Politik | Quirinarie

“La tattica del Pd è mortificante”

Alessandro Urzì, grande elettore, sulla scelta del nuovo capo dello Stato. “Dopo stavolta dovrà essere il popolo ad eleggere il Presidente della Repubblica”.

Il “toto-presidente” continua: scegliere un nome per il Colle appare una battaglia di cui non si possono facilmente prevedere gli esiti. Mentre il cerchio si stringe, la linea che tuttavia sembra emergere sull’elezione del nuovo capo dello Stato, è che dovrebbe trattarsi di un politico e non di un tecnico. Il nome verrà probabilmente ufficializzato sabato, scelto – stando alla strategia del PD – solo alla quarta votazione, con scheda bianca alle prime tre. Nel delicatissimo passaggio politico quello che si teme da più parti è il connubio fra Renzi e Berlusconi, siglato dal Patto del Nazareno, che potrebbe avere un ruolo determinante nell’individuazione del profilo del nuovo Presidente, senza sottovalutare un possibile colpo gobbo dei 5 stelle, che ammiccano ai dissidenti del PD e a Sel. Alessandro Urzì, uno dei grandi elettori prescelti, traccia un quadro delle quirinarie in corso.

Urzì, con quale metodo va scelto il nuovo Presidente della Repubblica?
Con quello del più ampio coinvolgimento, perché non c’è in ballo l’interesse di un partito o di una parte del paese, ma la dignità e il buon nome di una nazione intera oltre che un equilibrio istituzionale fra poteri che deve vedere complici tutti e responsabili tutti dell’interesse generale.

Quanto Berlusconi e il M5S influenzeranno i giochi?
Ritengo che in questo momento il Movimento 5 stelle stia facendo una partita d’immagine più che di sostanza. Credo invece che Renzi e Berlusconi stiano giocando una partita fra di loro, non come rappresentanti di sinistra e destra ma proprio fra loro due, si spiegherebbero così anche le fibrillazioni che ci sono sia all’interno del Partito democratico che di Forza Italia. Fibrillazioni che si avvertono anche in tutto il mondo laterale a questi due partiti, e cioè in tutto il resto del centro sinistra e in tutto il resto del centro destra, che è sostanzialmente escluso da tutte le scelte fondamentali che in questo momento dovrebbero essere più trasparenti.

Sono plausibili i nomi sul prossimo Presidente della Repubblica circolati in questi giorni?
Il fatto è che questa straordinaria riservatezza sul nome prelude, secondo me, mosse a sorpresa però preventivamente concordate fra i due soggetti maggiori, Renzi e Berlusconi. È un errore l’annuncio del premier di voler imporre la scheda bianca per le prime tre votazioni, significa rinunciare alla ricerca dell’intesa con altri e riservarsi l’ultima carta alla quarta votazione quando il quorum si abbasserà.

Pensa quindi che si arriverà inequivocabilmente alla quarta votazione?
Sì e credo sia un atto non corretto, non serio, non responsabile nei confronti del paese. Non è ammissibile che il primo partito d’Italia non esprima la propria volontà nelle prime tre votazioni con un tatticismo che è mortificante per le circostanze in corso. Avrei preferito invece che ci fosse una sorta di scrematura nelle prime votazioni in modo da potersi avvicinare poi con la quarta al profilo più condiviso.

Sulla possibilità che venga eletta una donna lei ha dichiarato che non ne fa una questione di genere, eppure il candidato ideale per gli italiani sarebbe proprio preferibilmente una donna.
Noi siamo contrari a qualsiasi tipo di imposizione, va scelta la figura migliore indifferentemente dal genere, è retorico dire che se ci fosse una donna a ricoprire quel ruolo le cose cambierebbero. La scelta deve essere fatta solo in base alla qualità e al merito, ben venga una donna che abbia le capacità richieste per assumersi questa responsabilità, ma non si può escludere a priori dai giochi “l’altra metà del cielo” in un senso o nell’altro.

L’importante è che il prescelto abbia la "conditio sine qua non" di avere quel “senso della Costituzione” che auspicava Napolitano parlando del suo successore nel suo discorso di fine anno. Un chiaro segnale verso chi dovrà votare il prossimo Presidente.
Mi auguro che verrà scelta una figura forte e di garanzia con un chiaro indirizzo che possa portare a chiudere il periodo di legislazione di emergenza, con questi decreti legge che vengono semplicemente convertiti in Parlamento, un metodo sbagliato che svilisce alcune delle componenti fondamentali della struttura istituzionale della Repubblica. Tutti devono avere un ruolo, il Parlamento in primis, anche se sembra che Renzi ne stia facendo la propria segreteria personale. Quello che temo è che voglia fare anche del Quirinale una dépendance di Palazzo Chigi. Auspico che questa sia l’ultima volta che i delegati regionali, i grandi elettori in genere, eleggano il presidente della Repubblica, e che alla prossima elezione il futuro capo dello Stato venga eletto direttamente dal popolo, cosa che permetterebbe anche di ri-bilanciare alcuni poteri all’interno del nostro sistema repubblicano.

Se dovesse fare un primo parziale bilancio sul mandato di Napolitano, secondo lei come verranno ricordati questi anni?
Per natura porto sempre un assoluto e indiscutibile rispetto verso la carica del Presidente della Repubblica, anche verso quelli che non mi sono piaciuti. Credo che vada sempre riconosciuto il valore dell’impegno al di là degli orientamenti politici personali, questo riconoscimento lo voglio attribuire a Napolitano, che in passato ha dimostrato più volte attenzione nei confronti del nostro territorio. Ci sono naturalmente stati anche momenti di non perfetta  sintonia come quella volta che ricevette dalle mani di Durnwalder un’onorificenza locale insieme al Presidente della Repubblica austriaco, solo poche ore dopo che lo stesso Durnwalder aveva fatto dichiarazioni molto dure nei confronti dell’Italia. Ma il mio resta un riconoscimento positivo verso Napolitano in quanto capo dello Stato, onoro lui onorando così la nazione intera.