Ztl a Bolzano
Foto: Comune Bz
Politik | Avvenne domani

Il bollino verde

Cinquant’anni fa la prima misura antitraffico a Bolzano

Rischia seriamente di passare inosservato, in un calendario come quello del 2021 affollatissimo di anniversari, il cinquantesimo compleanno dell’istituzione della prima zona colorata di Bolzano. Nel luglio del 1971 gli abitanti del centro città e coloro che volevano continuare a recarvisi in macchina dovettero cominciare a fare i conti con la nuova normativa che permetteva libero parcheggio sono i residenti, costringendo tutti gli altri a ricorrere, in determinati orari, al pagamento di un balzello.

Che nessuno se ne sia rammentato è abbastanza comprensibile. Le zone colorate che in questo periodo fanno furore, nelle cronache giornalistiche, sono quelle che segnalano l’incidenza della pandemia. Restiamo bianchi, ma non si sa per quanto, per la normativa italiana, mentre scivoliamo in zona gialla per i controllori un po’ più arcigni dell’Europa e ci consoliamo senza troppe ragioni nel constatare che oltre confine le cose non vanno assolutamente meglio. Stando così le cose, la vecchia zona verde, cui in tempi successivi si aggiunsero quelle di altro colore che contrassegnano i diversi rioni della città di Bolzano, appare come un residuo del passato con cui tutti ormai hanno imparato a fare i conti, nel districarsi quotidiano tra le insidie della circolazione.

Fu un avvenimento di rilievo, invece, nella Bolzano di mezzo secolo fa, una città che, con infinite ritrosie, cercava di fare i conti con la marea montante di traffico che rischiava soprattutto di soffocare il vecchio centro storico, confinato in un angolo della conca.

Al traffico privato erano state strappate poche strade attorno ai Portici, dopo una furibonda contesa con le categorie economiche, arciconvinte, allora come del resto ancor oggi, che il cliente che non può arrivare in macchina sulla porta del ristorante o del negozio è un cliente perso irrimediabilmente. La liberazione di piazza Walther dall’assedio delle autovetture sarebbe costata, ad esempio, la costruzione di un parcheggio sotterraneo che serve, allora come oggi, a convogliare il traffico privato sino al cuore della città vecchia. La zona verde di cinquant’anni fa doveva servire ad evitare che il centro diventasse ostaggio dei pendolari, ma la continua realizzazione di parcheggi sotterranei, non ultimi quelli scavati sotto tutti i palazzi che la Provincia, ha via via costruito per accogliere i propri uffici traslocati altre zone della città, ha in sostanza vanificato quel progetto. Le macchine arrivano e continueranno ad arrivare lo stesso fin quasi sotto il campanile del Duomo.

A riportare di attualità la questione, in questo come negli anni passati, il collasso provocato dalla calata di massa dei turisti nei giorni di maltempo. In attesa che il segnale di allarme, con le conseguenti polemiche tra categorie economiche e amministratori pubblici, torni a scattare se e quando si faranno i mercatini di Natale, non resta che augurare un mesto buon compleanno a quel piccolo contrassegno verde, la cui tinta si scolora mestamente nel bianco di una resa quasi totale all’assedio del traffico nel centro di Bolzano.