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Violinissimo

Appuntamenti al Bolzano Festival Bozen con l’Accademia d’Archi di Bolzano e l’ultimo concerto della rassegna "Meraviglia & Stravaganza"
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Foto: Bolzano Festival Bozen

Il secondo appuntamento con l’Accademia d’Archi di Bolzano ha tre grandi protagonisti. Il primo è Johann Sebastian Bach, con i suoi concerti per violino, gli altri due sono giovanissimi solisti: la quattordicenne Yuki Serino e il quindicenne Julian Kainrath. Entrambi si avviano verso una brillante carriera musicale, perseguendo studi musicali di alto livello.

 

Fondata nel 1987 dal Südtiroler Musikverein, l’Accademia nasce da un’idea del violinista Georg Egger, storico docente del Conservatorio di Bolzano e strumentista di grande valore. La formazione è composta in gran parte da musicisti altoatesini che condividono con i giovani strumentisti dell’ensemble la loro esperienza professionale.
Il programma prevede l’esecuzione di due concerti per violino solo di Bach, il Concerto in la minore BWV 1041 e il Concerto in mi maggiore BWV 1042, e per concludere il famoso Concerto per due violini in re minore, considerato una delle migliori partiture del tardo Barocco. Non è nota la data esatta di composizione di questi concerti e neppure sono giunti a noi i manoscritti originali ma si ipotizza che la data della composizione sia precedente al 1730, forse ancora nel periodo in cui il compositore si trovava a Köhten, ma certamente furono eseguiti a Lipsia nell’ambito del Collegium Musicum e dell’attività concertistica di Bach.


Tutti e tre i concerti hanno la struttura del concerto italiano in tre movimenti, una forma nata in Italia e perfezionata da compositori come Corelli e Vivaldi, ancora legati all’idea del “concerto grosso” dove un gruppo di strumentisti, per lo più due violini e un violoncello, si distinguevano dal resto della compagine orchestrale in sezioni solistiche. Da qui si arriva all’idea di un concerto per un unico solista in dialogo con l’orchestra. Bach è pienamente consapevole di queste premesse ma inserisce nella sua scrittura musicale elementi non prettamente italiani, come l’elaborazione contrappuntistica.
Non sono sopravvissuti i manoscritti autografi di questi concerti ma di tutti e tre Bach realizzò più tardi, tra il 1736 e il 1737 , una versione per clavicembalo di cui abbiamo gli originali. La pratica di riutilizzare del materiale già esistente è tipica del Barocco, che non faceva dell’originalità del materiale tematico un elemento imprescindibile.

Meraviglia & Stravaganza

L’ultimo concerto della rassegna, Meraviglia & Stravaganza, mercoledì 26 agosto alle ore 19 e alle 20.30, avrà come protagonisti Leila Schayegh, violinista che si è distinta a livello internazionale come una delle più virtuose della sua generazione e, al clavicembalo, Claudio Astronio, direttore artistico di Antiqua, che motiva così la scelta di questo titolo curioso. Meraviglia e Stravaganza era, a nostro avviso, la sintesi perfetta per definire il barocco italiano: stravagante, eccessivo, voglioso di suscitare la meraviglia nel pubblico. All’epoca la grandiosità dei concerti era tale che accadeva che i teatri prendessero letteralmente fuoco durante gli spettacoli. L’effetto “wow” era la cifra che accomunava le esibizioni dell’epoca”. Il percorso scelto dai due musicisti seguirà quindi una linea immaginaria che si dipanerà dal Seicento al Settecento, e metterà al centro una selezione di brani di autori come Michelangelo Rossi, Carlo Farina, Nicola Matteis junior, Arcangelo Corelli, Bernardo Storace e Francesco Veracini accomunati da un forte gusto sperimental-virtuoso.