Wirtschaft | Trasporto pubblico

Bus, fondi statali per Bolzano e Trento

Dal fondo di 600 milioni di euro arriveranno 8,6 milioni per Bolzano e 7,9 per Trento, ma stop ai bus diesel: finanziati solo quelli a metano, elettrici e idrogeno.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
Bus a metano e metano liquido: Scania Interlink CNG e IIA Citymood LNG
Foto: www.scania.it - www.industriaitalianaautobus.com

La notizia di qualche giorno fa, che non mi pare sia stata riportata a livello altoatesino ma solo trentino, è interessante perché pone un vincolo che è molto stringente per le società del trasporto pubblico e perché i fondi sono solo per nuovi mezzi suburbani e interurbani, anche se la prima definizione può dire molto o anche nulla poiché, a livello di omologazione, c’è la classe I (urbani) e la II (interurbani), oltre la III per i bus turistici. Tanto è vero che ho visto circolare di recente sulle linee 110/111 i nuovi bus da 18 metri (diesel e stop) del servizio interurbano.

In ogni caso i fondi sono vincolati a scelte non-diesel. Lo evidenzia lo stesso Ministro in carica:

“Per la prima volta non si finanziano più autobus diesel”

Sarebbe interessante sapere cosa si vorrà fare di questi fondi.

Cosa si farà in Trentino?

Ipotizzabile che in Trentino si spendano tali fondi per bus a metano per Trentino Trasporti, che ha ampliato di recente la capacità di rifornimento CNG presso il proprio deposito bus a Trento oppure che vengano inseriti bus a metano a Rovereto, richiesta che è da anni in sospeso per la città della Quercia. Attenzione, però: in un recente webinar il responsabile tecnico di TT aveva escluso l’uso dei mezzi a metano per i servizi interurbani. Sarà quindi interessante vedere se ci sarà un ripensamento di questa decisione.

E in Alto Adige?

Ancor più interessante è la questione in salsa altoatesina che si interseca con parecchie scelte del recente passato. L’abbandono del metano per  dieselizzazione, a mio avviso anacronistica con la scusante "ibrida" e pure mazziata di recente dalle scelte europee sugli appalti, e la dismissione della stazione di rifornimento CNG presso il deposito Sasa in via Buozzi a Bolzano, farebbe pensare ad un ulteriore acquisto da parte della Provincia di mezzi H2 o elettrici ma… oggi non ce ne sono in classe II salvo che non arrivino in extremis omologazioni in tal senso.

Nuovi bus per il tpl interurbano di Sasa ma quali?

Qui si pone l’interrogativo, anche perché i fondi andranno spesi “dal 2022 al 2026“ e, soprattutto, Sasa dovrà assumere fra breve l'esercizio di non poche linee interurbane e il parco bus che acquisirà (se mai riuscirà ad acquisire da Sad, facile prevedere la consueta gragnuola di ricorsi) è tutto diesel e pure, in parte vetusto. Il problema, quindi, bandito il diesel, cosa se ne farà la Provincia di tali fondi poiché la flotta di Sasa “è al completo”, stando a recenti dichiarazioni del presidente di Sasa, per le esigenze odierne.

Molti bus convenzionali CNG/LNG o pochi elettrici? Il dilemma si ripropone come è capitato negli ultimi dieci anni

Si ripresenta il tema che avevo indicato tante volte nel passato: fatto 1 il costo di un bus a metano, un elettrico ne costa circa 2/3 volte tanto, uno a idrogeno circa 4 volte tanto. Si favorirà la scelta elettrica (batteria o H2 che sia) oppure si vorrà dare una sterzata pro CNG o, addirittura, LNG (metano liquido)? Perché i conti, alla grossolana, sono presto fatti: con gli 8,6 milioni si potrebbero comprare circa 37 bus a metano, 15 elettrici a batteria o solo dieci a idrogeno. Al netto ovviamente, degli impianti di rifornimento/ricarica da realizzare o integrare.

Fra l’altro, e concludo, il fatto che siano arrivati finanziamenti statali smentisce la direttrice generale di Sasa che di recente aveva affermato, se non erro nel consiglio comunale bolzanino nel dibattito sull’aumento di capitale provinciale, che da Roma non arrivavano fondi per la particolarità del sistema di finanziamento del tpl altoatesino. In realtà ne erano già arrivati nell’ambito dei fondi di “Connettere l’Italia” dell’allora MinTrasportiInfrastrutture per l’acquisto dei primi cinque bus elettrici nel 2018.

Insomma, ci sono sempre notizie e spunti di riflessione interessanti nel tpl locale che non ama particolarmente che si discutano "gli affari propri" ma tanto la politica politicante e strillante poi, quando si va nel concreto, diventa evanescente. Staremo a vedere ad ogni buon conto quali decisioni verranno prese su come spendere tali fondi che possono essere tanti ma anche pochi. In ogni caso, “Es blebi spannend!”.