Kultur | L'incontro

Indifferenza e ricordo

Nella Giornata della memoria Massimo Cacciari e Ugo Morelli, hanno dialogato al Cristallo di Bolzano affrontando il tema in tutta la sua complessità.
Cacciari e Morelli
Foto: Ambra Proto
  • È stato il pianoforte del Maestro Maurizio Cogliani ad accompagnare l’inizio dell’incontro con Massimo Cacciari ed Ugo Morelli che si è tenuto al teatro Cristallo di Bolzano sabato 27 gennaio, Giornata della Memoria. I temi affrontati nel dialogo tra i due intellettuali sono stati tra i più disparati; si è parlato di memoria, di democrazia e di indifferenza. Proprio quest’ultima indica un atteggiamento che accompagna la vita di ognuno e bisogna capirla per comprendere quello che è successo ed indagare, quindi, la contemporaneità. Per Ugo Morelli occuparsi di questo tema significa partire da lontano, dal tema del conflitto, inteso come fonte di legame sociale e cooperazione non come sinonimo di guerra. L’approssimarsi all’altro è difficile. Approssimarsi infatti, significa avvicinarsi e smussare gli angoli del proprio essere. Tuttavia l’indifferenza può essere vista anche come una “sospensione eccessiva” nel quale l’altro smette di esistere.

    Ma come può un essere umano rimuovere l’altro? Morelli spiega come, se guardiamo alle relazioni sociali e al mondo del lavoro, l’indifferenza è sempre una costante. Essere indifferenti implica il fatto di “girarsi dall’altro lato” e, ogni persona dovrebbe interrogarsi su dove risiede l’indifferente che è in se stesso. Secondo il filosofo Massimo Cacciari, parlare di indifferenza significa parlare di crisi. Essa, infatti, impone di riconoscere una differenza. Di fronte ad una crisi, la prima reazione è di non vederla; c’è una trama e si prova a ricomporre una continuità di vita. La reazione, quindi, è di difesa e riparo. “Più la situazione si fa critica, più il sentimento dell’indifferenza emerge”, ha aggiunto il filosofo.

    Questo vuol dire che la volontà di mascherare la differenza, comporta ricondurre tutto ad una situazione di uguaglianza. Questo è accaduto e accade anche a livello politico: reprimere le differenze per non sentirsi minacciati. Nascondere, perciò, la propria angoscia con l’indifferenza e non sentirsi soli, ma parte di un gruppo. Questo processo, per Cacciari, parte dall’obbedienza verso chi protegge l’indifferenza di ognuno. Alcuni parlano di naturale servitù, per assicurarsi la protezione nell’uguaglianza generale.

    “La nostra anima è una lotta tra libertà del consentire, l’approssimarsi e l’indifferenza”, Massimo Cacciari.

  • Democrazia

    Parlando di democrazia, Ugo Morelli ha spiegato come nell’immaginario comune il formicaio venga visto come la forma ideale di organizzazione del lavoro. Tuttavia non è propriamente esatto perché, diversamente dalle formiche, l’essere umano è capace di dire di no, di istituire delle discontinuità. Egli infatti, può riflettere sulle proprie caratteristiche e, se è vero il bisogno umano di appartenere, è altrettanto vera la capacità dell’uomo di comporre e ricomporre l’ordine del mondo. La differenza in questo senso, diventa una scelta esistenziale. Il nostro tempo ci espone a rischi, ma oltre a cercare ciò che è più conforme al proprio essere, l’uomo può anche creare nuove cornici e mettere in discussione la propria zona di confort. Secondo l’opinione di Massimo Cacciari la crisi attuale mette in discussione l’idea di democrazia. Le possibilità di controllo di un tempo non sono paragonabili a quelle di adesso. Ora, infatti, c’è un élite che lavora al sistema e la politica attuale non sa far fronte a tutto questo, né sa opporsi strategicamente. Oltretutto non sono mancati, durante l’incontro, i riferimenti all’AI e a come essa stia modificando gli equilibri della nostra società. Per il filosofo ci sono due strade percorribili: da un lato quella della macchina che lavora e lascia all’essere umano il tempo libero per dedicarsi ad altro. Dall’altro, al contrario, l’accettazione di essere comandati e diventare produttori di consumo in maniera continuativa, accumulando perciò, frustrazione.

  • Ricordare o dimenticare

    Infine Ugo Morelli ha parlato della memoria. Per lui, essa è una sorta di cassetto all’interno del quale sono depositate diverse parti della storia di ognuno. Queste possono essere prelevate in qualsiasi momento, ma non saranno mai uguali a com’erano quando sono state depositate. La memoria è fatta di riscrittura sistematica di ricordi. L’essere umano fa opera di rimozione, negazione ed invenzione. Con essa inventa la realtà, ridefinendola fino ad arrivare addirittura alla negazione della storia.

    “Ci vuole una grande cura per trattare la memoria come eredità”

    In chiusura Massimo Cacciari ha raccontato di come la memoria sia un argomento caro ai filosofi. A tal proposito non sono mancati riferimenti ad Agostino e a Nietzsche, con l’oblio. Quest’ultimo non è opposto alla memoria. Per Cacciari dimenticare a volte è giusto; dimenticare è una virtù attiva. Dimenticare, quindi, si avvicina al perdonare; segno massimo della linertà di ognuno.

    “Se non c’è la virtù del dimenticare che giunge fino al perdono, il meccanismo della vendetta non cessa”

    L’incontro è stato senza dubbio interessante, ma a tratti anche complesso. guardando al giorno della memoria attraverso altre prospettive. Probabilmente una parte del pubblico in sala si aspettava un dialogo maggiormente e più chiaramente improntato al tema. Tuttavia questo approccio, fornisce input diversi, unendo tematiche differenti sotto il cappello del senso critico e della riflessione. 

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Profil für Benutzer Luca Marcon
Luca Marcon So., 28.01.2024 - 21:02

«Probabilmente una parte del pubblico in sala si aspettava un dialogo maggiormente e più chiaramente improntato al tema.»
Concordo: ero lì e ho pensato la stessa cosa.

So., 28.01.2024 - 21:02 Permalink
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Profil für Benutzer Ivo Passler
Ivo Passler Mo., 29.01.2024 - 08:54

Memoria - crisi - indifferenza - democrazia
Diciamolo ora prima che sia nuovamente troppo tardi:
MAI PIÙ DEVE VALERE PER TUTTI!
Il potere dello stato di apartheid Israele sta effettuando un GENOCIDIO contro il popolo palestinese, in verità da oltre 75 anni ma proprio adesso da olte 12 mesi con un`intensità fatalmente accellerata. In queste settimane sono state massacrate oltre 26.000 di PERSONE, vite umane, figlie e figli, madre e padri, sorelle e fratelli, nonne e nonni. Milioni corrono rischio acuto di morire di fame oppure di epidemie visto che ancora vengono bloccati i convoi di supporto umanitario. Tutto questo accade con l'appoggio del nostro occidente. Su tutti i livelli: geopolitica, silenzio mediale, appoggio finanziale. Ma soppratutto anche il SILENZIO. Questo 27 gennaio migliaia di persone ebraiche hanno protestato contro il sistema di Apartheid genocidiale Israeliano.
MAI PIÚ DEVE VALERE PER TUTTI
Noi cosa facciamo?

https://docs.google.com/document/d/1XButejU_o8JM793lBubUkTs6aPWq8hCyy4V…

Mo., 29.01.2024 - 08:54 Permalink