Politik | L'intervista

“No ai ‘giochetti trasformisti’ di Spagnolli”

Chi è Angelo Gennaccaro, candidato sindaco della sua lista civica “Io sto con Bolzano”, e cosa c’è dietro quella che può sembrare solo una lotta contro i mulini a vento.

Nel sottobosco delle liste civiche che popolano il quadro politico bolzanino in fermento elettorale c’è anche quella di Angelo Gennaccaro, classe 1983, entrato nel consiglio comunale di Bolzano, come candidato dell’Unione di Centro, per la prima volta nel 2010 con 468 preferenze, diventando prima presidente della Commissione Scuola, Università e Tempo libero e poi segretario provinciale dell’Udc. La lista con cui correrà in solitaria alle elezioni comunali del prossimo maggio, presentandosi come candidato sindaco, si chiama “Io sto con Bolzano” – la capolista è la ventinovenne Nicol Mastella – e avrà 24 candidati, di cui 16 sotto i 35 anni.

Gennaccaro, perché costituire questa lista civica e smarcarsi dall’Udc?
In questi cinque anni mi sono sempre confrontato con un forte gruppo di giovani e la voglia è stata sempre quella di portare innovazione rispetto all’amministrazione cittadina. L’Udc, diciamoci la verità, ci andava un po’ stretta, anche il simbolo, per dire, è molto tradizionale e molto lontano soprattutto nell'ottica di questo momento storico, con la difficoltà che c’è di avvicinare in primo luogo i giovani alla politica, ecco perché la necessità di avvicinarci a un’esperienza più civica e di riportare un po’ di freschezza nella politica di Bolzano.

Che tradotto significa che il terzo mandato a Spagnolli è esagerato?
In tutti i comuni italiani il sindaco fa due legislature, lo stesso Pisapia a Milano ha detto che ne farà solo una, non vedo il motivo di questo accanimento ‘terapeutico’ di Spagnolli e per noi è senz’altro un ulteriore elemento di rottura, anche a livello generazionale, rispetto all’attuale amministrazione comunale.

E a chi vi accusa proprio di essere troppo giovani e presumibilmente troppo inesperti per governare una città cosa risponde?
Vorrei partire dal partito democratico che ha identificato come premier un quarantenne, senza dimenticare che Renzi non era ancora trentenne quando è diventato presidente della Provincia di Firenze. Il Pd ha nominato fra i ministri persone che non hanno fatto un giorno nella pubblica amministrazione, perciò se a 31 anni non si può fare il sindaco di una città di 100mila abitanti come Bolzano allora abbiamo davvero ancora molta strada da fare. Dei 24 candidati i 16 giovani under 35 non sono dei diciottenni che si sono diplomati l’altro ieri, ma fra loro ci sono ragazzi laureati, ragazzi che lavorano nella pubblica amministrazione o che hanno avuto incarichi di responsabilità e che rappresentano tutte energie positive per la città.

A proposito di giovani nei giorni scorsi lei ha criticato il sindaco Spagnolli per aver proposto di includere un centro giovani nel progetto del megastore di Benko, una promessa che lei ha definito “datata” e “in 10 anni mai rispettata”, quali sono secondo lei le politiche giovanili da adottare?
Spagnolli dovrà rispondere di quello che non ha fatto in questi dieci anni senza scaricare sempre la colpa sugli ecosociali. Noi stiamo chiudendo il programma ed entro il fine settimana dovrebbe essere pronto, intanto abbiamo raccolto quasi 200 firme da domenica, una cosa però è stata chiara fin da subito e cioè che non vogliamo scrivere nel programma elettorale cose irrealizzabili. Quello che si potrebbe fare rapidamente nell’interesse dei giovani è ad esempio snellire le pratiche amministrative per i locali che vogliono proporre musica dal vivo, che vogliono portare un po’ di vita culturale nella città. Ecco, prima di parlare delle grandi opere partiamo dal piccolo, dalla macchina amministrativa che ostacola questo tipo di iniziative nell’ambito delle politiche giovanili che possono essere concretizzate senza bisogno di troppi fondi dalla Provincia.

Un tema importante per la vostra lista? Ma non mi dica anche lei quello della sicurezza…
Non glielo dico, però effettivamente in questi quaranta giorni, nello spazio che abbiamo aperto in via Milano, 11, molte persone hanno partecipato a questo laboratorio di idee e il maggiore disagio che manifestavano era proprio quello della mancanza di sicurezza, so che sembra demagogia ma il fatto che questo problema sia stato sottovalutato è la verità. Un altro tema su cui punteremo è la questione dei sussidi e dei contributi che vanno distribuiti con criterio, e devono essere restituiti alla città in termini di lavoro e di opere. Ieri è venuta in via Milano una signora anziana che ci ha confidato di prendere il sussidio ogni mese e ha evidenziato la poca sensibilità che spesso c’è da parte di chi lavora in queste strutture verso chi vive situazioni di disagio sociale. L’amministrazione dovrebbe intervenire anche per cancellare l’umiliazione che quelle persone provano nel ricevere questo tipo di aiuti. Il comune deve essere il primo a ristabilire questo contatto con la buona politica, altrimenti non ci possiamo lamentare se la gente poi è sfiduciata.

Avete deciso di non fare alleanze ma se si andasse al secondo turno proverete a ricucire lo strappo con il centrosinistra? Del resto è in gioco il suo posto in consiglio comunale.
Per essere riconfermato in consiglio comunale la mia lista deve riuscire a conquistare almeno 2 eletti, 2 su 45, che non è poco, la mia è quindi un’operazione trasparente perché davvero mi gioco tutto. Se non sarò eletto vorrà dire che magari uno dei componenti della lista, un giovane verosimilmente, potrà fare un’esperienza amministrativa importante nei prossimi cinque anni. Per il secondo turno vedremo se ci si incontrerà sui punti programmatici.

Intanto però Spagnolli sembra muoversi come uno che ha già la vittoria in tasca, rimanda a dopo le elezioni il voto su Benko e fa “campagna acquisti” anche dove non dovrebbe, a detta di molti.
Spagnolli ha perso completamente la via, il punto è che all’interno della sua maggioranza c’era una componente critica, di cui facevo parte anch’io, e se avesse voluto allargare la maggioranza, fare un’operazione più spostata verso il centro, un’operazione intelligente, avrebbe dovuto partire da chi in quella maggioranza c’era già e lo aveva sostenuto malgrado le critiche. È finita che Spagnolli ha perso quella parte della sinistra con cui ha governato e la parte critica che comunque lo aveva appoggiato, è passato dall’essere quello che univa tutti a quello che ha diviso tutti con i suoi giochetti trasformisti.

Anche il centrodestra non se la passa benissimo, parliamo del forfait di Frattini, nome che l’avrebbe comunque convinta a farsi da parte.
Ero aperto su Frattini, ma anche se il centrosinistra mi avesse proposto un nome di livello come per esempio quello di Enrico Letta avrei fatto la stessa cosa. La nostra è una lista piccola perciò è chiaro che davanti a nomi di un certo calibro che potrebbero portare un valore aggiunto alla città, anche nel segno della discontinuità, ci si fa da parte. Del resto l’ingranaggio amministrativo funziona anche da solo, se non ci fossero il sindaco e la giunta gli impiegati comunali saprebbero lo stesso quello che devono fare, penso che il ruolo del primo cittadino e degli assessori sia quello di stimolare l’amministrazione con impulsi, energie e idee nuove e dopo dieci anni, in questo senso, credo che la stanchezza un po’ si senta.

Non trova ci sia un po’ troppo affollamento con tutti questi candidati in corsa per la poltrona di sindaco?
Sì, anche per questo mi sarei fatto da parte qualora Frattini fosse sceso in campo, c’era da parte nostra la volontà di sintetizzare il quadro politico. L’errore di fondo è stato fatto però dal centrosinistra che ha evitato un reale confronto e ha dato il “la per il libera tutti”.

Un’ultima domanda, cosa significa essere un “centrista” oggi a Bolzano?
Parto dal presupposto, come ho imparato in questi cinque anni di consiglio comunale, che non si può più ragionare per schemi, non può essere che se il centrodestra propone una mozione interessante questa debba essere bocciata a priori dal centrosinistra e viceversa. Il mio agire politico è sempre stato improntato verso quelle scelte che potessero migliorare la città di Bolzano, se questo vuol dire essere di centro allora lo sono, ma centro inteso come luogo di mediazione, in politica non c’è bianco e nero. Vede, per me è un fatto di dignità politica, sarei potuto andare con la lista Spagnolli, mi sono anche state fatte delle promesse importanti, ma non abbiamo accettato queste lusinghe e andiamo avanti con la nostra battaglia anche a costo di portare solo una testimonianza, ma con la consapevolezza di alzarci al mattino e poterci guardare allo specchio.