Chronik | Sicurezza

Non è mai troppo caldo

Nei cantieri edili anche con temperature altissime si continua a lavorare. Le riflessioni di Antonio Vaccaro dello Sportello sicurezza Cgil/Agb.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Passato Cerbero, attualmente siamo sotto Caronte. Il prossimo sarà Minosse?  Per chi ne sappia,  ce lo spiega Dante. Ma sono nomi che identificano ondate di calore, un tempo anomale, oggi ricorrenti e costanti che colpiscono l’Italia e pure la nostra Provincia. Con temperature “africane”, così dicono. Sorvoliamo sui motivi, ce ne sarebbe da dire… Ma gli effetti, reali e vissuti da ognuno e ognuna di noi, sono notti insonni, caldo torrido, disidratazione e ricerca di refrigerio. E giorni peggiori.

Immaginatevi di lavorare in un cantiere edile. 35 gradi all’ombra, quando va bene. Doveroso caschetto in testa, temperatura, al di sotto dello stesso, che rasenta i 50 e più. Si può? No. Non si può. Non si dovrebbe. Non si potrebbe. Lo dice la Legge, lo ricordano le circolari INPS e INAIL e pure l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (e, in proposito, qui, chissene... Siamo autonomi!) che “sopra i 35 gradi, anche percepiti, si interrompono i lavori” e che le Aziende hanno il diritto di chiedere la Cassa Integrazione Guadagni per i loro lavoratori. Come in caso di pioggia, neve o temperature invernali ben sotto lo zero.

Ma con il caldo no. Da noi? Quando mai?

Qui a Bolzano si continua a lavorare. Città da bollino rosso. Nessun cantiere ha chiuso, nessuno è stato messo in Cassa Integrazione. La scorsa settimana, Lodi, sud di Milano, è morto un edile addetto al rifacimento della segnaletica stradale orizzontale (per i profani: le strisce dei parcheggi). Malore da calore.

Poi si scopre che anche al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Bolzano arrivano lavoratori vittime di colpi di calore. Aspettiamo il morto?

Abbiamo chiesto, come FILLEA – GBH, un tavolo di confronto con Associazioni Datoriali, Provincia, Comuni e   Commissariato del Governo per trovare, insieme, soluzioni. Un protocollo, una serie di regole: si può fare. Basta volerlo. Orari diversificati, forniture di acqua, sali minerali, pause, zone protette e refrigerate. E il ricorso, quando necessario, alla Cassa Integrazione. Non confidando, al solito, nei serali temporali estivi.
Nessuna risposta.

 

Antonio Vaccaro