Wirtschaft | Riunione a Trento

“A22, no al ricatto del governo”

Concessione, enti locali compatti: l’intesa solo a determinate condizioni, su investimenti e governance. BrennerCorridor, Kompatscher in minoranza sulla sede a Bolzano.
Sede A22
Foto: Voce di Mantova

Nessun cedimento alle pressioni del governo sulla concessione di A22. I soci pubblici di Autobrennero non intendono sottostare alla minaccia della nazionalizzazione fatta da Toninelli e Fraccaro e chiedono un nuovo incontro con il ministro dei trasporti. Nella riunione tenuta a Trento i firmatari del protocollo del 2016 con il Mit per l’affidamento inhouse hanno convenuto di firmare l’accordo con Roma ma solo a determinate condizioni: dal finanziamento dei 4,14 miliardi di investimenti tramite i pedaggi fino al riequilibrio nel comitato di indirizzo e controllo, potendo decidere d’intesa il presidente. La gara insomma non spaventa. Arno Kompatscher si è poi trovato solo nel perorare la causa della sede legale a Bolzano di BrennerCorridor, la newco da costituire per avere l’affidamento in house. 

 

Firmatari unanimi

Numerosi i punti trattati nell’incontro nella sede della Regione in piazza Dante. Presenti i rappresentanti di tutti i 15 enti locali che il 14 gennaio 2016 hanno firmato il protocollo con il ministero dei trasporti e che sono anche i soci pubblici di Autobrennero: Regione Trentino Alto Adige, le Province di Bolzano, Trento, Verona, Modena, Reggio Emilia, Comuni di Mantova, Verona, Trento e Bolzano e le camere di commercio dei rispettivi territori, a cui si aggiunge il consorzio di trasporti Act.

Per il primo punto, i firmatari hanno condiviso “l’importanza di stare uniti” nella complicata trattativa con Roma sul rinnovo trentennale dell’arteria che è anche il “tesoretto” dell’autonomia. Si firmerà l’accordo solo se soddisferà tutti gli enti locali. La gara non è uno spauracchio sufficiente se utilizzato dal governo: Autobrennero spa è ritenuta attrezzata e competitiva per partecipare e con buona probabilità vincere un eventuale bando. Anche se nessuno vorrebbe esporsi alle incognite di una competizione, che potrebbe far ritardare gli investimenti “di due anni e mezzo”.

 

 

Le condizioni degli enti locali

Secondo, l’insieme dei soci pubblici che ha firmato il protocollo vuole un riequilibrio nel comitato di indirizzo e controllo. Gli enti locali vogliono esprimere un gradimento reale sul presidente, il settimo di sei membri, a cui spetterebbe l’ultima parola sulle scelte strategiche. In modo da fermare il paventato “esproprio” della governance da parte di Roma.

Terza condizione, il piano economico finanziario dovrà poter essere condiviso con il sistema bancario, per finanziare i 4,14 miliardi di investimenti programmati nei trent’anni di concessione. Altro elemento, gli 800 milioni per le opere alla viabilità ordinaria nei territori interessati dal tracciato - a cui gli enti locali guardano con interesse - dovranno poter essere coperti dalla tariffa, ovvero dai pedaggi pagati dagli utenti.

Seguono ulteriori obiettivi, fra cui la possibilità di dotare la newco BrennerCorridor di un pacchetto finanziario di 500 milioni per la sua operatività, un passaggio che necessiterà di una norma transitoria.

 

 

BrennerCorridor

Resta infine il nodo della sede legale della nuova società, ancora da costituire, a cui dovrebbe essere affidata la gestione inhouse dell’A22. Al momento ci sono tre delibere: due, approvate dalla giunta regionale e dalla giunta provinciale altoatesina, indicano Bolzano, quella restante della giunta provinciale trentina indica Trento. Il via libera a spostare la sede, benché legale, tra i due capoluoghi “non è stata argomento di discussione”, riassume uno dei presenti. Tutti tranne Kompatscher (che a Juncker aveva detto che è “tutto pronto” per il rinnovo) hanno avuto di che dire sul cambio. La partita è quindi in alto mare e la società, ricorda qualcuno, “ancora non esiste”. 

Del tema e in generale della concessione si tornerà a discutere il 14 dicembre nell’assemblea ordinaria dei soci di Autobrennero.