"...se siamo intelligenti..."

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SALTO: Lei è titolare della Cattedra di “Musica Vocale e Repertorio Corale” presso il Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano. Ci racconta della sua attività didattica?
ELENA SARTORI: La mia “mission” è insegnare il bello del canto corale a chi non sa cantare. Io mi sono avvicinata al mondo della voce molto tardi, dopo i diplomi in pianoforte, in organo e in direzione. Sono rimasta particolarmente affascinata dagli studi di acustica della voce, ma anche da metodologie di tecnica vocale terapeutiche come il Feldenkreis. Decisiva è stata l’esperienza di vocalista per quasi 15 anni nel Coro Gregoriano diretto dal Prof. Albarosa, che mi ha portato a cantare in tutta Europa e in Giappone, approfondendo gli aspetti tecnico- artistici della fusione vocale. Oggi al Conservatorio di Bolzano il mio lavoro è introdurre gli studenti all’importanza di temi quali la gestione del respiro e dell’intonazione, creando però anche momenti di aggregazione, di socializzazione e di svago non troppo pesanti. E’ indispensabile che i pianisti, gli arpisti, i percussionisti, i chitarristi, i compositori, i violinisti facciano qualche anno di Coro : ma è anche molto bello quando gli studenti delle classi di canto si uniscono al Coro regalandoci tanta sicurezza e tanta musicalità in aggiunta.
Lei può vantare una carriera internazionale sia come maestra di coro nei teatri che quale direttrice di coro e d’orchestra, e pure come solista all’organo. Tra i molti riconoscimenti ricevuti, ve ne è uno che ricorda con maggior favore
Il Premio “Città di Moncalieri” della sezione Musica da Camera, ottenuto con il Trio Martinu, con Filippo Mazzoli al flauto e Fabio Pecci al violoncello. Vincemmo il secondo premio (primo non assegnato) eseguendo proprio il Trio per flauto , violoncello e pianoforte di Bohuslav Martinu. Avevamo 20 anni, erano i primi concorsi ed eravamo totalmente incoscienti ma pieni di energia: ricordo con grande piacere ma anche con commozione il divertimento e la leggerezza di quegli anni di gioventù.
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Nella sua pagina web leggiamo che “dal 2017 al 2023 ha creato e messo in scena Mafia in Classica, un libero flash-mob di dossieraggio indipendente sui fenomeni di maschilismo, sfruttamento e corruzione nella musica classica italiana”. Ci racconta di questa sua iniziativa, e dei suoi effetti?
Nessuno di noi è così ingenuo da pensare che la politica non c’entra con la musica, con la cultura o con le arti in generale. E’ ovvio che la politica regola la nostra vita quotidiana e, con tutto il suo positivo e negativo, influenza le nostre attività : se siamo intelligenti, dobbiamo tutti i giorni fare i conti con la politica. Il problema nasce quando la politica si indebolisce e tira i remi in barca, permettendo a una sola persona di esercitare una supremazia prepotente nella vita culturale di una comunità e dei singoli artisti che in essa operano. Se accettiamo che nella scuola, sul lavoro, nella musica noi abbiamo ogni giorno delle figure non autorizzate, che noi non abbiamo votato, ma che si prendono lo stesso l’autorità di dirci cosa dobbiamo fare, pensare, suonare, vuol dire che accettiamo di vivere e lavorare in un racket. Il racket è un sistema ricattatorio che ci spaventa con premi e castighi, obbligandoci a fare cose contrarie al nostro codice etico. Ho pensato di dedicare una parte delle mie energie creative a portare in luce questi meccanismi. Naturalmente ho pagato conseguenze molto serie e anche drammatiche, ma ero consapevole di quello che mi sarebbe successo e ho affrontato tutto, pensando di fare qualcosa di utile per i miei studenti. Ancora oggi penso che non bisogna avere paura della politica : l’unica cosa di cui dobbiamo veramente avere paura sono le malattie.
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Tra i molti progetti della 54ª edizione del Festival regionale di Musica Sacra a firma di Annely Zeni segnaliamo:
- Omaggio a Palestrina e Scarlatti con l’Odechaton Ensemble.
- Musiche di Vivaldi e Haendel eseguite dall’Orchestra Barocca di Bologna e dal coro "La stagione armonica".
- Debutto dell’Orchestra Barocca del Sudtirolo con opere di Vivaldi.
- Accademia d’archi di Bolzano con “Le sette parole di Cristo sulla Croce” di Haydn.
- Orchestra Haydn con lo Stabat Mater di Dvořák.
- Responsori di Michael Haydn e celebrazioni per Albert Schweitzer, con il coinvolgimento di studenti.
- Prime esecuzioni e nuove commissioni dedicate a Gennaro Astarita, Renato Dionisi e la prima assoluta della Passione secondo Maria di Alessandro Solbiati, dedicata alla madre di Giulio Regeni.
- Progetti legati alla lauda medievale e alla tradizione georgiana, con cori di voci bianche e musiche da manoscritti antichi.
Il festival porterà la musica anche nelle carceri, come segno di speranza e redenzione.
Si conclude a fine giugno. INFO https://www.festivalmusicasacra.eu/
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Il concerto del coro del Monteverdi alla Chiesa di Cristo Re è dedicato alla “Missa Nigra sum sed formosa” di Palestrina. Si racconta che con la “Missa papae Marcelli” Palestrina abbia “salvato” la musica d’arte nei riti della Chiesa cattolica, ovvero di aver saputo coniugare l’artificio polifonico e contrappuntistico con la intelligibilità del testo, secondo i dettami emersi dal Concilio di Trento. Cosa la affascina nella musica del compositore cinquecentesco, e in particolare della Messa che dirigerà?
La perfezione del meccanismo. Quando ogni linea è stata davvero capita, ascoltata e compresa, il corista si trova a bordo di una macchina così logica e completa che basta fidarsi del suono intorno a noi e la nota giusta arriva da sola: i miei studenti ridono quando dico questo, ma se studiano bene la loro parte, domenica sarà così.
Nel corso o a margine di un suo concerto le è capitato un episodio buffo (o tragicamente comico) di cui ancora sorride?
No. Prima e durante i concerti entro in uno stato di concentrazione serissima, quindi anche se fosse successo qualcosa di divertente credo che non lo avrei notato.
Pensa con Dostoevskij che “la bellezza salverà il mondo”?
Certamente sì, nonostante tutti gli sforzi che il genere umano fa ogni giorno per fare prevalere su tutto il potere personale e l’accumulo di più soldi possibile, credo che la bellezza artistica e della natura saranno i punti da cui ricominciare quando tutto il resto sarà finito.
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domenica 25 maggio ore 17
Festival di musica sacra
Omaggio a Pierluigi da Palestrina
Coro del conservatorio Monteverdi
Elena Sartori, direttrice
Pierluigi da Palestrina: Missa Nigra sum sed formosa (1580)
Bolzano, Chiesa di Cristo Re