Politik | L'allarme

Sempre più Disneyland

Le associazioni alpine e ambientaliste (AVS, CAI, Heimatpflegeverband e Dachverband) attaccano la politica sudtirolese: "Basta nuove funivie, rifugi-hotel ed eldorado motorizzati".
Alpenverein, Heimatpflegeverband, CAI, Dachverband
Foto: salto.bz
  • Siamo gli avvocati delle Alpi”: Georg Simeoni, presidente dell’Alpenverein Südtirol (AVS), non usa mezzi termini nel lanciare un grido d’allarme ai futuri rappresentanti politici in vista delle provinciali. Con le associazioni alpine e ambientaliste altoatesine, in una conferenza stampa congiunta, mette in guardia da un ulteriore deturpamento dell’ambiente montano. Le montagne del Sudtirolo vanno difese prima che degenerino definitivamente in “una Disneyland” e persino i media internazionali si sono accorti del sovra-sfruttamento delle Alpi sudtirolesi, spiega Simeoni: “Ci sono installazioni dappertutto, piattaforme panoramiche autorizzate e realizzate sulle cime quando non ne hanno alcun bisogno, sono per definizione panoramiche. E poi è un’arena sportiva, con sempre nuove ferrate che non portano da nessuna parte, mountainbike, rally con moto e auto d’epoca, sempre più progetti di piste, impianti di risalita, rifugi che non sono rifugi ma hotel. Il rispetto della natura è sempre meno importante”.

  • Foto: Helmuth Rier
  • Simeoni ricorda ad esempio la funivia di Tires, “costruita per un albergo e finanziata con il 75% di fondi pubblici. Una cosa scandalosa, indecente. Poi la rivendono come sostituzione al traffico motorizzato: lì ce n’è poco e se togli il mezzo pubblico che porta ad esempio ai sentieri siamo fuori da ogni orbita. Le entrate di alcune attività lungo la strada sono compromesse dalla cancellazione del bus”. E poi la stoccata finale: “Non ha senso un Klimaschutz privo di riscontri nella legislazione provinciale.”

  • Rifugi-lunapark

    Anche nei rifugi di montagna si possono osservare ampliamenti inutili, una sorta di “effetto lunapark”. Carlo Buglio, membro della Commissione rifugi del CAI, critica la trasformazione dei rifugi in alberghi e resort: “Si tratta di rifugi privati e più recenti, che snaturano il vero significato della parola 'rifugio' e creano false aspettative negli ospiti. Il CAI e l'AVS cercano di mantenere la funzione alpinistica dei loro rifugi: si tratta di dare riparo durante le escursioni in montagna. Per gli alpinisti è importante l'esperienza montana in sé, godere del silenzio, della natura e della lentezza”.

  • Foto: © Oswald Stimpfl
  • “Maggiore capacità e velocità non portano a nulla” sottolinea Wittfrida Mitterer, direttrice del Curatorium per i beni tecnici culturali, che parla anche della “bidonvia” sul Sassolungo: “Il Sarglift della Forcella nacque con dei cesti, è un gioiello della tecnica ideato da Hans Trojer di Lagundo e successivamente ristrutturato da Gianni Marzola nel 1981”. Ma “la funivia è interessante non solo storicamente: ha qualcosa di peculiare, un potenziale che altri impianti non hanno. C’è ad esempio una simbiosi unica con il paesaggio, le cabine si confondono con lo sfondo delle rocce”. Infine l’impianto “ha una bassa capacità” e “perciò ora siamo contrari a un suo potenziamento. Noi proponiamo di mantenerlo, se fosse possibile restaurarlo e corrispondesse ai criteri di sicurezza, altrimenti va smontato riportando il luogo allo stato precedente”. “Il Sudtirolo è già un territorio di funivie. Perciò la domanda è: abbiamo davvero bisogno di nuove funivie veloci e potenti, laddove in zone sensibili come il Sassolungo trovavi una funivia con il cesto, un mezzo estremamente leggero, uno spazio libero?”.

  • Foto: Wikimedia Commons
  • Si osserva anche un aumento del traffico, sottolinea il direttore dell’Heimatpflegeverband Florian Trojer, descrive la situazione nei mesi estivi: “La pressione sui passi dolomitici e su altri passi di montagna è enorme. I passi di montagna altoatesini sono diventati un vero e proprio eldorado per gli appassionati di sport motoristici. Uno spazio senza regole, a costo della sicurezza e della qualità della vita”. Le misure attuate finora sono perciò “insufficienti”: “Si parla sempre di decarbonizzazione, ma mai di riduzione del traffico. Per noi è troppo poco. Chiediamo provvedimenti più concreti rispetto al piano mobilità: aumentare i controlli sulla velocità e sul rumore, chiudere temporaneamente i passi al traffico individuale motorizzato, rendere più attrattiva la mobilità sostenibile con un rafforzamento massiccio dei collegamenti”. “In Val Pusteria vediamo ancora nuove infrastrutture stradali per le Olimpiadi: aumentano la velocità, la capacità, e il traffico”, fa notare Trojer. Josef Oberhofer, presidente del Dachverband, è preoccupato per gli effetti del cambiamento climatico: “Gli ecosistemi altamente sensibili di queste regioni devono essere preservati”, afferma. “In questo contesto, alcuni ‘insaziabili’ che vogliono continuare a fare affari a spese della natura, dell'ambiente e della popolazione”.

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Christian I Di., 03.10.2023 - 13:57

Assolutamente d'accordo con questo articolo e mi chiedo cosa la politica aspetti a intervenire! Per quello che mi riguarda sottolineo soprattutto il passaggio: "... un vero e proprio eldorado per gli appassionati di sport motoristici. Uno spazio senza regole, a costo della sicurezza e della qualità della vita", problema molto sentito dalla popolazione locale e che non riguarda solo i passi di montagna ma tutto l'Alto Adige! Ridateci la qualità di vita!

Di., 03.10.2023 - 13:57 Permalink