Politik | Brennero

Il vantaggio del confine

La prevista chiusura del confine tra Italia e Austria stimola riflessioni geopolitiche delle quali faremmo (quasi) tutti volentieri a meno.

Ricordate la celebre citazione del pittore Francisco Goya, secondo la quale il sonno della ragione genererebbe mostri? Leggendo questo articolo, firmato da Dario Fabbri, apparso sulla rivista Limes e rilanciato dal sito www.tvsvizzera.it, è quasi impossibile non immaginarne una perifrasi: “Il sonno della geopolitica ne genera altrettanti”.

Questa la citazione chiave estrapolata dal pezzo del “giornalista, consigliere redazionale di Limes, esperto di America e Medio Oriente”:

Da sempre lo Stato italiano fatica ad integrare i sudtirolesi ed ora potrebbe cogliere l’attimo schierandosi al loro fianco nell’attuale disputa internazionale. Consapevole di poter profittare della situazione sia in caso di riapertura della frontiera, che in caso di drammatico precipitare dei rapporti tra Vienna e Bolzano. Il messaggio di Roma sarebbe chiaro: se il governo austriaco continuerà a perseguire la chiusura della frontiera anche nel periodo post-elettorale, dovrà mettere in conto un sostanziale scadimento dei rapporti con l’Alto Adige, territorio che da sempre Vienna reputa parte della patria originaria. Di fatto un’arma puntata contro il vicino transalpino. L’unico risvolto positivo di una crisi potenzialmente funesta.

Uno scenario a dir poco detestabile viene dunque colto in un suo supposto “risvolto positivo”, senza notare che proprio tale “risvolto positivo” sarebbe il più detestabile di tutti gli altri. Fabbri, al pari di tanti estemporanei bricoleurs geopolitici, sembra insomma dimenticare che la pace tra i gruppi linguistici che vivono in Alto Adige/Südtirol è il frutto di una faticosa conquista diplomatica capace di superare la percezione del “nemico ereditario” (Claus Gatterer) in auge per quasi un secolo (che in questo caso a torto definiremmo “breve”) e creare così condizioni di convivenza magari non ideali, ma senz’altro accettabili.

Risvegliare il cane che dorme, oltre che poco auspicabile sul piano delle relazioni tra i due stati nazionali, sarebbe perciò in primo luogo nefasto per la popolazione locale, che non ha certo bisogno di essere sollecitata da strampalate riflessioni geopolitiche buttate lì tanto per fare.

Del resto, è dalla stessa definizione di una disciplina dallo statuto così ambiguo che discendono i problemi. Ecco per esempio cosa afferma il fondatore della rivista “Hérodote”, Yves Lacoste: “Viene considerata geopolitica quella situazione nella quale due o più attori politici si contendono un territorio. In questo contendere, le popolazioni che abitano il territorio conteso, o che sono rappresentate dagli attori che se lo contendono, devono essere coinvolte in questo conflitto attraverso l'uso degli strumenti di comunicazione di massa”. Ogni riflessione geopolitica, a quanto pare, implica un intento manipolatorio svolto mediante gli “strumenti di comunicazione di massa” al fine di mobilitare (gli uni contro gli altri) spezzoni di popolazione altrimenti giustamente poco smaniosi di coltivare interessi del genere. Una mostruosità, per l’appunto, con la quale qui – soprattutto qui – solo gli sciocchi sentono il bisogno di confrontarsi di nuovo.  

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gorgias So., 24.04.2016 - 17:22

Io non darei così tante attenzioni a le castronerie di una persona che di politica interna e internazionale non ne capisce poco più di niente. Le cui riflessioni in un momento clemente chiamerei amatoriali in un altro semidementi.
Sorprendente però che su un sito di una rete televisiva pubblica Svizzera si dia spazio a idee che si aspetterebbe di trovare su un blog di Forza Nuova o Casapound.

So., 24.04.2016 - 17:22 Permalink
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Benno Kusstatscher Di., 26.04.2016 - 00:30

Gabriele, die eigentliche Würze liegt nicht im bbd Link, den Du provokant hinterlegst, sondern in den über 700 Kommentaren, die tvsvizzera zum Artikel auf fb bekommen hat. Relativ dazu schneiden wir Südtiroler ja gar nicht so schlecht ab.

Di., 26.04.2016 - 00:30 Permalink