Chronik | Il caso

Verso il test del Dna

Il prossimo 17 gennaio inizia l’iter per la riapertura della provetta che risultò positiva. La riesaminerà il Ris di Parma.
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Foto: Othmar Seehauser

Torna in primo piano il caso doping che ha visto protagonista l’estate scorsa il marciatore altoatesino Alex Schwazer. L’atteso test del Dna sulle urine dell’azzurro, che rivelarono presenza di testosterone sintetico, si svolgerà in Italia, a Parma nel laboratorio del Ris dei Carabinieri. Il 17 gennaio si aprirà al tribunale di Bolzano l'udienza di conferimento dell'incarico alle parti dal giudice delle indagini preliminari Walter Pellino. Le parti saranno il comandante del Reparto investigazioni scientifiche di Parma e Marco Vincenti, professore del dipartimento di Chimica dell’università di Torino. Schwazer, lo ricordiamo, è stato squalificato per otto anni, per recidività, dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, non potendo dunque partecipare ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro.

Lo scorso settembre Schwazer è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Bolzano per violazione delle norme sportive antidoping che in Italia costituisce reato penale. L’esame del Dna è stato richiesto dall’atleta, che sostiene che le sue provette del controllo antidoping del 1° gennaio 2016 svolto nella sua abitazione a Calice di Racines, siano state manipolate. Motivo per cui la Procura altoatesina ha ottenuto con una rogatoria internazionale il sequestro delle urine incriminate presso il laboratorio di Colonia. L’accertamento, che durerà alcuni giorni, potrebbe rilevare eventuali agenti esterni inseriti all’interno della provetta. All’udienza del 17 gennaio saranno definiti alcuni aspetti, come quello di come e quando trasferire le urine dal laboratorio accreditato Wada di Colonia fino a Parma.