Più colpiti degli italiani

Gli stranieri soffrono la crisi economica più degli italiani; ad attestarlo l’Istat nel rapporto “L’integrazione degli stranieri e naturalizzati nel mercato del lavoro”, diffuso oggi (28 dicembre). Alcuni dati: dall’inizio della crisi, individuato generalmente nel secondo trimestre 2008, gli stranieri residenti nel nostro paese sono aumentati del 58,8%. Dal 2008 al 2014 il tasso di occupazione della popolazione straniera è calato di 6,3 punti, una contrazione rilevante se paragonata ai -3,3 punti rilevati per gli italiani dalla nascita e ai -3,0 punti dei naturalizzati, ovvero gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza. Nel secondo trimestre del 2014 gli stranieri sono l’8,6% dei residenti tra i 15 e i 74 anni e gli occupati 2,31 milioni. Il 57% degli immigrati nati all’estero è arrivato in Italia per cercare lavoro, il 29,9% afferma di svolgere un lavoro poco qualificato rispetto al titolo di studio conseguito e alle competenze professionali acquisite, stessa cosa dichiara il 23,6% dei naturalizzati e l'11,5% degli italiani.
Il tasso di disoccupazione è aumentato per tutti gli stranieri: si è passati dal 9% del secondo trimestre 2008 al 16,1% dello stesso periodo del 2014, con un gap di 4,4 punti rispetto al tasso degli italiani dalla nascita. Per i naturalizzati il tasso di disoccupazione è passato dal 10,7% al 17,6%, con un gap di 5,9 punti rispetto agli italiani dalla nascita. Fra le comunità più colpite quella marocchina (tasso di occupazione a - 17 punti) e quella bengalese (-10 punti). A seguire indiani, albanesi e rumeni. I più dinamici nelle attività imprenditoriali sono i cinesi: il 43,4% delle donne e il 45,4% degli uomini occupati si è messo in proprio. In generale chi ha una storia migratoria di lungo corso in Italia ha più facilmente intrapreso un’attività autonoma, come ad esempio i marocchini (18,7%) e gli albanesi (15,8%), rispettivamente la terza e la seconda cittadinanza straniera più presente sul territorio nazionale. Fra gli ostacoli per trovare lavoro (o un lavoro adeguato) segnalati dagli intervistati c’è il fatto di non essere italiano dalla nascita (36,2% degli stranieri e 22% dei naturalizzati); la scarsa conoscenza della lingua italiana (33,8%), il mancato riconoscimento del titolo di studio conseguito all'estero (22,3%) e i motivi socio-culturali (21,1%).
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