Chronik | Abitare

Bisogna adeguare le case degli anziani

L’Italia invecchia e con essa anche le case. Il 50 % del patrimonio edilizio italiano ha più di 40 anni e richiede urgenti interventi di adeguamento e ammodernamento sotto il profilo della sicurezza, dell’accessibilità, del comfort e del risparmio energetico.
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  • Si tratta di una condizione che investe in particolare le abitazioni delle persone anziane, che per circa l’80 % hanno l’alloggio di proprietà acquistato nel corso della loro vita familiare e lavorativa, talvolta come riscatto di edilizia residenziale pubblica, risalenti agli anni del boom edilizio anni 60-70 o comunque nel Novecento. 

    Inoltre, ci troviamo spesso di fronte ad appartamenti molto grandi perché pensati per accogliervi famiglie numerose e che risultano dispersivi per quegli anziani che vivono in situazione di solitudine o assistiti da badanti più o meno stanziali nell’abitazione.

    Basta entrare nelle case degli ottantenni per avere una percezione diretta di tutto ciò: case statiche, mobili e arredamenti superati, complessi abitativi con carenze di manutenzione, poco accessibili, spazi comuni poco curati. Riassumendo case mediamente vecchie, insicure, inadeguate da vari punti di vista (in primis l’accessibilità).

    Risulta pertanto fondamentale pensare a un piano che predisponga degli standard edilizi ed urbanistici da rispettare per favorire l’invecchiamento attivo e che si prospetti verso nuovi modelli abitativi così da rispondere ai profondi cambiamenti in atto.

    Una linea di azione da seguire potrebbe riguardare l’adeguamento del patrimonio immobiliare esistente rendendolo conforme ai moderni standard di sicurezza e confort attraverso la dotazione di tutte quelle nuove tecnologie che rendono più agevole la gestione domestica.

    Soluzioni informatiche e telematiche offrirebbero un miglioramento delle condizioni di vita svolgendo anche funzioni di allarme e di controllo. Tuttavia, attualmente, i prezzi per la domotica risultano essere ancora elevati rispetto ai sistemi tradizionali, sia per la scarsa diffusione che trovano nel mercato sia per l’alto livello tecnologico delle loro componenti.

    Nonostante la popolazione anziana risulti perlopiù autosufficiente dal punto di vista patrimoniale (vantando nella maggioranza dei casi la proprietà dei beni immobili di cui dispone), la povertà dal punto di vista reddituale rende difficile e spesso impossibile sostenere gli ingenti costi che un piano di interventi di questo tipo potrebbe comportare. Tuttavia siamo di fronte ad una tematica poco trattata nelle sedi politiche e istituzionali nonostante la sua rilevanza.

    Servirebbe un programma finalizzato all’adeguamento delle abitazioni così da eliminare le barriere architettoniche, rendere più fruibili gli spazi di vita, attrezzandoli di impianti domotici e di tecnologie per l’autonomia, dispositivi con sistemi integrati che permettano alcune funzionalità atte ad assistere l’anziano nei movimenti, arredi privi di spigoli vivi per ridurre il rischio di lesioni, fino ad arrivare ad un’ergonomia conforme con il corpo umano invecchiato. Soluzioni e accorgimenti specifici creerebbero un ambiente sereno e intelligente in grado di ridurre il rischio di infortunio. 

    Tutto questo comporta sicuramente l'impegno di adeguate risorse non solo private, ma anche pubbliche. Non si tratta però di quantità impossibili, Si tratta invece di stabilizzarle e meglio indirizzarle sulla base di standard di qualità commisurati ai problemi di una crescente popolazione anziana. 

    Risorse economiche che, in questa Provincia, potrebbero essere dirottate dal turismo, fin troppo sovvenzionato, all’edilizia sociale e agevolata in modo da iniziare un percorso che aiuti nel concreto le persone che cercano case. Tali risorse, però, non dovranno ricadere a pioggia a coloro che faranno semplice richiesta. Potrebbero essere legati a progetti di calmierazione degli affitti, di abitare multigenerazionale, di cooperazione indivisa.

    Se anche questa amministrazione pubblica sostenesse questi progetti, forse, in breve tempo si potrebbe realizzare una rete di servizi diffusa nel territorio provinciale e, in particolar modo, nei centri più densamente abitati, finalizzata all'adeguamento del patrimonio immobiliare al progressivo invecchiamento della popolazione e, nel contempo iniziare a dare risposte concrete ai temi caro affitti e caro acquisti.

    Apriamo un tavolo di confronto permanente, serio, con tutte le parti sociali, che appronti un piano dell’abitare concreto che eviti la fuga di giovani e famiglie e tenga anche conto delle esigenze degli anziani.

    Maurizio Surian