Umwelt | crisi energetica

“La legna da ardere non è l’alternativa”

CIPRA lancia l’allarme sul pericolo dell’assalto selvaggio al legno provocato dai rincari energetici: “Paese impreparato. Serve promuovere una pianificazione forestale”.
Legna, fuoco, riscaldamento
Foto: Unsplash

La crisi del costo del metano ha spinto la popolazione a cercare nuove fonti di riscaldamento in vista dell’inverno. Tra le più gettonate, la rincorsa alla legna da ardere. Ma quali sono le conseguenze?

“Le biomasse legnose sono una componente essenziale della transizione energetica, soprattutto in montagna, ma solo se usate in edifici efficienti, con buoni impianti di combustione e se provenienti da filiere locali sostenibili”. A specificarlo è la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi che ribadisce che la legna da ardere non può essere considerata il sostituto del metano. La richiesta è impennata a tal punto che oggi è impossibile trovare legname stagionato nei canali di approvvigionamento tradizionali, con diretta conseguenza sui costi - ormai proibitivi. Nonostante questo la corsa al legno è diventata compulsiva, a causa del terrore derivante dalla chiusura dei rubinetti del gas. “Si tratta - sottolinea l’ONG - di un’emergenza che ancora una volta coglie il Paese totalmente impreparato e non solo per la mancanza di pellet di produzione italiana. Ora serve una programmazione diversa”.

Le biomasse legnose se ben gestite e impiegate in ambito energetico, soprattutto termico, potenzialmente avrebbero tutte le carte in regola per essere una valida alternativa al fossile, contribuendo alla gestione sostenibile delle foreste e valorizzando quel legno che non può essere utilizzato per produrre beni durevoli. Tuttavia c’è un “ma”. 

Le biomasse legnose sono una componente essenziale della transizione energetica, ma solo se usate in modalità efficienti


“Occorre però essere chiari – afferma Vanda Bonardo, presidente di CIPRA Italia –. Le biomasse legnose sono una componente essenziale della transizione energetica, ma solo se usate in modalità efficienti, con ottimi impianti di combustione con tutti gli accorgimento del caso compreso l’utilizzo di filtri abbattenti per non aumentare le emissioni di particelle sottili e se provenienti da filiere locali sostenibili e dopo adeguata stagionatura. Un modello – aggiunge la Presidente – in cui si sostituiscono le caldaie a fonti fossili in edifici inefficienti con pessimi impianti di combustione a biomassa, alimentati con ciò che costa meno e gestiti da utenti che non hanno idea di quanto influiscano le proprie azioni e la qualità dei combustibili sulle emissioni è semplicemente dannoso sia per la qualità dell’aria, sia per l’economia rurale e sia per le foreste”.

Le conseguenze dell'aumento dei prezzi e la scarsa offerta di biocombustibili sostenibili, secondo Bonardo vanno ricercato in un processo di transizione energetica che non si è mai davvero avverato: “L’attuale crisi può e deve essere l’occasione per riconoscere valore al lavoro di qualità di quelle, già numerose, imprese boschive locali che hanno scelto la sostenibilità forestale come propria strategia aziendale. Può e deve essere l’occasione per rendersi conto che il legno è un combustibile complesso, che va utilizzato nelle migliori condizioni tecniche per non inquinare”. 

 

Ma affinché una soluzione possa essere davvero considerata alternativa è necessario che sia sostenibile sotto diversi punti di vista. Spesso, quanto viene venduto come “green” è il frutto di un accaparramento delle risorse di matrice neocoloniale. È il caso osservato dall’Enviromental Investigation Agency (EIA) in Romania (sebbene anche alcune zone d’Italia non siano immuni da questa tendenza) dove foreste protette vengono distrutte per produrre il pellet. La soluzione per Cipra è la promozione di una specifica pianificazione forestale:  “In un momento critico come quello che stiamo vivendo –  conclude Bonardo – non deve arrestarsi quella crescita culturale in cui prendere coscienza che il legno è un materiale prezioso, il cui primo impiego non è la combustione e che, anche nelle frazioni destinate ad energia, dev’essere utilizzato correttamente, in edifici efficienti e coibentati, in modo da ottimizzare la risorsa e, a parità di quantità impiegate, scalzare la più ampia quota di combustibili fossili possibile”.