Promesse da marinaio?

Sembrerebbe - va da sé anche a costo di risultare insolenti - che ultimamente in casa Provincia abbiano un serio problema di comunicazione, quantomeno rispetto ad alcune aree d'azione specifiche. Nel primo pomeriggio di ieri, in conferenza stampa, il Landeshauptmann Arno Kompatscher aveva con sapienza e mestiere “addomesticato” le polemiche relative alla mancanza di un’adeguata risposta (temporanea) all’emergenza freddo che da giorni osserva dormire molte persone, profughi e senzatetto, all’addiaccio nel capoluogo altoatesino. “Ab heute Abend stehen Menschen, die derzeit die kalten Nächte auf Bozens Straßen verbringen, Schlafmöglichkeiten in der Reschen- und in der Cadornastraße zur Verfügung.”, aveva garantito Kompatscher , “da stasera (ieri, ndr) sono a disposizione posti letto in via Resia e in via Cadorna”.
E, dunque, ieri sera, circa un centinaio di disperati, perlopiù afghani e pakistani, accompagnati da vari volontari - fra cui la Rete dei diritti dei senza voce e la Caritas -, si è presentato davanti alla palestra scolastica di via Cadorna, e qui la sorpresa: il locale non era stato affatto allestito per la notte ma al suo interno c’erano anzi diverse persone, ignare, impegnate ad allenarsi. A quel punto, dopo l’arrivo delle forze dell’ordine giunte sul posto per tenere la situazione sotto i livelli di guardia, i volontari hanno telefonato ad Andrea Tremolada (referente di Volontarius) il quale ha dato indicazione di recarsi al Centro Emergenza freddo e registrarsi. Gambe in spalla, il gruppo è tornato allora in via Macello; mentre alcuni sono stati mandati al Palasport di via Resia.
Davanti al cancello del Centro, che si apre e si chiude continuamente, si forma presto una coda. Si sono aggiunti anche i volontari di Binario 1. Nel frattempo viene distribuito del tè caldo, qualcuno si mette anche in posa per farsi fotografare, qualcun altro dà segni di insofferenza nel dover aspettare il proprio turno: “mi sono passati davanti - dice un ragazzo africano indicando alcuni profughi - non è giusto”. La situazione, tuttavia, resta relativamente calma, si attende tutti, pazientemente, che venga individuata una soluzione quanto prima. I volontari aiutano con le pratiche di registrazione e a tenere su il morale. Gira voce che all'Emergenza freddo verranno messi a disposizione altri 30 posti per la notte, prospettiva inverosimile visto che la struttura è piena da giorni.
Mentre si tenta di capirci qualcosa spunta ad un tratto l’assessora Martha Stocker seguita da Andrea Tremolada, i quali spariscono immediatamente attraverso il cancello intrattenendosi all’interno del Centro per diversi minuti. “Sono qui in veste di privata cittadina” dirà uscendo Stocker a chi prova a strapparle una foto. La domanda più urgente è se verrà trovata una soluzione per la notte in corso, Stocker si defila senza rispondere, scura in volto. Una sola battuta: “si stanno registrando, andranno probabilmente al Palasport”. L’assessora e Tremolada sembrano poi allontanarsi verso la zona adiacente alla stazione, dove, in container e vagoni, negli ultimi giorni diverse persone trascorrono la notte. Un’area che, a quanto pare, oggi dovrebbe venire sgomberata. Alla fine, intorno alle 22.30, arriva il cessato allarme: la maggior parte delle persone è "in viaggio" (a bordo di un pulmino che fa la spola fra via Macello e via Resia), effettivamente, verso il Palasport, solo qualcuno viene assegnato all'Emergenza freddo.
A denunciare l’insostenibilità dell'attuale situazione insieme ai volontari e ai rappresentanti della società civile, un manipolo di politici da Rudi Benedikter (Projekt Bozen) ai Verdi Riccardo dello Sbarba e Marialaura Lorenzini, a Mauro Randi (Pd) a Guido Margheri (Sel) - organizzatore del presidio tenutosi ieri alle 18 in piazza Municipio - a Lidia Menapace, tutti uniti nel sottolineare la negligenza delle istituzioni al grido di “Vergogna!”. Diversi profughi ospitati all’Hotel Alpi e ai Bagni di Zolfo si sono uniti al sit-in sventolando cartelli e scandendo una frase su tutte: “we are human beings”. Fra i manifestanti anche alcuni dei migranti che, poco dopo, non troveranno riparo in via Cadorna. La palestra, pare, verrà resa disponibile stasera. Non occorrerà attendere molto per rendersi conto se l’ipotesi finalmente si concretizzerà o se si tratterà di un’altra illusione, veline per incartare i giornali di domani.
Lo scrivo per l'ennesima
Lo scrivo per l'ennesima volta, anche se sono consapevole che nessuno mi darà risposta, perché io sono nessuno (tranne quando devo pagare le tasse). E pure qui su salto nessuno dirà la sua opinione sulla mia idea, perché c'è gente troppo snob per abbassarsi a uno come me.
Comunque lo ribadisco! Vicino alla stazione c'è da più di 5 e passa anni (scandaloso!) un palazzo, pagato coi soldi dei contribuenti, della provincia. Possibile che non si possa convertire temporaneamente per questo inverno per ospitare per la sola notte povera gente? E' così difficile da fare?
Ma tanto non riceverò alcuna risposta...