Facoltà sì, studentato no
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A soli due anni e mezzo dalla posa della prima pietra, il nuovo polo della Facoltà d’Ingegneria della Libera Università di Bolzano (unibz) è stato inaugurato oggi (19 settembre) al “NOI Techpark”, il parco tecnologico e scientifico di 12 ettari creato a partire dal 2017 all’ex Alumix di Bolzano Sud. Tre istituti (Computer Science, Information Engineering e Industrial & Energy Engineering), altrettante colonne portanti (robotica, automazione e intelligenza artificiale) e un solo obiettivo: superare lo “skills gap”, ovvero creare un ponte tra accademia e mondo dell’impresa, dove gli studenti e didattica stiano a diretto contatto con le aziende e gli istituti di ricerca all’interno del NOI. Al momento il NOI Techpark ospita 52 laboratori tecnico-scientifici, tre istituti di ricerca (tra cui l’Eurac), 70 aziende e 27 start-up operanti in quattro settori: Green, Food & Health, Digital e Automotive & Automation).
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La Facoltà d’ingegneria era già presente coi suoi laboratori assieme alle Facoltà di Economia e di Scienze agrarie, ambientali e alimentari. Il nuovo edificio di sette piani (oltre a quello interrato) ospita al piano terra una biblioteca, un auditorium da 176 posti e il laboratorio meccanico-industriale: una sorta di “mini factory” per la ricerca e sperimentazione soprattutto nel campo dei materiali. Nei piani superiori a partire dal primo ottobre si concentrerà l’attività didattica vera e propria, con 23 aule e 8 laboratori nell’ambito fisico-elettrotecnico, chimico, sensoristico, user-experience e multimedia. Il quartiere dell’innovazione bolzanina raddoppierà così i suoi abitanti, passando a 2400 persone: la facoltà trilingue (italiano, tedesco e inglese) porterà con sé un migliaio di studenti – attualmente ne conta già 800 – e più di trecento tra docenti e personale amministrativo.
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“Ringrazio il Landeshauptmann Kompatscher e l’assessore Achammer per la lungimiranza di accompagnare questo progetto” ha esordito la presidente del NOI Techpark Helga Thaler Ausserhofer durante la cerimonia d’inaugurazione, “un progetto costato 65 milioni di euro – di cui 6 milioni e mezzo coperti fondi di compensazione statali – e che con picchi di 140 operai al giorno è stata completata in così poco tempo”. “È un bel giorno per il Sudtirolo, e per me” conferma il presidente della Provincia, Arno Kompatscher: “È stata una decisione strategica. Così rafforziamo l’Alto Adige, restiamo competitivi e attrattivi”. “Altrove i distretti d’innovazione sono spesso diventati cattedrali nel deserto, con il NOI abbiamo realizzato un modello di successo — aggiunge l’assessore provinciale competente Philipp Achammer — la facoltà sarà un tassello fondamentale del quartiere”. “Il campus riunisce molti laboratori sotto uno stesso tetto e ciò facilita le interazioni tra discipline diverse, in un percorso fatto non solo di sapere, ma anche di saper fare”, sottolinea Andrea Gasparella, preside della Facoltà d’Ingegneria, “abbiamo tre sfide: crisi climatica, demografica e socio-economica: il territorio ci consente di dare un senso diverso al nostro impegno”.
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Due saranno gli assi tematici principali della facoltà: il primo spazierà dalle tecnologie hardware e software digitali fino agli elementi avanzati dell'ingegneria industriale, meccanica ed energetica, mentre il secondo sarà focalizzato sul territorio, dalla conservazione delle risorse naturali e ambientali, fino all’impatto sul benessere della popolazione. Ma non è tutto oro quel che luccica: a lasciarlo intendere, senza troppi giri di parole, è il rettore uscente Paolo Lugli, grande fautore della nuova facoltà di ingegneria: “Come il ‘sì’ che abbiamo ottenuto per la nuova facoltà, abbiamo ricevuto un ‘no' allo studentato – ricorda il rettore – ma se vogliamo portare studenti, abbiamo bisogno di offrire loro un posto letto. Forse non conoscevo abbastanza la sensibilità locale sul tema degli alloggi”. A questo proposito Lugli si toglie un sassolino dalla scarpa: “Col senno di poi avrei dovuto proporre un hotel per studenti, forse avrebbe superato tutti i divieti”. Le neo immatricolazioni sono ancora poche, anche la mensa aprirà solo nel secondo semestre e gli studenti nel frattempo riceveranno dei buoni pasto.
“Come il ‘sì’ ottenuto per la nuova facoltà, abbiamo ricevuto un ‘no' allo studentato. Ma se vogliamo portare studenti, abbiamo bisogno di offrire loro un posto letto”.
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“Da sola la struttura non basterà ad attrarre nuovi studenti: servono buoni professori, buoni programmi. Però la struttura aiuterà” rassicura il presidente Kompatscher. Ma è il tema del caro casa, in primis degli alloggi per studenti, a tenere banco. “Bolzano non è per niente decadente, i giovani tornano qui. È una città vivibile” sottolinea il sindaco di Bolzano (a fine mandato) Renzo Caramaschi, “per anni siamo stati fermi, perché ci mancavano tempi decisionali più rapidi. Ma ora li abbiamo accorciati: viabilità, teleriscaldamento e altre infrastrutture stanno arrivando. Sebbene non inaugurerò nessuna di queste”. Scatta il countdown, le autorità tirano una corda e sul palco calano due scritte: “Open”.