Gesellschaft | L'esperto

"Troppi paletti"

Il ricercatore Maurizio Napolitano sui nuovi criteri provinciali per i contributi ai media locali. “Così si rischia di bloccare la libertà di informare". Prevista la "registrazione" anche solo per leggere i commenti.
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Foto: Pexels
  • L'avvento dell'era digitale ha rivoluzionato il mondo dell’informazione. Da quanto esistono siti e social media, i legislatori, da quello nazionale a quello europeo, hanno rincorso il mondo del web per cercare di arginare il fenomeno della disinformazione. Anche la Provincia autonoma di Bolzano ha recentemente cercato di dare una risposta a questo problema con la nuova legge del 21 maggio 2024 sulla “Modifica ai criteri per la promozione delle imprese di comunicazione locale”, rendendo più stringente l’accesso ai contributi provinciali per la libera informazione. 

  • Maurizio Napolitano: "Internet è un far west e questo ha avuto anche delle ricadute sociali, basti vedere la diffamazione, l’hating, il cyberbullismo; quindi il tentativo di normare è una scelta secondo me sensata" Foto: Privat

    Nella premessa della delibera si legge infatti che: “Al fine di promuovere una cultura di discussione all’insegna del rispetto nei forum online, all’art. 9 si ritiene infine necessario definire in modo esplicito le modalità di impostazione e gestione dei forum online, ribadire l’obbligo del controllo della moderazione redazionale nei forum online e nei social media ed esplicitare in che modo vengono effettuati i relativi controlli”. 

    “La questione tocca un argomento sociale importante, va ragionata a fondo la modalità per arginare questo fenomeno”, commenta Maurizio Napolitano, Capo Unità Digital Commons Lab, centro Digital Society della  Fondazione Bruno Kessler Trento – Internet è un far west e questo ha avuto anche delle ricadute sociali, basti vedere la diffamazione, l’hating, il cyberbullismo; quindi il tentativo di normare è una scelta secondo me sensata”.

  • La questione dei dati

    Se lo scopo è nobile non è detto che il mezzo sia quello corretto. Nella riforma ci si occupa specificamente di questo tema all’articolo 9, titolato Forum online. “Fatte salve le ulteriori prescrizioni previste dai gestori del forum, come standard minimo viene richiesta la registrazione degli utenti (...) tramite la comunicazione di nome, cognome, indirizzo, numero utente, password, indirizzo e-mail valido e con indicazione di un proprio numero di cellulare”. Già qui, secondo Napolitano, sorgono i primi problemi: “Come faccio ad essere sicuro dell’identità della persona? Esistono modalità di aggirare il sistema, come dei finti numeri di telefono, che si trovano facilmente su internet”. 

    “Secondo me questi dati non dovrebbero essere trattati da un giornale ma da una pubblica amministrazione”.

    “E poi c’è un problema a monte – prosegue Napolitano – per trattare questi dati, essendo personali, è necessario sottostare ad una serie di normative sulla privacy e al controllo del garante; inoltre il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) vuole che si spieghi il riuso dei dati che vengono raccolti. Secondo me questo tipo di informazioni non dovrebbero essere trattate da un giornale ma da una pubblica amministrazione, che può utilizzare l’accesso con Spid o con la Carta elettronica, che dà la certezza dell’identità della persona”. 

  • I commenti d’odio continuano a circolare

    Per arginare la diffusione di commenti d’odio su internet la legge provinciale impone, per ricevere il finanziamento, la moderazione dei commenti all’interno del sito di news e delle sue pagine social. Sempre all’articolo 9 si legge: “Al Comitato provinciale per le comunicazioni deve essere comunicato il nominativo di una persona responsabile di ogni forum online che effettua una moderazione redazionale al forum e nei social media”. Una volta data la notizia, però, prosegue Napolitano, l’indirizzo univoco inizia a circolare oltre al sito e ai social del giornale e l’editore può fare ben poco. 

  • La moderazione di sito e social media: “Avere una moderazione onnipresente sul sito e sui social costa, ma non assicura che questo tipo di commenti spariscano” Foto: Pixabay/JESHOOTS-com

    Sempre all’articolo 9 della legge provinciale si legge: “I forum online devono essere predisposti in modo che la sezione dei commenti sia visibile solo agli utenti registrati. La colonna dei commenti è tenuta in un'area separata che deve essere attivata dall'utente ed è separata dalla notizia giornalistica”. Un modo apparentemente efficace per arginare forme di intolleranza e hate speech, ma anch’esso, spiega l’esperto, ha delle falle. “Ci sono giornali, come ad esempio l’Adige, che hanno messo la registrazione al sito con la moderazione dei commenti; il risultato è stato che sul loro sito di notizie c'è un commento ogni tanto, mentre quando la notizia gira su Facebook piove di tutto e di più”. 

    "Mettendo troppi paletti a chi fa notizie si corre il rischio di bloccare la libertà di dare informazione e di far nascere nuovi canali"

    La questione, prosegue Napolitano, non è tanto l’inevitabilità che questo tipo di commenti girino su internet, quanto il costo per le aziende di misure che, alla fine, servono a poco. “Avere una moderazione onnipresente sul sito e sui social costa, ma non assicura che questo tipo di commenti spariscano”. Secondo l’esperto esistono anche altri strumenti per ottenere questo risultato: “Esistono delle piattaforme che ti permetto di stare dentro in relazione alla tua reputazione di rete, però serve un gran numero di utenti”. 

    La bacchetta magica per risolvere la cultura dell’odio su internet purtroppo non c’è, spiega Napolitano: “Mi rendo conto che la legge della Provincia altoatesina venga da buone intenzioni, effettivamente è un unicum normativo. Va però ragionato a fondo su quanto la responsabilità sia di chi fa giornalismo – conclude Napolitano – mettendo troppi paletti a chi fa notizie si corre il rischio di bloccare la libertà di dare informazione e di far nascere nuovi canali”.

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Profil für Benutzer Josef Fulterer
Josef Fulterer Do., 20.06.2024 - 06:45

Es gibt 3 Grundsätze für eine saubere Trennung der Politiker + den Medien.
1.) "Politiker haben sich so zu benehmen, dass über ihr Verhalten in den Medien berichtet werden kann."
2.) Der Verfasser von Jubel- + Skandal-Berichten, muss mit seinem vollen Namen "für den Wahrheitsgehalt bürgen."
3.) Allfällige Beiträge für die Medien, "dürfen nicht mit Beißkorb erzwungen werden."
Das neue Gesetz für die Medien-Förderung ist wohl der sehr üble 1. Schritt, um den Medien den Beißkorb zu verpassen + "unglaubwürdige Jubelberichte zu fördern!"

Do., 20.06.2024 - 06:45 Permalink