È morto Albert Mayr
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All'età di 80 anni è morto il compositore Albert Mayr, figlio del beato Josef Mayr-Nusser, che perdette la vita per non avere obbedito ai nazisti. Viveva e lavorava a Firenze. Albert Mayr nacque a Bolzano il primo agosto del 1943. Aveva appena un anno quando, nel 1944, suo padre fu arruolato forzatamente delle SS. Josef Mayr-Nusser rifiutò però di giurare fedeltà a Hitler per motivi di coscienza. Fu per questo processato e condannato a morte: imprigionato, fu poi avviato su un treno merci verso il campo di concentramento di Dachau, ma morì il 24 febbraio 1945 a Erlangen, durante il viaggio, per i maltrattamenti subiti, la fame e la sete. Il 18 marzo 2017 il figlio Albert partecipò alla cerimonia di beatificazione in duomo a Bolzano, dove il beato è ora seppellito.
La vitaAlbert Mayr ha studiato composizione prima presso il Conservatorio "Monteverdi" di Bolzano e poi in quello di Firenze, diplomandosi nel 1965. Negli anni Sessanta ha collaborato con Pietro Grossi nello Studio di Fonologia di Firenze, nel 1975 al "Word Soundscape Project" fondato e diretto da Raymond Murray Schafer. Il suo lavoro artistico, teorico e didattico ha come temi principali il paesaggio sonoro e l'estetica del tempo.
"La morte di Albert Mayr mi riempie di tristezza - scrive il compositore, violinista e direttore d'orchestra Marcello Fera - il suo modo di pensare e di praticare la musica, così profondamente etico, ecologico addirittura, costituisce un grande patrimonio, una chiave straordinariamente intelligente per relazionarsi col mondo attraverso tempo e suono. Spesso ignorato, incompreso, sottovalutato, spero vivamente che almeno in sua memoria il suo lavoro venga studiato e valorizzato come merita".
Mayr è stato autore di composizioni di musica digitale ed elettronica, vocale, elettroacustica, strumentali e in mixed media come di performance, opere visive, opere con suoni e rumori ambientali, azioni e installazioni sonore, partiture pubbliche, film e MailArt. Ha pubblicato diversi scritti sulla musica elettroacustica, ambientale e speculativa, sulla musicoterapia e sull’ecologia acustica.
Spiccano i suoi testi e le sue teorizzazioni sulla necessità di ripensare il nostro rapporto con il tempo, al di là del suo ruolo all’interno della musica. Al centro del suo lavoro si trovano un concetto di musica in cui la vita quotidiana e i suoi suoni giocano un ruolo importante. La sua poetica si basava sul “design del tempo”: da un lato, lo sviluppo di “time tabeling” – cioè la creazione di piani orari o di tempo – come disciplina creativa. Dall’altro, la percezione dei suoni di un ambiente spaziale concreto: le loro ripetizioni, pause, sovrapposizioni. Mayr interpretava così la struttura temporale come musica ed estraeva qualità estetiche dai suoni che vi ritrova.
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