NOI, il volto dell’innovazione
Ci siamo. Il NOI (acronimo di nature of innovation) Techpark ha aperto i battenti, battezzato dalla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi giunta a Bolzano per l’occasione (oltre che, non è difficile immaginare, per lustrare l’intesa fra Pd e Svp). L’etichetta istituzionale impone l’immediata lode al territorio: “La grande sfida che coinvolge tutte le nostre città, le nostre realtà urbane è quella di mantenere la propria anima, la propria identità, e al tempo stesso fare in modo che i cambiamenti migliorino innanzitutto la vita dei cittadini, diano loro benessere, assicurino loro qualità della vita. L’esempio della green region Alto Adige può essere un modello da seguire anche per le altre regioni”, afferma Boschi dal palco del black monolith, l’edificio principale del NOI e davanti a 180 invitati fra politici e tecnici che hanno lavorato al progetto. Il parco tecnologico, un gioiellino da 110 milioni di euro (lordi), sarà, auspica la sottosegretaria, una “casa dell’innovazione al centro dell’Europa”.
La Provincia le ha fatto eco il governatore Arno Kompatscher “vuole portare a un nuovo livello innovazione e ricerca e promuovere imprese competitive. Per la prima volta c’è un luogo in cui lavorano assieme i tre attori principali: imprese, centri di ricerca e università. Concentrati in questo sito si rafforzano a vicenda, rafforzando così anche l’Alto Adige e il suo richiamo internazionale. Ora tocca a noi, tutti assieme”.
"Questa è una grande occasione per creare posti di lavoro di buon reddito per i nostri giovani, non dobbiamo però dimenticare le fasce più deboli e gli emarginati della società" (Renzo Caramaschi)
Degno di nota l’intervento del sindaco Renzo Caramaschi che ha parlato di valore aggiunto per l’intera città e i suoi cittadini ma soprattutto ha ricordato che “siamo partiti da questa zona industriale con i fascisti che dovevano ‘italianizzare’, poi è arrivata la crisi, e in seguito è emerso questo ruolo della Svp che sembrava voler egemonizzare il capoluogo, ora siamo una città internazionale perché la ricerca e l’innovazione chiamano forze intelligenti da tutta Europa”. E ancora: “Credo che sia un presupposto di sviluppo per tutto il capoluogo che ritrova la sua funzione collegata al territorio provinciale, la Provincia infatti, va riconosciuto, ha avuto grande coraggio investendo più di 100 milioni nella struttura, questa è una grande occasione per creare posti di lavoro di buon reddito per i nostri giovani, non dobbiamo però dimenticare le fasce più deboli e gli emarginati della società”.
Il NOI da vicino
La parte centrale del Techpark comprende un volume complessivo di 190.000 m³, a cui vanno aggiunti 750.000 m³ per i moduli di ampliamento. Il progetto è nato negli studi di architettura Claudio Lucchin di Bolzano e Chapman Taylor di Milano; responsabile del modulo D1, in cui al termine della realizzazione nel 2018 si insedieranno le imprese private, è l’architetto Wolfgang Simmerle di Bolzano. Il parco tecnologico è stato pianificato con una strategia a lungo termine; l’areale dalla dimensione complessiva di 12 ettari dovrà essere sviluppato nei prossimi 15-20 anni e entro il 2021 è prevista, tra le altre cose, la costruzione di ulteriori laboratori e moduli per le aziende private, nonché di un asilo nido.
Nel 1937, quando fu inaugurato, l’Alumix di Bolzano era il più grande stabilimento per la produzione di alluminio in Italia. Si tratta di un grande esempio di architettura razionalista, posta sotto tutela, che nel NOI viene integrato con la modernità del black monolith, il monolite nero dell’edifico all’ingresso che presenta una copertura di pannelli fotovoltaici scuri e lastre in schiuma di alluminio scura. Di fronte all’entrata svetta la torre piezometrica trasformata in opera d’arte contemporanea, di notte un’illuminazione da set cinematografico esalta le dimensioni del sito. Dal 2018 al NOI Techpark avranno sede 60 aziende, affiancate da Libera Università di Bolzano, EURAC Research, Fraunhofer Italia, Agenzia CasaClima, Centro di sperimentazione Laimburg ed Eco Research, così come BLS, IDM e artigiani Apa. Le aziende possono usufruire di servizi per l’innovazione e hanno a disposizione un’infrastruttura per ricerca e sviluppo, in primis circa 30 laboratori. La ricerca si orienta sui settori chiave per l’Alto Adige: tecnologie green, food e alpine nonché sul settore ICT & automation.