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"Il riarmo, una tregua tra conflitti"

Al Festival dell'economia il Cardinale Zuppi parla di pace e racconta di un pontificato in continuità con il precedente
Matteo Maria Zuppi
Foto: Festival dell'economia
  • Al Festival dell’Economia è arrivato ieri (23 maggio) l’Arcivescovo metropolita di Bologna Matteo Maria Zuppi. Vicino a Papa Francesco, che nel 2019 lo ordinò cardinale, è salito agli onori della cronaca durante il conclave appena concluso, quando la parte più progressista dei fedeli, soprattutto italiani, sperava nella sua nomina a successore di Pietro. Papa Leone XIV, lo statunitense Robert Francis Prevost, sembra aver confermato la visione del suo predecessore, che aveva trovato in Zuppi un importante mediatore. Il cardinale, impegnato da decenni nelle missioni della Santa Sede nelle zone di guerra, ha raggiunto traguardi importanti, come il trattato di pace per la fine delle ostilità in Mozambico, e dal 2023 è a capo della missione della Santa Sede in Ucraina, per promuovere una pace giusta. Il focus del panel si è concentrato, infatti, proprio sulla pace: incalzato dalle prolisse domande di Marco Magnani, docente alla LUISS e giornalista del Sole24ore, Zuppi ha intessuto una breve conferenza di 45 minuti senza spazio per il dibattito finale, come il Festival dell’Economia ci ha ormai abituato da tre anni a questa parte, parlando soprattutto di recupero della visione sociale della pace.

  • Durante la conferenza, Zuppi invita a mettersi nei panni della controparte, cercando di riconoscere l’interlocutore e di decifrarne la semantica. Foto: Festival dell'economia

    Zuppi ha attaccato la versione individualista del concetto di pace, troppo spesso vista come benessere personale, invitando, invece, a recuperare l’idea di pace diffusa e generalizzata all’interno delle comunità, in un’ottica di relazione. Secondo Zuppi, sposare questa visione riporta al centro le azioni di ciascuno, poiché tutti possono diventare artigiani di pace ed avere un ruolo attivo nella costruzione di rapporti pacifici, tenendo a mente sempre i conflitti trascorsi, di cui bisogna mantenere vivo il ricordo: la guerra è, infatti, una sconfitta anche per chi vince e  i padri costituenti ne erano consapevoli, come si può evincere dalle righe dell’art.11 della Costituzione. 

    La guerra è, infatti, una sconfitta anche per chi vince

    Durante la conferenza, Zuppi ha invitato a mettersi nei panni della controparte, cercando di riconoscere l’interlocutore e di decifrarne la semantica, per poter poi intavolare delle trattative, fino ad arrivare ad un compromesso, da non leggere mai come una rinuncia.

  • E se Papa Francesco aveva definito le strategie di una pace creativa, Zuppi, con le sue missioni, cerca di trovarne l’applicazione. Foto: Festival dell'economia

    Ripete le parole del Pontefice, pronunciate dal balcone dell’elezione, di una pace disarmata e disarmante, continuando a dichiarare la sua contrarietà ad un riarmo, capace di creare solamente una tregua momentanea tra conflitti e spronando l’Europa a diventare centrale, anche grazie all’esempio della costruzione dell’UE, nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale proprio dal dialogo tra paesi nemici. E se Papa Francesco aveva definito le strategie di una pace creativa, Zuppi, con le sue missioni, cerca di trovarne l’applicazione, pur ammettendo le difficoltà delle attuali negoziazioni in Ucraina, per ricongiungere i bambini deportati in Russia e costretti alla rieducazione, accanto al lungo sforzo per la cessione dei defunti, tenuti ancora nel limbo della mancata restituzione alle famiglie d’origine. 

     

    Ripete le parole del Pontefice, pronunciate dal balcone dell’elezione, di una pace disarmata e disarmante

    Solo verso la fine, dopo aver sviato diplomaticamente sulla questione del conclave, accennando solamente all’emozione dell’apertura della finestra su piazza San Pietro e alla capacità di unione della Chiesa, in grado di trovare un voto unanime in pochissimo tempo, Zuppi ricorda l’eredità spirituale di Papa Francesco: un cattolicesimo senza orpelli, vicino agli ultimi, per il quale è centrale l’incontro con gli altri e la cura di una sola casa comune, minacciata da crisi climatiche e politiche. Una visione, che, secondo Matteo Maria Zuppi, Papa Leone XIV ha deciso di portare avanti.