesche in Italia e gli Alleati. Il giorno dell’armistizio, il 2 maggio, appunto, il generale delle SS, Karl Wolff passò il potere non alla resistenza autoctona guidata dal giornalista Hans Egarter, ma a quella italiana, e quindi a Bruno de Angelis, che aveva riorganizzato il Comitato di Liberazione Nazionale (CNL) provinciale negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale. Una figura controversa quella di De Angelis che venne da più parti accusato di attuare una politica dai caratteri nazionalistici. Gli esponenti di Südtiroler Freiheit ricordano che il partigiano fece sventolare il tricolore al Brennero e in tutti i comuni e fece restaurare il Monumento alla Vittoria di Bolzano, oltre a reintegrare gli ex-podestà fascisti e tutti gli altri funzionari del regime. Una evidente “re-fascistizzazione” da parte di De Angelis, la definì lo storico Rolf Steininger. In sintonia anche lo scrittore Claus Gatterer che parlò di discriminazione e intolleranza verso il desiderio dei sudtirolesi per l'autodeterminazione.

Per l'ex consigliere comunale il timore è che attraverso il protocollo siglato dall’ANPI e dalle Intendenze scolastiche si operi un certo revisionismo storico, attraverso una rielaborazione unilaterale degli eventi. Occorre, altresì - prosegue Staffler -, coinvolgere nelle attività previste per le scuole esperti che non siano ideologicamente schierati e che venga inclusa nel programma anche la storia della resistenza sudtirolese nel dopoguerra degli anni ’50 e ’60. Un’interrogazione dei Südtiroler Freiheit chiede ora quali siano nello specifico le iniziative che verranno promosse e in che modo si pensa di garantire un equilibrio imparziale rispetto all’esposizione degli avvenimenti storici e chi farà parte del comitato tecnico-scientifico paritetico che verrà costituito, per volere della giunta provinciale, con l’intento di pianificare gli interventi e realizzare gli obiettivi.