Politik | politiche 2022

Il voto “inutile” di Trento e Bolzano

500mila voti al Senato andranno “persi”: non si potrà esprimere il voto di lista e contribuire al raggiungimento delle soglie di sbarramento. Una stortura democratica.
scheda Senato
Foto: Repubblica

Uno degli effetti indesiderati della legge elettorale “Rosatellum” con la quale voteremo tra un mese esatto per il rinnovo delle Camere, ci riguarda direttamente. Ed è la conseguenza più rilevante – sebbene sfuggita ai più – del ridisegno dei collegi elettorali avvenuto per effetto del taglio dei parlamentari, dopo il referendum del 2020. Con la riduzione del numero di senatori, infatti, il Trentino-Alto Adige ha perso il settimo seggio spettante alla regione, l’unico sulla parte “proporzionale”. Sulla scheda per l’elezione del Senato, elettrici ed elettori potranno scegliere solo il proprio candidato nel collegio uninominale, mentre non potranno esprimere il voto di lista, in quanto il collegio plurinominale è stato abolito. Solo la Valle d'Aosta era già sprovvista di un listino proporzionale.

 

Ricordiamo che in Italia il 37% dei seggi parlamentari è assegnato con un sistema maggioritario in collegi dove vige l’uninominale secco: chi arriva primo, “vince” il collegio. Un restante 61% è invece distribuito con un sistema proporzionale: ogni lista ottiene un numero di seggi proporzionale ai voti presi. Per essere ammesse alla ripartizione dei seggi, attingendo a liste bloccate in collegi plurinominali, le liste devono superare la soglia di sbarramento a livello nazionale del 3%, sia alla Camera sia al Senato (sebbene quest’ultimo sia “eletto su base regionale”). Votando la lista proporzionale, si vota anche il candidato uninominale.

 

Modello Valle d’Aosta

 

Cosa significa in concreto? Che contrariamente alla Camera dei deputati, ora il sistema elettorale in Trentino-Sudtirolo non prevede il voto di lista per il Senato. Ad esempio, i partiti in coalizione non avranno i rispettivi simboli sulla scheda, bensì tutta la coalizione sarà racchiusa all’interno di un unico simbolo, posto accanto al nome del candidato all’uninominale. È la stessa modalità di voto della Valle d’Aosta, adottata già nel 2018: per i valdostani esiste solamente un collegio uninominale “escluso” dai conteggi nazionali. Con la riduzione degli eletti, la stessa norma si applicherà ai sei collegi uninominali del Trentino-Alto Adige. Solo che la nostra regione ha otto volte gli elettori della Valle d’Aosta.

 

 

Stando all'affluenza del 2018, 500mila voti del Trentino-Alto Adige verranno a mancare sul proporzionale. Otto volte quelli della Valle d'Aosta – che già adottò lo stesso sistema.

 

Non solo al Senato non si potrà esprimere il voto per una lista coalizzata (ad es. per “Più Europa”, se si vota Luigi Spagnolli a Bolzano, o per Forza Italia) ma anche i voti ai candidati espressione d’una singola lista non vanno in automatico al partito “nazionale”: chi sceglierà Hans Heiss (Verdi/Sinistra) o Stefania Gander di Azione/Italia Viva non contribuirà al superamento della soglia di sbarramento del 3% su scala nazionale delle rispettive liste. I voti di candidati e candidate all’uninominale, che siano eletti o meno, restano in Regione e vanno per così dire “persi”. Prendendo per buona l'affluenza del 2018, sono cinquecentomila voti la cui mancanza rappresenta non solo un rischio in più per quelle liste che temono di non entrare in Parlamento, ma anche un’insidia politica in caso di pareggio tra coalizioni: nel 2016 la distanza tra il centrosinistra di Romano Prodi e il centrodestra di Silvio Berlusconi, in quel caso alla Camera, fu di soli 25mila voti.

 

Centrosinistra, voti “buttati”?

 

La natura esclusivamente regionale del voto al Senato ha portato in tutti i collegi del Trentino a candidature unitarie tra la coalizione di centrosinistra e il “terzo polo” di Azione/Italia Viva, nonostante la rottura tra Letta e Calenda a livello nazionale. In Alto Adige, invece, il centrosinistra (Partito Democratico, Sinistra italiana/Europa verde e Più Europa ovvero il Team K) è unito nel sostegno a Gigi Spagnolli nel collegio di Bolzano-Bassa Atesina, mentre nei collegi senatoriali di Merano e Bressanone il PD, i Verdi e (col proprio simbolo) il Team K presentano candidati diversi, così come Azione e il Movimento Cinque Stelle locali.

Facile domandarsi perché le liste del centrosinistra sudtirolese vadano divise, se non per misurarsi in vista delle provinciali in una sorta di prova generale. “A questo punto, però, potevamo candidarci assieme ovunque” sostiene un esponente del centrosinistra. Resta evidente la stortura democratica provocata dai meccanismi (perversi) della legge elettorale, che danneggia le minoranze politiche e, in Alto Adige, è fatta su misura della SVP. Nonostante abbia mantenuto sei senatori, l'esclusione dal proporzionale è forse un prezzo troppo alto da pagare pure per l'autonomo Trentino-Sudtirolo.

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Martin Daniel Mi., 24.08.2022 - 18:49

Tematica assolutamente rilevante e argomentazione da condividire. Un voto per Hans Heiss o Marlene Messner, p.e., non conta ai fini del peso del partito ecologista (Europa Verde) a livello nazionale. Francamente ciò non incentiva la partecipazione al voto stante i rapporti di forza in campo.
La legge elettorale a livello regionale, da sempre tagliata a misura sul partito di maggioranza relativa, é, a dir poco, scandalosa. L'ex senatore di Merano é stato molto abile a declinare in provincia ogni riforma elettorale in senso ancor più maggioritorio di prima, garantendo il 100% dei seggi assegnati in provincia a un partito che viaggia sul 38%.
Forse l'unica nota da apportare é sull'affermazione che non contando il voto per il Senato per il risultato nazionale ciò costituisca "un rischio in più per quelle liste che temono di non entrare in Parlamento". È presumibile che (tutti) i voti espressi in Regione non contino per il calcolo del divisore usato per calcolare la soglia del 3%. Sarebbe assurdo dividere i voti ottenuti in 18 Regioni per i votanti di tutto il territorio nazionale. Anche se col Rosatellum non ci sarebbe da stupirsi neanche di questo.

Mi., 24.08.2022 - 18:49 Permalink
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Sigmund Kripp Do., 25.08.2022 - 08:02

Antwort auf von Martin Daniel

Das alles ist umso mehr ein Grund, bei den kommenden Landtagswahlen die SVP noch weiter zu schwächen bzw. andere Parteien zu schwächen. Erst wenn die SVP im Landtag bei 30% liegt, d.h. nicht mehr allein die Landesregierung zu bilden, ist es denkbar, wieder andere Sonerregelungen für Südtirol durchzusetzen.

Do., 25.08.2022 - 08:02 Permalink
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Alessandro Stenico Mi., 24.08.2022 - 19:20

Solo per curiosità sono andato a vedermi le tabelle per l'assegnazione dei seggi spettanti alle regioni del territorio nazionale, vedi: https://www.gazzettaufficiale.it/do/atto/serie_generale/caricaPdf?cdimg…

Alcuni esempi: al Friuli con 1.220.291 abitanti sono assegnati 4 seggi in pratica servono 305.072 abitanti per arrivare ai 4 seggi
Al Veneto con 4.855.904 abitanti sono stati assegnati 16 seggi, ne servono 303.494
Al Piemonte con 4.363.916 abitanti sono stati assegnati 14 seggi, ne servono 311.708

Al Trentino Alto Adige/Südtirol con 1.029.475 abitanti sono stati assegnati 6 seggi e qui servono solo 171.579 abitanti.
Di difficile comprensione questa ripartizione dei seggi in base della popolazione ?? o mi sbaglio ?

Mi., 24.08.2022 - 19:20 Permalink
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Alessandro Stenico Mi., 24.08.2022 - 22:00

Antwort auf von Valentino Liberto

Il DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 luglio 2022  cita la Valle D'Aosta ma non la nostra regione o mi sbaglio ?
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/07/21/22A04232/sg
Per tornare sul tema dell'articolo, il voto dato alla lista Sinistra Italiana/Verdi per la parte proporzionale (da noi solo per la Camera), se essa non raggiungerà il 3% andrà probabilmente ai candidati del Pd, poiché i partiti che fanno parte di una coalizione e che prendono tra l'1 e il 3% riversano i loro voti, proporzionalmente, alle altre liste della stessa coalizione che hanno superato il 3%. I voti delle liste che rimangono sotto l'1% vanno invece persi. L'autore dell'articolo rimarca che quella parte dei voti mancanti per raggiungere la soglia del tre per cento poteva arrivare dalla nostra regione. E' un aspetto che ora viene al pettine anche dovuto alla scarsa attenzione a livello nazionale ai temi ambientali e di mancata considerazione per un movimento verde come quello nella vicina Austria o Germania, non so quanto avrebbe inciso il voto regionale. Gli ultimi sondaggi, vedi Termometro politico (rilevazioni effettuate dal 16 al 18 agosto) valutano Sinistra Italiana/Verdi al 2,6%. Nel mio precedente post ho deviato dal tema, ma ci tenevo a comprendere quanto contasse la nostra rappresentabilità nel Senato della Repubblica.

Mi., 24.08.2022 - 22:00 Permalink
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Mattia Frizzera Do., 25.08.2022 - 19:05

Antwort auf von Alessandro Stenico

Non torna in effetti il rapporto considerando che in Regione i deputati saranno 7 ed i senatori, che dovrebbero essere la metà dei deputati, sono invece 6. Ma la vera cosa da cubo di Rubik sarà la ripartizione dei seggi nella parte proporzionale. Qui provano a spiegarla in maniera "potabile", https://www.lavoce.info/archives/96558/il-rosatellum-e-il-gioco-dei-res…

Do., 25.08.2022 - 19:05 Permalink
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Oscar Ferrari Mi., 24.08.2022 - 21:20

io avrei fatto diversamente. Alla luce del commento di Alberto Stenico, bastavano 4 senatori. Uno col proporzionale, uno in un collegio nel territorio compreso tra Trento e Bolzano, uno nel resto del Trentino e uno nel resto del Sudtirolo.
Rimpiango i tempi in cui ad ogni elezione, una delle poche cose sicure era che al Senato ci andava uno del PCI di Bolzano, prima Mascagni e poi Bertoldi. Li rimpiango perchè ero giovane

Mi., 24.08.2022 - 21:20 Permalink
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Alberto Stenico Do., 25.08.2022 - 12:25

A proposito di diritto delle Minoranze etniche, linguistiche e/o nazionali ad ottenere una adeguata rappresentanza politica nei Parlamenti centrali, la Minoranza Italiana in Croazia (~ 30.000 persone) ha diritto ad un seggio a Zagabria indipendentemente dai voti raccolti. O meglio, in caso di più candidature passa comunque il più votato tra i candidati italiani. Cioè, rappresentanza comunque garantita.

Do., 25.08.2022 - 12:25 Permalink
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Manfred Klotz Do., 25.08.2022 - 13:10

Lei ha chiesto quali sarebbero le minoranze e io le ho elencato. Nulla di più, nulla di meno. Il discorso della tutela è un altro paio di maniche.

Do., 25.08.2022 - 13:10 Permalink
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Mattia Frizzera Do., 25.08.2022 - 19:20

Il bilinguismo c'è per alcune realtà. Ovviamente per lavorare all'istituto di cultura mocheno e cimbro devi sapere il mocheno e il cimbro, http://www.minoranzelinguistiche.provincia.tn.it/notizie_minoranze/noti…. Per la rilevazione dell'entità delle minoranze cimbra, mochena e ladina c'è stato l'anno scorso il censimento al quale sono stati invitati tutti i trentini (https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Prosegue-la-rileva…). E qui si aprirebbe il tema discusso della ladinità dei nonesi, sulla quale ci sono anche degli interventi qui nella community di Salto. Se i nonesi diventano ladini in Trentino cosa succede ai tanti originari nonesi in Alto Adige?

Do., 25.08.2022 - 19:20 Permalink