Politik | Regione

Solo uno su tre sceglie Pensplan

Solo il 30% dei consiglieri regionali versano a Pensplan i contributi pensionistici integrativi — pagati coi fondi della Regione. La CGIL è favorevole all'obbligatorietà.
Foppa, Consiglio regionale
Foto: SALTO/Val
  • Solo il 30% dei consiglieri regionali del Trentino Alto Adige ha scelto il fondo regionale “Pensplan” come proprio sistema previdenziale integrativo. Nel momento in cui si pensa di riportare le pensioni dei politici in capo all'ente Regione per sottrarla ai fondi privati — SALTO ha ospitato l’intervista al presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher che ha firmato un contestato ddl in proposito — emerge questo dato sorprendente, a detta dello stesso presidente di Pensplan Matteo Migazzi, interpellato dal T Quotidiano: “Sono sorpreso. Non immaginavo questi numeri”. Migazzi, però, di fronte all’idea che che non sia giusto finanziare un fondo privato da parte di un ente pubblico sottolinea l’importanza di “non demonizzare la previdenza complementare” tutt’al più dato il caso particolare di una legge regionale che obbliga i consiglieri a versare su un fondo di previdenza complementare sia la parte obbligatoria sia quella appunto complementare.

    Il segretario della Cgil trentina Andrea Grosselli si dice favorevole alla proposta — avanzata dall’ex deputata e membro del Cda INPS Luisa Gnecchi — di obbligare i consiglieri al versamento su uno dei fondi regionali del sistema di previdenza integrativa Pensplan e reputa “incomprensibile” che appena il 30 per cento delle consigliere e dei consiglieri scelga Pensplan “adottato con lungimiranza proprio dalla Regione”. Regione che ora pensa di superare questo sistema.