Gesellschaft | Salute e agricoltura

I fitofarmaci sono un pericolo per la salute?

La Provincia ha commissionato al centro Laimburg uno studio sulla pericolosità di fitofarmaci e pesticidi per la salute dei cittadini e dell'ambiente in cui vivono. Tra rassicurazioni e scetticismo.
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Foto: Othamr Seehauser

Ogni anno in Alto Adige vengono utilizzati oltre 2 milioni di chilogrammi fra pesticidi e fitofarmaci per l'agricoltura, che sono prodotti chimici, anche se analizzati con cura in fase sperimentale. Ma le rassicurazioni scientifiche non bastano, e tra la popolazione c'è un sentimento diffuso di diffidenza e insicurezza: quanto male fanno questi prodotti alla nostra salute?

Lo studio

E' certamente vero che ogni prodotto viene testato e analizzato prima di essere messo in commercio, e deve anche passare una serie di test previsti dalla Comunità Europea affinché sia possibile utilizzarli in agricoltura. Però la diffidenza rimane, e quindi la Provincia ha deciso di incaricare il centro Laimburg, in collaborazione con il Servizio di medicina ambientale dell'Azienda sanitaria provinciale, di verificare gli effetti che questi prodotti chimici hanno sulla nostra salute. "Scopo di questo studio è quello di dipanare eventuali dubbi in merito all'utilizzo dei fitofarmaci" commenta il direttore del centro Michael Oberhuber "vogliamo dare una rassicurazione alla popolazione". 

Lo studio, dopo numerosi incontri programmatici avvenuti nei mesi passati, avrà inizio nei prossimi mesi, e vedrà i ricercatori del centro impegnati fino al 2015. Due le fasi principali: in un primo momento sarà effettuato una ricerca epidemiologica su tutto il territorio provinciale, seguito da un'analisi comparativa. Questa prenderà in esame lo stato di salute di agricoltori che vivono e lavorano nelle immediate vicinanze dei frutteti con quello di chi vive più lontano o vicino a centri di agricoltura biologica. "Lo studio epidemiologico sarà invece più generale" ha chiarito Oberhuber, "e ci permetterà di individuare eventuali aree critiche del territorio provinciale, nonché di verificare se i timori della popolazione siano o meno fondati". 

Le conseguenze

Se dovessero emergere dei dubbi, come la correlazione tra la presenza di fitofarmaci e cancro - uno dei punti chiave dello studio che verrà condotto nei prossimi mesi dal centro Laimburg -, allora si dovrà reagire. "Non è compito della Provincia vietare l'utilizzo di determinate sostanze, ma studi scientifici come quello che ci apprestiamo a fare sono alla base delle legislazioni europee". Se dovesse apparire qualche correlazione tra prodotti fitosanitari e malattie per la popolazione, allora starà al legislatore europeo intervenire. Comunque il direttore Oberhuber si dice ottimista: "Non possiamo negare che le cose oggi in Alto Adige vadano molto meglio rispetto agli anni '50 e '60, grazie anche all'introduzione della lotta integrata. Oggi qui tutte le coltivazioni sono o biologiche o a lotta integrata".

I dubbi degli ambientalisti

Lotta integrata in merito alla quale non è altrettanto ottimista l rappresentante del WWF locale Luigi Mariotti. "E' solo fumo negli occhi perché anche lì si usano molte sostanze chimiche il cui effetto combinato è spesso sconosciuto". Uno dei punti critici dell'utilizzo dei fitofarmaci è il fatto che vengono sì testati individualmente, ma spesso non si sa come reagiscano in azione combinata. In generale la decisione della Giunta non convince Mariotti: "Si tratta di una scelta politica per prendere tempo e tenere tranquilla l'opinione pubblica. Certo questo studio potrebbe essere realizzato con tutti i crismi del caso ed essere veramente valido da un punto di vista scientifico. Possiamo solo aspettare i risultati."

Da anni si usano le sostanze chimiche in agricoltura e i loro effetti nocivi sull'ambiente sono ormai conosciuti. Uno dei problemi maggiori è collegato alla biodiversità: i prodotti fitosanitari non sono selettivi e quindi, ad esempio un insetticida, non si limita ad agire contro un'unica specie, ma ne coinvolge molte altre impoverendo così l'habitat naturale. S ulla carta le conseguenze sulla salute non dovrebbero essere pericolose, ma alcune situazioni danno da pensare. Ad esempio nel vicino comune di Malosco, in Trentino, il TAR di Trento ha respinto il ricorso di alcuni grandi melicoltori che rifiutavano il rigido regolamento anti-pesticidi introdotto dal Comune. Se un Tribunale impone una sentenza di questo genere, il cittadino consapevole qualche domanda sui pesticidi potrebbe porsela.

Rimane il fatto che di rischi per la salute si parla poco. Ma perché? "Perché non si può rovinare la bella immagine pulita del nostro territorio, e perché da un punto di vista di marketing questa è una strategia vincente" risponde Mariotti, che conclude "finché il consumatore non sarà più attento e consapevole le cose non potranno cambiare."