"Serve una città accessibile"
È trascorso più di un secolo da quando Louis Braille nel 1829 inventò l’omonimo sistema di scrittura adatto alle persone cieche e ipovedenti. Domani, 21 febbraio, ricorre la decima Giornata Nazionale del Braille, metodo di lettura e scrittura, della cui importanza è persuaso Valter Calò, presidente della sezione provinciale di Bolzano dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. “La scrittura a punti ha permesso di comunicare e ricordare” – afferma Calò che nota come molti giovani se ne stiano allontanando a causa della progressiva digitalizzazione e dei programmi di sintesi vocale presenti su smartphone e tablet. Se la vita dei non vedenti è stata così facilitata nel leggere e nello scrivere, non può dirsi altrettanto per gli altri aspetti della quotidianità, soprattutto con riferimento alla mobilità: ogni giorno piccoli e grandi ostacoli si incontrano ad ogni passo.
Molteplici sono le insidie e i pericoli sulle strade per chi vive perennemente al buio: a cominciare dai semafori, non tutti dotati di segnalatori acustici, per non parlare delle biciclette e moto collocate malamente sui marciapiedi, e pure le rastrelliere posizionate in modo non adeguato. E non basta. Anche altrove gli intralci non mancano. “In talune scuole manca la pavimentazione ad hoc per persone cieche. Per quanto attiene ospedali, reception di uffici e stazioni ferroviarie, è vero che a tali luoghi sia garantito il primo accesso a grazie alla presenza di percorsi tattili per terra, ma non è così altrove – afferma il presidente sopra menzionato, il quale si lamenta altresì del fatto che non sempre nelle strutture pubbliche gli addetti alle portinerie si rendano disponibili ad accompagnare negli uffici interni le persone cieche o ipovedenti, la cui autonomia in questi casi è preclusa. E così si è soli e si deve dipendere dagli altri”.
Ad avviso di Calò il medesimo problema si registra negli ospedali, dove chi ha menomazioni alla vista non sempre trova personale che lo aiuti e, quindi, fatichi assai a districarsi nei diversi ambienti, specie in quelli che ancora non conosce. A tale riguardo il presidente ritiene utile che negli ospedali vi sia una voce guida in grado di orientare la persona nella giusta direzione verso i vari reparti: “Intanto, dal canto nostro noi contiamo, entro maggio di quest’anno, di offrire ai ciechi la possibilità di ricevere da volontari anziani o disoccupati l’accompagnamento gratuito. Il servizio non verrà riservato solo ai soci (gli iscritti sono circa 800), ma sarà fruibile anche dai non associati. Ad ogni modo, la tessera annua di euro 50 è per noi molto importante: difatti, più soci siamo, più possiamo contare, quando ci interfacciamo con la pubblica amministrazione”.
Calò individua un'altra criticità nelle tabelle degli orari delle fermate degli autobus, che contengono scritte con caratteri molto piccoli e, quindi, difficilmente accessibili dalle persone ipovedenti, ossia con una ridotta ma ancora sussistente capacità visiva: “Un’app della sasa fornisce informazioni in tempo reale ma essa è ancora in fase di perfezionamento”. Non tutti però ricorrono ai mezzi pubblici. E non tutti i bus portano ovunque. Ne deriva la necessità per le persone cieche, specie anziane, di ricorrere ai taxi. Al riguardo, il presidente propone che a Bolzano si proceda come in altre città italiane ad agevolazioni sul costo di trasporto con sconti dal 10 al 30%.
Meno arduo è invece muoversi nelle stazioni ferroviarie – ricorda Valter Calò: “Non tutti sanno che esista un servizio di assistenza alle persone disabili o con ridotte mobilità (non solo per ciechi, anche per persone su sedia a rotelle, con difficoltà di deambulazione o handicap mentale, anziani, donne in gravidanza, sordi. E’ sufficiente recarsi direttamente nelle Sale Blu o, tra le varie modalità di contatto, telefonare al numero verde 800/906060): “È un’opportunità offerta nelle stazioni di Bolzano, Merano, Brunico, Fortezza, Bressanone. Bisogna ampliare il servizio anche in altri comuni”.
"Certo, è difficile la capillarizzazione degli interventi per rendere la città di Bolzano accessibile al 100%, e non solo nelle aree dove si stima come maggiore la presenza di ciechi o ipovedenti"
Sul fronte della mobilità - prosegue Calò, consapevole che i problemi maggiori si avvertano nei piccoli centri che quindi risultano meno accessibili rispetto ad altri e che osserva come architetti, ingegneri, rappresentanti delle istituzioni non sempre chiamino l’associazione per fare sopralluoghi – potrebbe rivelarsi prezioso seguire l’esempio del Piemonte che alla fine dell’anno scorso ha introdotto nella pubblica amministrazione la figura del ‘disability manager’. Per Calò molto c’è ancora da fare in tema di mobilità e si auspica che si seguano i modelli di Parma e Norimberga, che sono attrezzate per le persone cieche in modo compiuto: “Certo, è difficile la capillarizzazione degli interventi per rendere la città di Bolzano accessibile al 100%, e non solo nelle aree dove si stima come maggiore la presenza di ciechi o ipovedenti. Ma se la nostra città fosse totalmente a misura di disabili, essa sarebbe davvero bella!”.
Un obiettivo non impossibile, che richiede un’intensa attività di sensibilizzazione della politica e dell’opinione pubblica. L’informazione è proprio uno dei compiti della sezione bolzanina dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, il cui presidente dichiara: “Si devono contrastare ignoranza e inciviltà, purtroppo ad oggi ancora diffuse. Auspichiamo che i centri giovanili di Bolzano, al pari di quelli di altre città della provincia, si mettano in contatto con noi per organizzare attività di informazione sul tema”. Nell’attesa di tali future collaborazioni i prossimi eventi in calendario, organizzati dalla detta associazione, sono: il 9 marzo un concerto blues al buio a San Lorenzo di Sebato in Val Pusteria alle 20.00 presso il centro giovanile vicino alla chiesa e sempre alle 20.00 il 24 marzo presso lo Stadttheather di Brunico uno spettacolo teatrale e un concerto, entrambi al buio.
Ulteriore progetto, indicativamente per l’estate, è quello di replicare la positiva iniziativa delle degustazioni al buio, realizzate a ferragosto dell’anno scorso, a Plaus in Val Gardena. “Piuttosto che lezioni in cattedra o manifestazioni in piazza, è meglio spiegare la condizione di ciechi e ipovedenti, facendo toccare alla popolazione con mano la loro situazione, vivendolo in prima persona nei fatti con tali simulazioni” – afferma il presidente che ricorda i numeri dei ciechi ed ipovedenti in Alto Adige: circa 300 nel comune di Bolzano, circa 80 a Merano, circa 60 a Bressanone e circa 30 a Brunico, giusto per citare alcuni comuni, circa 1.300 in tutta la nostra provincia. “Si vedono poche persone andare in giro col bastone – osserva in conclusione Valter Calò -. Da qui il mio invito ai ciechi: uscite col bastone, anche se siete accompagnati da una persona o da un cane guida, così. da rendervi visibili agli altri. Se la gente non vede il problema, allora essa non si può neanche rendere conto della sua esistenza”. D’altro canto, come diceva Ramón Gómez de la Serna, “Il cieco muove il suo bastone bianco come a misurare la temperatura dell'indifferenza umana”.