“Non abbiate paura”
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Non appena varcata la soglia della piccola bottega di Via Leonardo da Vinci 17, non si può fare a meno di notare il volto raggiante del Meister dietro al bancone. Per Konrad Laimer, trasmettere la passione per la mineralogia e l’oreficeria è un talento innato, così come gestire con entusiasmo la sua azienda, la Posthaus Schmuck Merano, cooperativa di cui è presidente dal 2020.
SALTO: Sappiamo che Lei, partendo da Rablà, è riuscito a valicare ampiamente i confini europei, lavorando anche negli Stati Uniti e in Russia come consulente scientifico e docente.
Konrad Laimer: È stata un’esperienza molto rilevante nella mia carriera. Per vent’anni ho avuto il privilegio di conoscere mondi anche agli antipodi, mi sono evoluto non solo sul piano tecnico, ma anche culturalmente ed è sicuramente più di quanto mi aspettassi da ragazzo, quando inizialmente, per motivi familiari, ero indirizzato verso il mondo alberghiero.Ha pensato fuori dagli schemi?
Assolutamente! Diciamo che nella mia vita il Leitmotiv è sempre stato quello di fare qualcosa di diverso dagli altri, che fossero i miei familiari o anche i miei colleghi di mestiere. Ho applicato il concetto di “inventarsi”, che ho riconosciuto molto sia negli artigiani russi, come nei veneti. Quando nel 1987 ho deciso di aprire il mio laboratorio a Naturno ero guidato dall’idea di dover essere diverso dagli altri e continuo su questa linea da tre anni anche qui a Merano. -
Non è facile spiccare in un settore che in Italia è molto apprezzato e in cui non manca la concorrenza. Quale è stata dunque la chiave del successo?
Parliamoci chiaro, essere bravi orafi non è di per sé interessante, ma è il modo in cui vuoi integrare questa disciplina che può cambiare tutto. Per noi da un lato la chiave è stata la scelta del materiale: noi vogliamo che i clienti riconoscano all’istante il territorio da cui veniamo tramite le nostre creazioni. Noi facciamo alto uso di pietre locali, come la meranite [un minerale diffuso nella zona di Merano 2000, nda], ma amiamo inventare gioielli anche con materiale osseo, come i palchi abbandonati dai cervi ogni anno, pigne, frutta essiccata o legno. Deve essere tutto locale o quantomeno riconducibile all’arco alpino. Questo ci permette di abbattere i costi, poiché gran parte di questo materiale lo riceviamo da nostri conoscenti, ma ci permette anche di avere la nostra identità sul mercato.
L’altra chiave è stata la strategia di diventare una società cooperativa.
Che è una situazione un po’ atipica…
Penso che questo sia un caso più unico che raro in Italia, che un orafo eserciti e tramandi il mestiere in questa forma.
Nel 2020, in piena pandemia, abbiamo ritenuto che ci fossero i presupposti favorevoli per aprire un punto vendita qui. I miei colleghi mestieranti in veneto erano un po’ scettici a riguardo, ma che volete farci…io voglio sempre fare diversamente [ride].
Scherzi a parte, al momento questa scelta ha pagato e oltre a questa bottega -dove con mia moglie Waltraud mi occupo delle vendite – ho continuato a mandare avanti il laboratorio al piano di sopra, dove continuo ad essere operativo assieme a Martin, il mio giovane assistente, nonché il vicepresidente della società.
Parliamo di te, Martin: da giovane apprendista a consolidato membro della società, come giudichi la tua esperienza?
Martin Messavilla: Sono quasi dieci anni che lavoro con Konrad e devo ammettere di essere soddisfatto. Io per questo mestiere do tanto, ma ciò che ricevo in termini di soddisfazione personale è molto di più. La cosa bella è che provo un enorme entusiasmo nello sviluppare ciò che trovo (perché talvolta nel mio tempo libero vado proprio a cercare i minerali) e occuparmi del design di ciò che andrà venduto. Uso reagenti chimici e stampanti 3D, mi occupo di curare l’estetica dei nostri prodotti, anche sui social. È un lavoro a tuttotondo. Qui mi sento libero di portare le mie idee ogni giorno e Konrad è molto aperto a nuovi concetti, anche se magari sono molto lontani da quelli a cui è abituato, ma ciò che conta per lui è che la nostra disciplina abbia sempre più un respiro contemporaneo e innovativo.
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Konrad, a quanto sappiamo, Lei si occupa ancora di docenza…
Konrad Laimer: Sì, oltre ad alcune attività di workshop e conferenze internazionali, intrattengo rapporti con la scuola professionale Galdus di Milano, dove cerco di trasmettere la stessa filosofia: studiare la storia dell’arte, studiare il materiale e poi cercare di valorizzarlo. Un vero artigiano non lavora mai nello stesso modo, lui deve pensare a quello che vuole realizzare anche solo vedendo la materia prima. Quando mancano questi presupposti, l’artigianato va un po’ in crisi e diventa più difficile trovare la propria identità ed essere competitivi sul mercato. Sul piano dell’insegnamento oggi, bisogna dare di più.
“Non abbiate paura di condividere le idee, l’artigianato è cultura”
Quali sono i suoi obiettivi per il futuro e che messaggio vuole trasmettere agli amici artigiani?
Al momento gli affari stanno andando bene, penso che i tempi siano maturi per l’assunzione di un altro giovane. Condividere le idee con i ragazzi è per me fondamentale, pertanto, se proprio potessi dare un consiglio ad altri artigiani, questo sarebbe: apritevi ai giovani, investite su di loro e non abbiate paura di condividere le idee, l’artigianato è cultura. Insomma, fatevi conoscere e non fate ammuffire le vostre idee tenendole solo per voi! -
Per ulteriori informazioni sulla cooperativa Posthaus Schmuck Merano visitare il sito: www.posthaus-merano.it
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Intervista a cura di Andy Odierno