Politik | Legge elettorale

“Un alibi per la sconfitta?”

Duro attacco di Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) all’ostruzionismo di Pöder e Freiheitlichen alla legge elettorale. “Ecco le ragioni per sostenere la riforma”.

“Lo scontro in atto in Consiglio regionale è fra quanti vogliano l’induzione alla riduzione della frammentazione e la governabilità della città, e quanti invece vogliono ridurla punitivamente all’immobilismo. I maliziosi dicono che in verità le due formazioni vorrebbero presentarsi per la prima volta al voto unite a Bolzano e non avendo i voti vogliano crearsi l’alibi per la loro sconfitta. Realistico pensare che sia anche così”.

È un fiume in piena Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore; nel mirino Andreas Pöder (Bürgerunion) e Walter Blaas (Freiheitlichen), colpevoli dell’ostruzionismo a oltranza contro la legge elettorale incagliatasi lo scorso mercoledì (20 gennaio) in consiglio regionale. Le osservazioni addotte oggi in conferenza stampa dall’esponente di Bürgerunion e da quello dei Freiheitlichen (con richiesta demagogica di ridurre drasticamente il numero dei consiglieri comunali rifiutando il sistema delle minuscole soglie pensate invece per indurre al rafforzamento delle coalizioni per favorire la governabilità), fa sapere Urzì, dimostrano come la strada “che ho intrapreso sia quella giusta”.

Scongiurare nel futuro l'ipotesi di un nuovo commissariamento della città, questo l’obiettivo della riforma della legge elettorale, “i due consiglieri di Freiheitlichen e Buerger Union non sono di Bolzano e probabilmente a loro sfugge la gravità della situazione”, inveisce Urzì. Altro punto focale la riduzione da 45 a 35 dei consiglieri comunali di Bolzano; una proposta irricevibile secondo l’esponente di Alto Adige nel cuore: il taglio “dovrebbe portare ad una riduzione del numero dei consiglieri comunali in tutta la provincia. Questa riduzione porrebbe a rischio la elementare sopravvivenza della rappresentanza del gruppo linguistico italiano in numerosi consigli comunali della periferia”. La pretesa riduzione - precisa Urzì - è inoltre ininfluente sul piano della spesa: “I consiglieri vengono pagati con gettoni e non è certo una spesa di poche migliaia di euro per tutti i consiglieri in eccesso  nell’arco dei cinque anni a cambiare i valori della spesa pubblica”. Non solo: a risentire degli eventuali tagli sarebbe in primo luogo l’opposizione, qualunque essa sia, e la rappresentanza della minoranza linguistica del capoluogo, ossia quella tedesca, che verrebbe messa a serio rischio. Curioso, dunque, che proprio Freiheitlichen e Bürgerunion polemizzino sulla questione dal momento che “dovrebbe invece essere il loro naturale interesse difendere la rappresentanza tedesca a Bolzano, non danneggiarla”, attacca Urzì che aggiunge: “La misura costringerebbe anche i Comuni trentini (a partire da Trento) a procedere con la stessa operazione, inimmaginabile che questo possa accadere”.

Altra questione è l’introduzione delle soglie di sbarramento - il 3% per le singole liste, 7% per le coalizioni e 2,2% per ogni lista coalizzata - che non impedirebbe “a nessuna lista minimamente rappresentativa di potere concorrere ad un seggio in Consiglio comunale a Bolzano”. E ancora, infine: “Il modello delle modeste soglie per l’accesso al Consiglio comunale non è esportabile sulla legge per la elezione del Consiglio provinciale perché lo Statuto prevede che la legge elettorale provinciale sia fondata sul proporzionale puro, senza possibilità di correttivi. La rappresentanza proporzionale dei gruppi linguistici viene in questo modo salvaguardata. Inoltre per la provincia non esiste la possibilità dei collegamenti fra liste e quindi una riforma come quella ipotizzata per il comune non è applicabile”.