Provincia e comune di Bolzano più vicini: è il primo miracolo della capitale della cultura?

Per alcuni anni la distanza tra la provincia di Bolzano e la città Venezia è stata minore rispetto a quella tra palazzo Widmann e il comune di Bolzano. Nel giro di qualche settimana il panorama è cambiato e Durnwalder e Tommasini sono stati costretti a riconfigurare il lavoro svolto nell’ottica della candidatura per la capitale europea della cultura 2019, rilanciando attraverso un percorso che sarebbe stato più ovvio, anche in origine, e cioè la valorizzazione del capoluogo altoatesino come capofila.
Dal punto di vista politico la prospettiva è a dir poco rivoluzionaria perché sollecita una riconfigurazione del tradizionale dualismo tra le amministrazioni di provincia e città di Bolzano. Prevedendo un’inedita collaborazione tra Spagnolli e Tommasini nonostante la possibile competizione che li vedrà contrapposti alle elezioni provinciali d’autunno. Ma, si sa, questo è un periodo di grandi cambiamenti nello scenario politico in generale e nello specifico in quello altoatesino, che con ogni probabilità alla fine dell’anno avrà un volto radicalmente diverso rispetto a quello degli ultimi 20 anni.
Sul tema della candidatura a capitale della cultura 2019 abbiamo rivolto alcune domande a Katia Tenti, che fin dall’inizio ha seguito la procedura.
Allora, qual è la situazione?
Il sindaco di Bolzano ci ha invitato ad un incontro che avrà luogo il prossimo 6 maggio. La città ha deciso di starci ma il progetto non può essere solo del capoluogo, per varie ragioni. Noi della provincia in due anni di esperienza operativa abbiamo raccolto tantissimo materiale.
L’ipotesi euregio è quindi caduta?
Ci sarà una sinergia con Trento ed una collaborazione transfrontaliera di un mese con Innsbruck.
Al centro dell’attenzione ci sarà la città, dunque.
Più precisamente una città con il suo territorio, anzi nel bando è scritto in minuscolo “con la sua regione. Bolzano sarà città capofila ma a livello regionale potrebbe essere l’occasione per avviare delle reti, ad esempio per il teatro.
Si deve partire da capo?
No. Occorre approfondire sulla città che finora non ha avuto un ruolo centrale. Il tema cultura ed economia è condiviso anche da Patrizia Trincanato, assessore alla cultura in comune a Bolzano. Il tema va ora declinato inserendo i punti di programma più importanti, in gran parte già delineati: il polo bibliotecario, Fortezza, il museo archeologico, l’Orchestra Haydn, l’orchestra giovanile, Museion ovviamente...
E il lavoro che aveva fatto resto del Nordest?
Ognuno doveva fare la sua parte a livello locale e poi sarebbe stata fatta la sintesi. A questo punto la sintesi la faremo a livello locale.
I tempi?
Strettissimi: a settembre bisogna presentare il dossier.
La vicinanza delle elezioni provinciali può essere un problema?
La candidatura va presentata prima, fortunatamente.
Mica tanto: la campagna elettorale è già iniziata da un pezzo...
Questo progetto, una volta presa la decisione definitiva, dovrà procedere separando gli aspetti politici da quelli tecnici. Se ora ci mettiamo a rincorrere il dibattito politico non ce la possiamo senz’altro fare.
E le primarie SVP? Durnwalder sappiamo cosa ne pensa ma... Kompatscher?
Durnwalder è favorevole e Kompatscher aveva appoggiato il progetto quando lo avevamo presentato al consorzio dei comuni. Anche il vicesindaco di Bolzano Ladinser lo appoggia.
La palla rimane comunque nelle mani di Tommasini?
Direi proprio di no, ora viene condivisa. E’ veramente un’occasione per fare qualcosa insieme: da dove puoi partire con un dialogo se non dalla cultura? Il problema vero è che abbiamo solo quattro mesi.
L’eventuale candidatura di Spagnolli alle prossime provinciali potrebbe diventare un problema?
Direi proprio di no. Una volta avviato, il progetto va avanti per conto suo. Ha una dimensione molto tecnico/culturale. L’avvicendamento politico è intrinseco a questi processi. In tutta Europa dove ci sono state capitali europee ci sono stati avvicendamenti nelle amministrazioni. E’ nell’ordine delle cose. E’ la comunità europea stessa che caldeggia una separazione tra le competenze politiche e quelle tecnico/operative.
Dal punto di vista economico qual è la situazione?
Abbiamo fatto tutto. Le risorse sono state stanziate già da tempo.
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