Politik | Ultrasinistra

Duri e puri

Bersani e D'Alema si alleano all'ultrasinistra contro Renzi.
Bersani - D'Alema
Foto: upi
Quando Bersani e D'Alema vestono i panni dismessi di Fausto Bertinotti, non si sa se ridere o piangere. Due ex-segretari del PD - da quasi mezzo secolo e senza successi significativi in politica - si convertono al fondamentalismo ideologico e si uniscono a Nicola Fratoianni, da anni pendolare fra i partitini del tre per cento come Rifondazione comunista, Sinistra Italiana e SEL.
 

Ma Bersani non era quello che aveva promesso di smacchiare il giaguaro e sconfiggere Berlusconi, fallendo l'impresa senza dimettersi? E D'Alema dopo il trionfo nel referendum renziano non aveva dichiarato: "Ora mi ritiro dalla politica italiana"? Eccolo di nuovo sulle barricate, un duro e puro con barca da vela e tenuta  in Umbria, che si ricandida a furor di popolo: "Non potrei non prendere in considerazione una richiesta se venisse dai cittadini di dare una mano alla campagna elettorale."

Non c'è dubbio che si sta tornando agli anni della guerra ideologica. Ne è prova la riesumazione del feticcio ideologico per eccellenza degli anni settanta: l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori che prevede il reintegro dei lavoratori in caso di licenziamento senza giusta causa.
 

Ne è prova il conflitto lacerante fra la CGIL e i sindacati moderati CISL e UIL con Maurizio Landini che tira la volata alla sinistra anti-PD e la Camusso che minaccia lo sciopero proclamando una giornata di mobilitazione. Ne è prova il modo brusco con il quale Pier Luigi Bersani ha sbattuto la porta a mediatori pur ragionevoli come Piero Fassino e Giuliano Pisapia, ignorando gli appelli di Prodi e Veltroni. E' una lotta ideologica basata su rancori personali e sull'odio comune contro Matteo Renzi che ha fatto di tutto per favorire antipatie contro il suo stile politico. Che Bersani chieda al governo di cancellare il jobs act rinnegando un punto centrale del suo programma è un assaggio del clima che vedremo nella campagna elettorale. Ora questa sinistra disunita su tutto e unita dalla profonda avversione contro Renzi attende lo scioglimento delle camere e la discesa in campo dei presidenti di camera e senato per guidare l'accozzaglia che lega D'Alema a Fratoianni. Sarebbe la prima volta nella storia della repubblica, in barba alla terzietà delle più alte cariche dello stato. Gongola Giulio Marcon, capogruppo di Sinistra Italiana: "Il 3 dicembre all'assemblea della lista unitaria ci sarà Grasso e sarà il nostro leader". Ma il presidente del Senato per ora non si fa tirare per la giacca: "Non ho sciolto alcuna riserva."
 

Al pietoso teatrino pre-elettorale danno una mano l'ex magistrato Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa fondando un nuovo partito di sinistra dal nome suggestivo: La mossa del Cavallo. "Per tutti quelli che non sanno per chi votare, nasce una nuova prospettiva." E ci sarà anche il Partito Comunista di Marco Rizzo, che ovviamente dissente dagli altri dell'ultrasinistra: "Tra D'Alema e Renzi non c'è nessuna differenza".

Si sta avvicinando la data delle elezioni, finora sconosciuta. Ma c'è una data più vicina e molto più pertinente: quella del carnevale.