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L’Italia degli sprechi

868 le infrastrutture incompiute, già spesi 4 miliardi di €. 8 le opere non terminate in Alto Adige ma la Provincia avverte: “Non sono di competenza dell’assessorato”.

Italiani, popolo di spreconi. Sono ben 868, a livello nazionale, le opere pubbliche iniziate e mai concluse, nel 2013, secondo i calcoli del Codacons, erano 692. Il costo per ogni famiglia si attesta a 166 euro, dichiara il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, “risorse sottratte alla collettività costretta a finanziare dighe progettate negli anni '60 e poi lasciate in stato di abbandono, porti inaugurati e mai utilizzati, strade che non portano in nessun posto perché lasciate a metà, strutture inutilizzate a causa degli elevati costi di gestione”. La spesa complessiva si attesta intorno ai 4 miliardi di euro e altri 1,4 miliardi servirebbero per completarle.

La “maglia nera” va alla Sicilia con le sue 215 opere incompiute (anche se l’aumento dipende dal fatto che nell’anno precedente la regione non aveva comunicato il numero di incompiute). In Abruzzo le infrastrutture non ultimate sono passate dalle 33 del 2013 alle 40 del 2014; peggio fa la Calabria: 64 incompiute del 2013, 93 nel 2014. Non migliora la situazione nemmeno in Puglia: 59 nel 2013, 81 nel 2014. Da 19 a 35 invece quelle non terminate in Lombardia. “Record dello spreco” va invece - secondo il Codacons - alla Città dello sport di Tor Vergata a Roma costata finora oltre 607 milioni di euro. “Il fenomeno delle opere incompiute, tuttavia, è assolutamente trasversale: attraversa l'Italia dal nord al sud, e accomuna regioni moderne e all'avanguardia come la Lombardia e il Veneto alle aree meno sviluppate del Mezzogiorno, a dimostrazione che gli sprechi non hanno colore politico o differenze territoriali”, ha sottolineato Rienzi. Ancora: “E pensare che i miliardi finora spesi per tali infrastrutture irrealizzate, avrebbero potuto abbattere la pressione fiscale per tutti i cittadini ed impedire la nascita di tasse come l'Imu o la Tasi, con benefici immensi per la collettività e l'economia nazionale”.

Relativamente all’anno 2014 risultano invece all’Anagrafe delle infrastrutture incompiute dell’Alto Adige 8 opere in “stand-by” (erano 14 nel 2013), “ma nessuna di queste riguarda questo assessorato, i committenti sono infatti i Comuni”, precisa Paolo Montagner, capo dipartimento all’edilizia abitativa e lavori pubblici della Provincia (di competenza dell'assessore Christian Tommasini).

Fra le 8 opere in questione c’è anche la ristrutturazione dell’ospedale sanitario di Brunico e la costruzione di un nuovo edificio amministrativo per i quali sono già stati spesi 1,3 milioni di euro più gli oneri aggiuntivi per finire l’opera di 468mila euro. “Anche il comprensorio, pur essendo provinciale, non è di competenza dell’assessorato dei lavori pubblici. In quel caso ci sono stati due fallimenti di seguito delle ditte incaricate, come da prassi quindi sono stati interrotti i lavori per poterli ri-appaltare”, conclude Montagner.