Come tracciare i contaminanti nell’olio?
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Un sistema IoT per monitorare la filiera dell’olio di oliva attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale per individuare l’eventuale presenza di contaminanti e composti potenzialmente cancerogeni. Quello sviluppato dal Gruppo FOS e presentato a SFSCON, la conferenza internazionale che ha riunito il 10 e 11 novembre al NOI Techpark di Bolzano il ghota del free software, è un esempio di nuove tecnologie applicate al mondo agricolo che consentono di aumentare sicurezza e salubrità dei prodotti Made in Italy. Con un elemento in più: anche nel mondo agritech la filosofia open source, con un approccio aperto e condiviso all’utilizzo delle tecnologie, si dimostra particolarmente efficace per accelerare l’innovazione. Il progetto che coinvolge il Gruppo FOS è sviluppato su base europeo in collaborazione con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), l’azienda di distribuzione di olio Santagata 1907 ed Enginius, società attiva nel campo della blockchain.
«Tutto è nato da un’esigenza specifica, quella di iniziare ad individuare alcuni tipi di contaminanti che fino a pochi anni fa non erano ritenuti presenti negli alimenti» spiega Giovanni Giannotta, project manager del progetto e site manager di Bolzano del Gruppo FOS, Pmi di consulenza e ricerca tecnologica con una vasta esperienza maturata nel settore dell’Agritech. «L’Unione Europea ha commissionato, attraverso l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ricerche in merito, scoprendo che alcuni oli minerali saturi, chiamati MOSH e MOAH, sono presenti in molti cibi. Si tratta di composti chimici presenti nei packaging e nelle plastiche, ma anche prodotti da combustione che vengono rilasciati durante il processo di lavorazione, nel nostro caso delle olive».
MOSH e MOAH sono le abbreviazioni di due gruppi di composti chimici presenti negli oli minerali. MOSH sta per Mineral Oil Saturated Hydrocarbons (idrocarburi saturi di oli minerali), mentre MOAH è l'acronimo di Mineral Oil Aromatic Hydrocarbons (idrocarburi aromatici di oli minerali). Nonostante non ci siano al momento prove tossicologiche sufficienti per dimostrare un rischio per la salute degli esseri umani i MOAH sono sospettati di essere cancerogeni: pertanto l’UE ha prescritto di ridurre al minimo i loro livelli negli alimenti. Il progetto di ricerca e sviluppo "TITCO - Tecnologie per l'Individuazione, la tracciabilità e misurabilità dei contaminanti degli oli di oliva", che vede proprio il Gruppo FOS capofila, ha l’obiettivo di trovare e rintracciare la presenza di questi contaminanti negli oli di oliva vergini ed extravergini utilizzando metodi di impronte digitali aperte, open hardware e tecnologie open source di blockchain e AI.
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«Il CNR ha sviluppato una tecnologia che utilizza raggi laser e un’analisi multispettrale che può essere applicata anche ad una singola goccia di olio. Sulla base di questi dati siamo in grado di creare modelli e algoritmi che ci forniscono diverse impronte del prodotto, sia ambientali che ottiche» spiega Giannotta. «L’intelligenza artificiale prende in carico le analisi e determina in quale punto della catena di produzione è avvenuta la contaminazione, aiutando così produttori e agricoltori a tenere sotto controllo ogni fase del processo».
In piena filosofia open source tutti i risultati della ricerca sono aperti e pubblici. Ecco perché, anche per il Gruppo FOS, partecipare ad eventi come SFSCON è un’occasione per condividere i propri progetti con la comunità di sviluppatori, sviluppatrici e designer presenti a Bolzano. «Utilizziamo software e hardware libero per creare piattaforme che mettiamo a disposizione dell’utente finale. Questo aiuta a dare maggiore qualità ai sistemi e a renderli facilmente scalabili. Confrontarci con la comunità del free software è essenziale per noi: per questo siamo da anni supporter di SFSCON e a ogni edizione siamo presenti per condividere i nostri progetti e incontrare nuovi partner» - conclude Giannotta.
SFSCON è stata cofinanziato dall'UE attraverso il progetto FESR 1048 IMPACT.