Politik | Jimmy Milanese

A Bolzano sbarca la macchina della povertà

La Heimat che mangia da McDonald's e compra da H&M.
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Apre McDonald's a Merano, dove chiude Seibstock; il Twenty di Bolzano raddoppia la superficie, mentre Benko vuole trasformare la Stazione di Bolzano in un ennesimo Centro Commerciale; la periferia del Capoluogo si svuota di negozi e i Bar gestiti dai Cinesi col caffè a 1 euro non chiudono mai.

Nei principali centri altoatesini si sta compiendo una piccola rivoluzione, in ritardo di qualche anno rispetto a Milano, Roma o Napoli. Nelle città italiane non c'è più posto per il piccolo negozio di alimentari, per la piccola bottega artigianale, per il commerciante che vende maglie Made in Italy. Lo splendido isolamento etnico e culturale della nostra Heimat non servirà più a nulla, se chi compra ha sempre meno soldi da spendere e chi produce ha sempre più interesse a omogeneizzare il compratore. Un compratore omogeneizzato è un cittadino che va a fare shopping di domenica in un Centro Commerciale dova poi mangia e si guarda un film. E' un consumatore che non ha la minima consapevolezza del fortissimo legame tra le sue abitudini di acquisto e il bombardamento pubblicitario che subisce in TV, quando accende il suo computer, quando utilizza i social network per comunicare, quando riconosce un marchio ignorando la qualità e provenienza del prodotto.

Non ci sono grandi vecchi o teorie del complotto dietro a questo sintetico schema che negli anni duemila, a duemila chilometri da casa nostra, immersi nelle bellezze normanne ci fa esclamare «guarda, anche a Canicattì c'è H&M». Si compra in queste catene e si mangia da H&M non solo perché costa di meno, ma per avere di più: dieci magliette invece di cinque, venti paia di jeans invece di dieci ecc... Eppure, i giorni sono sempre 365, e la settimana è fatta di sette giornate.

Ancora, la colpa non è di qualche multinazionale, di qualche Soros della situazione, o di chi ha fatto i soldi vendendo per 5 euro magliette Made in ChildLand. Invece, è l'essenza stessa del genere umano a dovere essere messa sotto inchiesta: quella che lo porta a tendere verso il di più, quindi, accumulare. Accumulare denaro, ma non solo. Accumulare ricchezza, oggetti, conoscenze, situazioni e perfino cultura, sulla base di un ordine gerarchico che contraddistingue l'imprenditore dal collezionista, e il saggio dal guardaroba di tante donne. Ma è solo modo diverso per preparare la Carbonara, quando sempre di Carbonara si tratta. Un processo intrapsichico imprescindibile alla base della nostra esistenza, quello dell'accumulo compulsivo. Un procedimento che subisce brusche accelerazioni ogni volta in cui siamo immersi nel liquido amniotico del consumismo. Un liquido che si è insinuato perfino nei nostri sogni, se è vero che i ragazzi sognano sempre più le cose rispetto alle persone.

E i risultati? Sono i 35 nuovi lavoratori meranesi di MCDonald's, soddisfatti nonostante un lavoro talmente sottopagato che non saranno in grado di farsi una pizza non surgelata con gli amici. Sono i lavoratori delle nuove catene multinazionali che con poche ore di preavviso devono decidere se lasciare i figli dalla nonna, oppure da soli, perché la macchina della povertà li chiama al lavoro domenicale. E' la nuova generazione di lavoratori poveri, figlia di altri poveri lavoratori, che sbarca il lunario tirando la cinghia sul pane; che non potrà permettersi di comprare una casa, che non andrà oltre a un figlio per coppia, che se dovesse andare male e divorziare dovrà tornare a vivere con mamma, che si ritroverà a comprare da H&M e mangiare costolette di pollo da MCDonald's.

Sono il motore e il carburante stesso della macchina della povertà!     

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Martin B. Mi., 30.12.2015 - 13:56

Wahrlich traurig das wir wenn auch verzögert all die schlechten Entwicklungen der Weltstädte mitmachen. Viel mehr als McDonald's, H&M und ähnliche Ketten zu boykottieren kann ich leider nicht tun, was für mich nicht mal schwer ist.

Mi., 30.12.2015 - 13:56 Permalink