Wirtschaft | Manca il regolamento

“Pulizie e servizi, ora i controlli”

La Sgb-Cisl chiede alla giunta le linee guida per le verifiche negli appalti. Nel mirino finti part-time e sommerso: “Un costo per il singolo e per il welfare locale”.
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Foto: Pixabay

Un comparto labour intensive, ad alta intensità di manodopera, che occupa 10.000 persone in Alto Adige. E nel quale, secondo i calcoli del sindacato di via Siemens, esistono criticità che la giunta provinciale, appena insediata, deve finalmente prendere in mano. Si parla di appalti, e in particolare di quelli per i servizi richiesti dagli enti pubblici che vanno dalle pulizie al giardinaggio. La Sgb-Cisl chiede a Kompatscher e ai suoi nuovi assessori di dare seguito alla legge provinciale in materia, varando il regolamento attuativo per i controlli. Un passo ulteriore ma fondamentale “senza il quale la normativa è come se non ci fosse”, afferma Michele Buonerba, segretario generale della Confederazione a Bolzano.

La legge provinciale in materia di appalti è in vigore, ma mancano ancora le linee guida indispensabili per tutelare i lavoratori coinvolti da appalti di servizi (Michele Buonerba, Sgb-Cisl)

“La legge provinciale in materia di appalti è in vigore, ma mancano ancora le linee guida indispensabili per tutelare i lavoratori coinvolti da appalti di servizi” spiega Buonerba assieme al collega Dieter Mayr, per la segreteria provinciale Sgb-Cisl. Insieme sono intervenuti per sollecitare il nuovo governo locale proprio in occasione del suo insediamento. “La tutela del lavoro nell’ambito degli appalti deve diventare una priorità per la prossima legislatura. Insistiamo pertanto nei confronti della nuova giunta provinciale per una rapida approvazione del regolamento di attuazione di una legge rimasta per ora inefficace”.

Il focus è sugli appalti che valgono in provincia di Bolzano circa due miliardi di euro l’anno. Comprendono forniture, servizi e lavori. Lo sguardo della Sgb-Cisl si concentra sui settori labour intensive, ovvero pulizie, mense, giardinaggio, trasporti, servizi alla persona nelle case di riposo. Un ambito nel quale i 10.000 lavoratori impiegati ricevono bassi salari e per giunta, secondo il sindacato, devono fare i conti con pratiche dei datori di lavoro ritenute talvolta, o spesso, sleali. 

 

 

C’è ad esempio il lavoro sommerso. La Sgb-Cisl dalle proprie vertenze calcola che i part-time siano per un 30% irregolari, cioè non corrispondono all’effettivo orario di lavoro del dipendente, che magari lavora di più e riceve qualcosa in nero. Per questo il sindacato ha “chiesto e ottenuto con fatica”, dice Buonerba, la nuova legge sugli appalti, che prevede dei controlli sulla “congruità della manodopera impiegata dall’appaltatore”. “Questo - afferma - significa verificare che l’impresa dimostri di aver pagato regolarmente il personale, con il giusto contratto collettivo, sia nazionale che territoriale, e nella quantità prevista dal bando di gara”.

Ad esempio, l’azienda che ha svolto un servizio in affidamento deve dimostrare di aver pagato il personale per il numero di ore contenuto nell’offerta di gara. Proprio per evitare, aggiunge il sindacalista, “che il datore di lavoro risponda dicendo di aver impiegato ad esempio cinque lavoratori part-time, e che questi magari in realtà hanno lavorato oltre il loro orario ufficiale”. Si tratta di episodi che, a detta della Sgb-Cisl, possono avvenire in un settore dove la manodopera incide per il 93% del valore dell’appalto e all’interno del quale vanno estese le tutele. Ecco perché si chiede alla giunta di approvare le linee guida per i controlli. 

Essere sottopagati significa avere non solo meno soldi ma anche meno contributi per la futura pensione e quindi una vecchiaia in povertà. La Provincia invece rischia minori entrate e costi maggiori nel welfare

Il sommerso, aggiunge il sindacato, è però un problema non solo per il singolo ma anche per la collettività. “Essere sottopagati per il personale non significa solo percepire una retribuzione inferiore, ma anche meno contributi per la futura pensione e quindi il rischio di una vecchiaia in povertà - è la conclusione -. La Provincia invece rischia non solo minori entrate ma anche costi sociali maggiori, vedi per il welfare”.