Contratto del commercio, niente rinnovo
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Nonostante le lunghe trattative, non è stato possibile l’accordo tra Federdistribuzione ed i sindacati sul contratto collettivo dei lavoratori del settore della Distribuzione Moderna Organizzata. Il CCNL che si applica ad oltre 12 mila lavoratori in Alto Adige era scaduto il 31 dicembre 2019. Il rinnovo del contratto collettivo nazionale risulta necessario in particolare per l’aumento degli stipendi ed il loro adeguamento all’inflazione. “Purtroppo a distanza di anni, l’insofferenza di Federdistribuzione verso i i contratti non scema, anzi si è acuita. Sono trascorsi ormai quasi 51 mesi dalla scadenza del primo (e ultimo) CCNL sottoscritto dalla citata Associazione datori con FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTuCS e la ritrosia patologica a dare il giusto riconoscimento in termini economici ai dipendenti delle aziende sue associate non accenna ad attenuarsi”. Questo il duro tono del comunicato proveniente dalle sigle sindacali, che parlano di rottura delle trattative inevitabile per via delle pretese di Federdistribuzioni: “irrealistiche e finalizzate unicamente a far naufragare una già complessa negoziazione”.
Sono quattro i punti che per i sindacati hanno portato alla chiusura delle trattative non-stop durate dalle 14:30 dalle 8 del mattino del 26/27 marzo: contratti a termine con durata interminata (oltre i 24 mesi si scrive nel comunicato), il sotto inquadramento di chi ha ruoli di responsabilità, la creazione di una mansione “nuova” che svuoterebbe l’attuale quarto livello del contratto collettivo e l’assegnazione di “mansioni inferiori” all’interno del contratto come la pulizia del punto vendita. "Tutto questo - proseguono i sindacati - in una logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale mai esplicitata nel dettaglio nelle 17 ore di trattativa". Per questo motivo la scelta di proclamare lo sciopero per il 30 marzo 2024. I dipendenti nel settore della Distribuzione Moderna Organizzata sono stati invitati da CGIL, CISL e UIL ad astenersi dal lavoro giornaliero durante il sabato prepasquale.