Kultur | GO!2025

Luoghi, persone, emozioni

Scoprire i drammi, le ricchezze e le nuove speranze di un confine: quello del Nordest italiano.
O, a seconda del punto di vista, del Nordovest sloveno.
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  • GO!2025, Gorizia-Nova Gorica, Capitale Europea della Cultura: perché non andare a scoprirla? Una sana curiosità, ancor più per chi parte da un territorio altrettanto plurale come l’Alto Adige/Südtirol. Il confine Nord-Est dell’Italia, in questo caso quello che va da Trieste a Gorizia, è un territorio tanto citato, quanto superficialmente conosciuto. Ai riferimenti storici dei programmi delle scuole italiane, si sovrappongono ora le promozioni turistiche per il meraviglioso mare e per il suo entroterra, ma della storia di questo confine se ne sa poco. Tantomeno se ne sa delle differenti storie vissute in quei luoghi, patrimonio delle persone e delle famiglie che vi abitano. Proprio con loro, con i loro racconti e percezioni si è snodato il viaggio del nostro gruppo “misto” per madrelingua, tedesca, italiana e ladina, e per differenti tradizioni culturali. L’impatto delle visite e degli incontri è stato forte: ci si è resi conto di quanto poco si conosca questa realtà così complessa e e di quante diversità siano presenti fianco a fianco sul confine Nordest. Si rimane colpiti dai racconti delle persone con la loro intensa partecipazione alle vicende del territorio e dalla passione sincera con la la quale lo vivono. Spesso ci parlano delle ferite che la storia ha inferto loro e che rimangono difficili da rimarginare. Ci ha colpito, tra gli altri, il fenomeno dello spaesamento psicologico di molti singoli alle prese coi nuovi confini, così come di una certa diffidenza ereditaria verso gli appartenenti allo Stato nemico di un tempo. Le diverse nostalgie e la difficoltà a rielaborarle. Ci hanno colpito i luoghi simbolo delle atrocità delle politiche del ‘900: la Sinagoga ed il ghetto di una città (Gorizia) dove gli ebrei non ci sono più, il Narodni Dom, casa della cultura slovena a Trieste incendiata nel 1920, le testimonianze delle sofferenze dell’esodo di massa dall’Istria e dalla Dalmazia. Case, piazze, cimiteri, campagne tagliate inesorabilmente dai confini decisi dalle guerre, luoghi e persone, ricordi dell’infanzia, intrecci famigliari transnazionali, odonomastiche sovrapposte, cognomi che cambiano in funzione della stagione storica, i luoghi cosmopoliti mutilati dal nazionalismo. L’utilizzo ambivalente (per noi) di termini Patrioti, Traditori, Martiri, Partigiani, Vittime, Aggressori, Fascisti, Comunisti. La Storia come caleidoscopio in movimento a pendolo che ha raggiunto però l’importante traguardo del processo di unificazione europea. L’adesione alla UE della Slovenia indipendente, il Trattato di Schengen, l’Euro, ed ora la scelta di Nova Gorica (in Slovenia) e di Gorizia (in Italia) come Capitale (congiunta) della Cultura Europea sono segni di speranza per il futuro di convivenza sul confine Nordest. E’ presto per dire se la Storia di quei territori sia definitivamente a lieto fine – un secolo sembra niente da quelle parti – ,ma ci sono tante microstorie personali e famigliari che ci incoraggiano e crederlo. Il contadino con la casa in Italia e la adiacente campagna in Slovenia continua a lavorare producendo ottimo vino, i bambini continuano ad incontrarsi nelle “scuolette” delle aree minoritarie, la pista ciclabile sul confine amata e frequentata da viaggiatori in esplorazione di questo meraviglioso territorio. Dai, ché questa volta, la Convivenza può vincere!

    Alberto Stenico, gruppo Manifest/2019 (www.manifesto2019.wordpress.com)
    viaggio organizzato in collaborazione con l’associazione Viaggiare i Balcani (www.viaggiareibalcani.it)