Politik | Agosto Degasperiano

"Autonomia e non autosufficienza"

Alla Lectio degasperiana Daria de Pretis ricorda la visione sull'autonomia di De Gasperi: concreta, aperta al dialogo e lontana dalla tentazione dell'autosufficienza
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Foto: (c) Salto.bz

Tra gli appuntamenti dell’agosto degasperiano l’evento più atteso è sempre la Lectio degasperiana. Giunta ormai alla ventesima edizione, ogni anno la Lectio ospita relatori illustri, che, analizzando il pensiero di Alcide De Gasperi, danno voce alle inquietudini del presente, trovando risposte nell’immenso patrimonio culturale e politico dello storico fondatore, capace di dimostrare, ancora oggi, modernità e concretezza. E ieri (venerdì 18 agosto), davanti ad un’ampia platea gremita di sindaci, amministratori e politici giunti da tutto il Trentino, Daria de Pretis, Vice Presidente della Corte Costituzionale, ha ripercorso ancora una volta la visione politica di De Gasperi, in un incontro dal titolo Una Autonomia oltre i confini, De Gasperi e il primato del bene comune. 

 

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Daria de Pretis: "Non bisogna perdere di vista l’art. 3 della Costituzione e la connessione tra diritti e doveri, sia tra gli individui sia tra le autonomie". (Foto: Fondazione Trentina Alcide De Gasperi) 


De Gasperi infatti fu un uomo di confine: nato nell’impero austro-ungarico, assistette e partecipò alla ridefinizione dei confini, in un’Europa dilaniata dalle guerre e pervasa dai progetti di ricostruzione, ma non visse mai l’idea di confine come un muro, quanto piuttosto come un’opportunità di reciproca convivenza. In una prospettiva di relazione positiva tra i popoli, l’autonomia diventa lo strumento per esercitare la democrazia, disegnata come una composizione di interessi, che vede nella pluralità di confini la relazione tra le varie realtà italiane ed europee, in un modello applicabile non solo al territorio del Trentino-Alto Adige. Già nei discorsi del primo dopoguerra De Gasperi dimostra la sua capacità di concretezza e si ferma ad ideare, attraverso l'autonomia, una serie di invenzioni pratiche, in grado di attingere alle diverse esperienze dei popoli, in una composizione di interessi che non diventa mai mera celebrazione identitaria. Ben lontano dalla tentazione del sistema chiuso, De Gasperi costruisce un modello di amministrazione in grado di guardare oltre i confini e di adattarsi alle varie province sorelle, non solo come antidoto al rischio di ribellione alla frontiera, ma come amministrazione vicina alle popolazioni, idonea sia a conservare gli istituti amministrativi sia a promuovere gli scambi, in un disegno politico aperto, che negli anni può essere soggetto a ridefinizioni, come dimostra l’esperienza degli statuti in Trentino-Alto Adige. Tale visione non si ferma alle frontiere italiane, ma guarda all’Europa, come primo passo per la costruzione degli Stati Uniti d’Europa, in un’idea di indipendenza relativa, sempre in stretto contatto con gli altri. 

In una prospettiva di relazione positiva tra i popoli, l’autonomia diventa lo strumento per esercitare la democrazia, disegnata come una composizione di interessi

Una visione che esige coesione e che genera nuova linfa per la democrazia: se l’autonomia, infatti, permette ai cittadini di vivere da vicino l’amministrazione e di attingere ai valori fondanti delle comunità, nella visione moderna di De Gasperi, permette, inoltre, di alimentare il confronto costruttivo, in modo da allontanare la tentazione dell’autosufficienza, poiché ogni comunità dipende l’una dall’altra. La chiusura all’interno dei propri confini è garanzia di fallimento e, del resto, aggiunge Daria de Pretis, le nuove problematiche globali, dal cambiamento climatico all'intelligenza artificiale, richiedono risposte comuni, difficilmente risolutive se affrontate nel confine della singola comunità. 

 

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Daria de Pretis: "Le nuove problematiche globali, dal cambiamento climatico all'intelligenza artificiale, richiedono risposte comuni, difficilmente risolutive se affrontate nel confine della singola comunità". (foto: salto.bz) 

 

In questa struttura si colloca anche il dibattito sull’Autonomia differenziata, che non deve mai perdere di vista la Costituzione, pensata anch’essa in un’ottica di relazione e convivenza tra i principi, poiché nessun principio può vivere da solo, a formare la dittatura del principio tiranno. Così, conclude de Pretis, non bisogna perdere di vista l’art. 3 della Costituzione e la connessione tra diritti e doveri, sia tra gli individui sia tra le autonomie, e nessuna differenziazione può mettere in discussione la vicinanza e l’impegno verso i più fragili, la garanzia dei livelli minimi e l’attenzione allo sviluppo di tutti i cittadini, mantenendo sempre come faro il sistema di equilibri costruito mediante la Costituzione.