Film | salto weekend

Creature di Dio

Il senso della moralità di una madre viene messo alla prova quando il figlio prediletto commette un atto imperdonabile. Un film riuscito a metà.

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La lunga estate calda è quel periodo dell’anno in cui non serve fare troppo gli schizzinosi su cosa passa il convento. Quest’anno con Barbie e Oppenheimer ci va inaspettatamente di lusso, detto ciò c’è anche un piccolo film, ora in sala, che si chiama God’s Creatures (Creature di Dio) e che non è certo il capolavoro del secolo ma poteva andarci molto peggio per il principio di cui sopra.

Cos’è

God’s Creatures è il film di Saela Davis e Anna Rose Holmer, prodotto da A24. Ambientato in uno sperduto villaggio irlandese, racconta la storia di Brian (Paul Mescal) che dopo diversi anni trascorsi in Australia ricompare inaspettatamente nella sua isola. Non tutti però sono entusiasti del suo ritorno, compreso il padre Con (Declan Connolly) e la sorella Erin (Toni O’Rourke). Stranamente Brian non fornisce mai un motivo convincente per cui è tornato o non parla affatto del periodo passato nel lontano continente. Si riadatta alla vita della piccola comunità riprendendo il suo vecchio lavoro di allevatore di ostriche ma finisce per sconvolgere la vita di tutti.

La sua presunta vittima è Sarah Murphy (Aisling Franciosi, che aveva già mostrato grande talento in The Nightingale), una vecchia amica e forse sua ex. Gli uomini dell’isola non prendono sul serio le affermazioni della donna mentre Aileen O’Hara (Emily Watson), madre di Brian, crea immediatamente un alibi per il figlio - con cui ha un legame speciale - ancora prima di conoscere i dettagli del crimine di cui è accusato, ma la sua coscienza non manca di presentarle il conto.

God’s Creatures | Official Trailer

 

Com’è

È un film immerso in un pesante mood da classe operaia irlandese su una comunità patriarcale in cui le donne aggredite spesso non vengono credute e sui limiti della protezione materna. Che si fa quando qualcuno che si ama più della vita stessa commette un atto imperdonabile? Quanto ci si può spingere oltre il proprio codice morale per proteggere un figlio? Spunti di base interessanti, peccato che l’esecuzione sia poco incisiva.

La forza dell’interpretazione di Watson tiene a galla un film altrimenti decisamente glaciale, quella di Mescal (attore del momento, bravissimo in Aftersun) un po’ meno ma non per colpa sua - ha molto poco da fare e il personaggio risulta monodimensionale. Le caratterizzazioni dello sceneggiatore Shane Crowley sono del resto troppo sottili. Pollici in su invece per l’atmosferica fotografia di Chayse Irvin.

God’s Creatures impiega un tempo spropositato per iniziare ma si risolleva relativamente nel terzo atto, ovvero quando la lotta di Aileen tra la verità e l’amore per il figlio raggiunge il suo apice. In sostanza sì, è l’ennesimo film su uomini terribili e misogini disinvolti, una versione non memorabile di una storia già realizzata tante volte e un po’ meglio di così.