Politik | Che fine del Kaiser

Il crollo di Palazzoni

Cavallerio Palazzoni sulla Dacia di Vlazimir Putteyn. Giusto Trecarte e la testata di Nicotin Sarkozian. Il boss Umbretto e il crollo dei bond e l'arrivo di Mary O'Mounty. E così anche la Iva aumentò le tariffe
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Quando il potere di Cavallerio Palazzoni era all'apice nella sua villa di Vinchiate sul Membro  venivano organizzati sontuose feste in costume dove si suonava il tanga. Introdotta dal ministro Fracchio Franchini, un maestro di sci che andava a spazzaneve in politica, Micoletta Blauenpower piombò in quell'ambiente e si trovò a suo agio come un piranha nel Ornioco. Insieme al ruolo di coordinatrice Gnoccaitaglia, il magazine delle DDD (donne di destra) ottenne l'autorizzazione ad alzare di un centimetro il tacco.I costosi vizi Palazzoni diventavano sempre più incompatibili con la sua immagine di politico casta e chiesa. Quando lo trovarono con sette ragazzine a fare un'orgia in un confessionale durante la messa funebre della sinistra italiana scoppiò uno scandalo che fece arrabbiare tutto il triunvirato del partito razionalista e persino don Dario il Francescano disse oibò adesso basta. Qualcuno cercò di farlo fuori illegalmente ma Palazzoni era sempre protetto da una pitonessa e due cagne da guardia, preppy e slurpy, feroci mastini da un chilo e mezzo che possono sfondarti un timpano abbaiando e che ogni volta che si avvicinava un sospetto comunista diventavano isterici.

Palazzoni venne però indagato per oltraggio alle forze armate perchè nel confessionale fu trovata anche una signorina con una frusta, manette e un berretto da poliziotta. Lui ordinò ai suoi 65 avvocati che stavano in Parlamento di fare una legge per metterlo al riparo e poi partì ad un festino nel sedile posteriore della Dacia di Valzimir Putteyn, lo zar di tutte le Rosse. Anche il partito della Tega, suo alleato più fedele (si erano conosciuti da ragazzini correndo didietro al monumento di Vizzini...) finì nel mirino della stampa scandalistica dopo che si seppe che il capo del gruppo di lavoro sullo sterminio dei negri aveva investito tutti i soldi del partito in una banca del Burondi e il figlio del Boss Umbretto si era comprato una laurea in un'università del Buganda e voleva farsela riconoscere in Italia.

Nel frattempo la cricca stava saccheggiando tutto quello che c'era ed infatti finirono pure i sacchetti di plastica che vennero sostiuiti con dei sacchetti di plastica biologica che puzzavano di merda e si spaccavano anche se ci mettevi una rosetta e un litro di latte. La cricca si teneva tutti i sacchetti buoni e li portava in Sguizzera pieni di mazzette. Alla fine nella capitale non era rimasto più niente e solo i tassisti continuavano a lavorare su e giù dalla Sguizzera. Palazzoni continuava a dire che non avrebbe mai messo le mani nelle tasche degli italiani e intanto continuava a mettere le mani sul culo alle italiane. Sua moglie Verdonica stufa dei continui tradimenti fuggì con il suo bodyguard, lo skipper, l'autista, il maestro di tennis, quattro o cinque domestiche e tutto il resto della servitù.

Il ministro Giusto Trecarte si presentò alle banche mondiali per chiedere un prestito ma tutti fecero finta di non conoscerlo e rimasero a fischiettare nella sala fino a quando lui non si mise a piangere e strillare. A quel punto Nicotin Sakrozian  gli diede una testata sul petto e lì finì la carriera di entrambi 

La situazione precipitò, le finanze andarono in rosso  aumentò lo spread e anche lo spritz e il valore dei Bond, incluso James, precipitarono.  Le aziende chiudevano, i negozi abbassavano le saracinesche e nessuno voleva più prestare soldi allo Stato. I mercati internazionali riuscirono a convincere politicamente qualche membro della cricca a mollare Palazzoni promettendogli di più di quello che prendevano già per salvare le natiche al premier e alle sue dame.

In Adigezia i problemi del mondo erano lontani anni luce. Chiusi tra le Dinamiti i montanari si facevano gli affaracci propri e quando venne formato un nuovo governo tutti dissero che erano contenti perchè il nuovo primo ministro era stato una volta in vacanza tra le nostre montagne. Il nuovo esecutivo, guidato da Mary O'Mounty ex consulente di un'agenzia di rating irlandese che aveva fatto privatizzare anche le scogliere del Connemara, fece subito una manovra fracassando gli specchietti di tutte le auto che stavano a destra e pure di quelle che stavano a sinistra. Le tasse diventarono più alte, gli sconti più bassi e pure l'Iva, una battona che stazionava sull'omonimo viale, aumentò le tariffe dell'1%.