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La Creazione scena per scena

Grande prova dell'orchestra regionale martedì scorso alle prove con il grande affresco biblico della Creazione di Joseph Haydn
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Foto: Il direttore d'orchestra Hansjörg Albrecht

Direzione precisa e accurata quella di Hansjörg Albrecht martedì scorso, 19 febbraio, nel rappresentare Die Schöpfung di Joseph Haydn, preceduta dall'opera meno nota Heilig di Carl Philipp Emanuel Bach, che nella sua brevità ha saputo introdurci all’opera maggiore!

La Creazione ripercorre il racconto biblico della genesi, giornata per giornata, dall’origine del cosmo, del sole, della luna, e di tutti gli astri fino naturalmente alla creazione di Adamo ed Eva.

I cantanti solisti interpretavano rispettivamente l’arcangelo Gabriele (soprano), Uriel (tenore) e Raffaele (baritono). Incredibile come l’abilità di tutti e tre abbia lasciato stupita la platea. Precisi nella tecnica, sensibili nell’espressività e sempre dinamici nelle sfumature emotive, in modo da regalare al pubblico emozioni mai prevedibili. Un appunto va forse avanzato rispetto alla “regolazione dei volumi” tra orchestra e solisti, a volte sbilanciata e non sempre in sintonia.

Va inoltre sottolineato come il contrasto tra un inizio grave e misterioso ed una conclusione plateale e imperiale abbia rappresentato perfettamente il passaggio tra il Caos primordiale e l'Eternità universale. Un passaggio che non è lineare, bensì eterogeneo e colmo di sfumature, modulazioni, contrasti continui tra elementi trionfali e di sospensione. Tutte tappe di un percorso extramusicale che i compagni della Haydn e i solisti ospiti hanno reso chirurgicamente, come se le varie scene ci apparissero dipinte sul palcoscenico, in diretta.

L’orchestra è riuscita in sostanza a produrre in modo sensibilmente accurato quella dinamicità caratteriale che solo la creazione haydniana poteva rappresentare, con grande maestria e audacia. I musicisti sono stati capaci di introiettare e declinare la complessità espressiva dell’opera. Una complessità che non riguarda solo l’espressività, ma anche la tecnica di esecuzione: molti sono stati i momenti colmi di isocronie, incisi, abbellimenti, ma anche frasi modulatorie, contrappunti e canoni. Il tutto intersecato ed enfatizzato con un coro capace e incisivo.

Per quanto riguarda inoltre le percezioni della platea non si può dire altro se non che l’ambiente creato è sempre risultato molto suggestivo e coinvolgente. Ci si è sentiti a tratti cullati, mentre in altri momenti presi da una gran voga e forza espressiva. Ciò va solo a confermare che la buona musica classica, contrariamente da quanto spesso ormai viene detto, è tutt’altro che morta, superata o bizzarra.

Insomma: tante emozioni contrastanti quelle provate martedì sera grazie all’intervento dell’orchestra Haydn, che continua imperterrita a mantenere alto il proprio nome con grande audacia e maestria.

Daniel Angelucci e Rachele Pes

Liceo Pascoli classe 4M - indirizzo musicale