Un patto bipartisan per una Bolzano sicura
In due miei interventi (salto.bz 29.10.2015 e quotidiano Alto Adige 01.11.2015) avevo proposto a tutte le forze in campo per le prossime amministrative di fare della sicurezza urbana un elemento trasversale di interesse primario e comune. Ho poi coordinato il Tavolo della Sicurezza per il PD, dove le tematiche sono state approfondite; vorrei sinteticamente riportarle senza disquisire su statistiche, pericoli reali o percezione di insicurezza soggettive, perché ora è necessario operare per assicurare a tutti il diritto ad una vita serena e libera dalla paura.
Va chiarito che per affrontare certe criticità un sindaco e gli organi politici che a lui fanno riferimento possono usare strumenti come le ordinanze, i regolamenti ed il Corpo di Polizia Municipale, e che strategie e decisioni dovranno essere condivise con il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Concretamente e con fermezza si dovranno però dare risposte alla necessità di segnali precisi: negare aiuti pubblici e facilitazioni a chi delinque, rimodulare gli interventi nel welfare, strutturare sinergie a garanzia del controllo di zone degradate e spazi occupati da attività illecite, favorire operazioni di denuncia e prevenzione, ma accanto a tutto questo bisognerà operare per un cambiamento culturale a partire dalle scuole, per far conoscere un sistema valoriale. Per questo ritengo strategica la campagna di sensibilizzazione nelle scuole effettuata dal Corpo di Polizia Municipale, tramite il Nucleo di Prossimità e i Vigili di quartiere, sul tema dell’educazione stradale ed ambientale, ma anche civica, che dovrebbe essere sostenuta ed incrementata.
Va poi ripreso, e già se ne sta occupando il commissario Penta, il tema delle telecamere, mezzo utilissimo sia come deterrente sia per eventuali indagini; il loro posizionamento strategico potrebbe essere oggetto di una progettazione mirata, ad esempio in accordo con i commercianti, prevedendo sgravi fiscali per installazione di telecamere di controllo per i negozi delineando una vera e propria rete.
Non va sottovalutata la presenza sul territorio urbano di presidi, come sedi di associazioni culturali, sportive o sodalizi di varia natura, in zone a rischio, riconoscendo e garantendo un ruolo che risponde ad una necessità reale, che sarebbe ipocrita disconoscere per “partito preso”. Quanto alla presenza dei profughi sul territorio cittadino credo se ne debba ripensare la distribuzione, considerando un massimo di una cinquantina di persone a struttura, e non di duecento in un solo luogo come accade ora. Aumentare l’illuminazione nei parchi, passeggiate ed in alcune zone urbane, aumentare i fondi necessari alle società pubbliche che operano sul territorio per garantire la sicurezza propria e degli utenti nel loro quotidiano lavoro (ad esempio SASA - Società Autobus Servizi d’Area), contribuirebbe a ripristinare un vissuto positivo degli spazi cittadini e dei servizi.
Ormai la sicurezza urbana è materia di insegnamento universitario a livello internazionale, e determinare strategie a medio/lungo termine, monitorando i quartieri della città e coinvolgendo operatori sociali e di strada, potrebbe essere tema per convegni e studi specialistici effettuati da Istituzioni di ricerca come Eurac e Università, per fornire alla politica gli strumenti necessari nell’interesse di tutta la comunità bolzanina