L’Europa tra IA, oceani e guerre

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Ad Alpbach, la giornata ha intrecciato riflessioni su intelligenza artificiale, sostenibilità e futuro politico europeo, alternando momenti di confronto intenso a spazi di condivisione più leggeri. Ne è emersa un’Europa sospesa tra il desiderio di correre e la necessità di fermarsi a riflettere, con lo sguardo rivolto al futuro ma radicato nei propri valori.
Ne è emersa un’Europa sospesa tra il desiderio di correre e la necessità di fermarsi.
Durante un’interactive hike dal titolo “AI, productivity and Europe’s Role: can Europe afford to be cautious?”, il cammino è diventato metafora di un percorso collettivo: passo dopo passo, si è discusso del ruolo che l’Europa dovrebbe assumere di fronte all’intelligenza artificiale. Da un lato, la spinta ad accelerare per non restare indietro rispetto a Stati Uniti e Cina; dall’altro, l’invito a un approccio più prudente e sostenibile, capace di tutelare diritti fondamentali e valori etici. L’assenza di palchi e barriere ha reso il confronto diretto, aperto, quasi intimo.
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Alpbach Diaries 2025
Ogni anno, il Club Alpbach Südtirol Alto Adige (CASA) permette ai borsisti dell'Alto Adige di partecipare al Forum Europeo di Alpbach. Qui raccontano le loro esperienze.
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La salute degli oceani
La mattinata ha offerto un momento di riflessione cruciale sulla salute degli oceani, visti come pilastro della sostenibilità globale. Senza oceani non c’è futuro: assorbono circa il 90% del calore in eccesso generato dalle attività umane, mitigano gli effetti del riscaldamento globale e stabilizzano il clima terrestre. L’Accordo di Nizza è stato celebrato come un passo avanti, ma non sono mancate le ombre: i recenti accordi tra UE e USA per l’acquisto di combustibili fossili sollevano interrogativi seri sulla reale volontà di proteggere i nostri mari.
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Dalla Georgia e dall’Ucraina
La sera, l’Annual Speakers’ Night ha dato voce al tema “Echoes of Tomorrow”. Nove oratori hanno intrecciato riflessioni personali e prospettive collettive, passando dal passato al futuro con racconti intensi e a tratti dolorosi. Dalla Georgia e dall’Ucraina sono arrivate testimonianze di quotidianità in contesti bellici e postbellici: parole che hanno reso tangibile la fragilità del presente. Emozionante anche il richiamo alla realtà macedone e a tutti quegli Stati che da anni attendono di entrare nell’Unione Europea, per poi sentirsi dire che “non è ancora il loro turno”.
Con orgoglio abbiamo ascoltato il contributo di Nathan Runggaldier, del Club Alpbach Alto Adige, che ha sottolineato l’urgenza di dare spazio alle nuove generazioni nei processi politici: sono loro che dovranno vivere le conseguenze delle decisioni prese oggi.
Dalla Georgia e dall’Ucraina sono arrivate testimonianze di quotidianità in contesti bellici e postbellici.
Queste esperienze hanno messo in luce la pluralità di sfide che attendono l’Europa: la pressione della competizione globale, la responsabilità di costruire un futuro tecnologico ma anche umano, inclusivo, radicato nella memoria.
E per chiudere la giornata, un momento di leggerezza: una birra da Jakober e un concerto di giovani band locali. Anche quelle note, a loro modo, raccontavano degli echoes of tomorrow: voci nuove che cercano di farsi ascoltare e che, con la musica, immaginano un futuro migliore.
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