“Criptovalute? Alperia non le tratta”

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“Alperia investe ancora in criptovaluta?”, si chiedeva in un'interrogazione di qualche settimana fa il gruppo consigliare dei Verdi in provincia di Bolzano. La risposta, scritta il 17 aprile dall'assessore provinciale Peter Brunner, è categorica: "Alperia non ha mai posseduto un portafoglio in criptovalute né ha mai effettuato transazioni". Il progetto di Alperia a cui i tre consiglieri provinciali dei Verdi, Madeleine Rohrer, Brigitte Foppa e Zeno Oberkofler, fanno riferimento è “Alperia Mining Farm” che - assicura la Provincia nella risposta - "è stato chiuso a dicembre 2023".
La notizia, già raccontata da SALTO, non è stata molto pubblicizzata ma, come si legge nel Bilancio di sostenibilità Alperia 2022, riguarda la centrale di Tel, in Venosta, dove nel 2021 furono installati 190 computer industriali il cui compito è stato quello di vendere potenza di calcolo sviluppata a partire da energia idroelettrica. "Il progetto - si legge nel Bilancio - è gestito in collaborazione con la startup trentina Alps Blockchain e mira a costruire un ponte tra la tecnologia della blockchain e il mondo dell’energia rinnovabile. Una parte dell’energia, quindi, viene riciclata e destinata all’autoconsumo per la Mining Farm". Nel bilancio di sostenibilità 2023, osservano i Verdi, “non c’è più traccia di questa iniziativa". Da qui la domanda: perché non se ne parla più e quanta energia prodotta da Alperia è stata investita finora nel progetto Alps Mining Farm? Risposta di Brunner: "Il progetto è stato trattato nel 2021 e nel 2022 nel bilancio di sostenibilità. Il centro di calcolo ha funzionato in maniera non continuativa da dicembre 2021 a dicembre 2023, utilizzando in totale 2,0 GWh di energia idroelettrica (meno dell’1% dell’energia prodotta nello stesso periodo dal solo impianto di Tel)".
Inoltre, l'assessore provinciale ha specificato che per la costruzione dell’“Alperia Mining Farm” sono stati investiti circa 752.000 euro.A fronte di questo investimento, quale contropartita ha ricevuto Alperia per questo progetto? Purtroppo dalla risposta di Brunner non si evince un valore del reale "guadagno" di Alperia: "Nei due anni in cui il centro di calcolo è stato attivo - scrive l'assessore - Alperia ha venduto la potenza di calcolo resa disponibile dai macchinari installati. La potenza di calcolo generata è stata valorizzata in Euro/TH (TH = TeraHash, unità di misura della potenza di calcolo)". In merito SALTO ha contattato Alperia, che provvederà a rispondere.
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La questione ecologica
Il gruppo consiliare dei Verdi, inoltre, ha voluto indagare sul consumo di energia. I consiglieri nell'interrogazione hanno sottolineato: "Il Bitcoin è la prima e più nota criptovaluta. Funziona senza un'organizzazione centrale, come è ad esempio una banca, e consente alle persone di inviare e ricevere denaro in modo digitale. Il mining è il processo attraverso il quale le transazioni nella rete vengono convalidate e vengono creati nuovi Bitcoin. I minatori utilizzano potenti computer per competere tra loro e guadagnare nuovi bitcoin. Questi vengono assegnati a chi per primo aggiunge un nuovo blocco alla blockchain, un registro digitale in cui tutte le transazioni Bitcoin sono memorizzate in modo sicuro e immutabile. I “minatori”, quindi, elaborano le transazioni utilizzando hardware specializzati e, in cambio, raccolgono nuovi Bitcoin. La concorrenza tra i minatori e l’aumento del loro numero ha portato a un massiccio aggiornamento dell'infrastruttura tecnica. Il processo richiede hardware specializzato ed enormi quantità di energia, il bilancio ecologico è problematico: il mining ha richiesto nel 2023 a livello globale 178 terawattora di elettricità, quanto consuma tutta l’Italia in sei mesi". Alla luce di ciò, i Verdi si sono chiesti se sia compito di una società energetica di proprietà pubblica realizzare progetti su una criptovaluta e come la Giunta provinciale abbia intenzione di conciliare la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio dei Bitcoin con l'obiettivo della neutralità climatica.
In merito Brunner ha precisato che "Alperia non tratta criptovalute e quindi non si pone il problema di conciliare la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio di Bitcoin con l’obiettivo della neutralità climatica". Per l'assessore, gli obiettivi di Alperia in questo progetto erano ben diversi e chiari fin dall’inizio. Elenca nella risposta: I. acquisire esperienza nell’ambito dell’autoconsumo di energia elettrica (l’”Alperia Mining Farm” ha permesso di testare una configurazione di autoconsumo di piccole dimensioni, ma replicabile al bisogno in configurazioni più grandi, ad esempio per la produzione di idrogeno verde); II. valutare utilizzi diversi dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili non programmabili, prevista in forte incremento nei prossimi anni; III. realizzare un progetto pilota in un campo in forte sviluppo come quello della fornitura di potenza di calcolo.
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