Arles, l’evento fotografico dell’anno
Per Robert Doisneau la fotografia era un modo per impedire al tempo di scorrere, per Diane Arbus un segreto intorno a un segreto, per Robert Mapplethorpe un modo più sbrigativo per fare una scultura. Comunque la si voglia mettere la fotografia come atto iconico è per l’artista una forma di comunicazione che si intreccia e sovrappone alla realtà secondo schemi e visioni del tutto personali. Per farsene un’idea più precisa bisognerebbe andare, almeno una volta nella vita, al Les Rencontres d’Arles in Francia dove si tiene il più importante festival europeo di fotografia contemporanea fondato nel 1970 da Lucien Clergue, fotografo; Michel Tournier, scrittore; e Jean-Maurice Rouquette, storico.
La composizione, l’uso della luce, il pragmatismo estetico - gli enzimi dello scatto fotografico - costruiscono quelle sperimentazioni visive che attirano ogni anno migliaia di visitatori (nel 2013 circa 96.000) e che trovano posto all’interno di 50 esibizioni sparpagliate per la città: dentro cappelle del XII secolo, ad esempio, o in strutture industriali del XIX adattate per l’occasione. Il festival, che collabora con musei e istituti francesi e stranieri, ha aperto il 7 luglio con una vasta proposta di attività corollari fra cui mostre, spettacoli, eventi, incontri e workshop, e sarà visitabile fino al 21 settembre.
Questa edizione, l’ultima firmata da François Hebel, già direttore della celebre agenzia Magnum Photos di Parigi, si intitola Parade, una sfilata - appunto - di artisti emergenti (che concorreranno al Prix Decouverte) e affermati come il co-fondatore Lucien Clergue, protagonista della mostra Les hommes et les femmes - una raccolta di interviste, video e fotografie degli uomini e delle donne che hanno influenzato la sua vita e la sua carriera -, e David Bailey, autore di oltre 350 foto di copertina dell'edizione inglese di Vogue, che si presenta per la prima volta ad Arles con Bailey's Stardust, ritratti di celebrità della “Londra da bere”.
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