Umwelt | L'indagine

Nessun pericolo per la salute?

Greenpeace: i composti nocivi PFC vengono ancora utilizzati nella produzione di articoli per l’outdoor. Coinvolta anche Salewa che ribatte: “Lavoriamo su alternative”.

Una nuova inchiesta di Greenpeace ha investito il mondo dell’abbigliamento sportivo. A finire nel mirino, stavolta, marchi celebri come The North Face, Patagonia, Mammut, Columbia e la Salewa, responsabili, secondo quanto denuncia l’associazione ambientalista nel rapporto “Tracce nascoste nell’outdoor”, di usare i PFC, composti poli e per-florurati - pericolosi per la salute e l'ambiente - per realizzare giacche e abbigliamento impermeabile da montagna. Greenpeace ha testato 40 prodotti acquistati in 19 Paesi trovando PFC non solo nell’abbigliamento, ma anche in scarpe, tende, zaini, corde e perfino sacchi a pelo - si legge sul sito dell’organizzazione - e solo in 4 prodotti non sono state rilevate tali sostanze. E ancora: “Una volta rilasciati nell’ambiente molti si degradano lentamente ed entrano nella catena alimentare, causando una contaminazione pressoché irreversibile. Sono stati trovati perfino nelle aree più remote del pianeta, in animali come delfini e orsi polari e nel sangue umano”.

Tre sono i prodotti del marchio Salewa analizzati nel rapporto di Greenpeace: scarpe, giacche e pantaloni. Intervistata da Rai Südtirol Marie Måwe, portavoce dell’azienda Salewa e già candidata nella lista Svp per le provinciali del 2013, afferma che non c’è alcun rischio nell'indossare le loro giacche in quanto queste non sarebbero dannose per la salute. I composti PFC vengono utilizzati - riferisce Måwe - “per garantire un’assoluta idrorepellenza, è importante che in alta montagna gli atleti possano raggiungere performance di primo livello restando asciutti e al caldo”. La polemica legata all’utilizzo dei PFC in alcuni prodotti per l’outdoor risale al 2014, “un problema che abbiamo preso molto seriamente e su cui stiamo investendo da tempo per trovare delle alternative, oggi 22 dei nostri articoli sono senza PFC ma attualmente questo tipo di sostanze sono le uniche che assicurano una resistenza all’acqua assoluta”.

I PFC, va ricordato, si trovano in oggetti di uso ormai comune come i prodotti per la pulizia della casa e per l'igiene personale, in alcuni contenitori per alimenti, nelle padelle antiaderenti e anche nei pesticidi per l'agricoltura. “Mi preoccupa maggiormente la presenza di questi composti nei cosmetici o in alcuni prodotti ad uso alimentare - conclude la portavoce di Salewa - naturalmente la ricerca di Greenpeace è rivolta al settore outdoor, tutti, del resto, siamo amanti della natura, motivo per cui aziende come la nostra vengono messe sotto pressione, come è giusto che sia”.