Politik | Sviluppi

Nessuna paura

Heinz Peter Hager: “il referendum non ci spaventa, i cittadini sono dalla nostra”. Il commissario Penta: “informare il più possibile sul progetto”.

Benko, sempre lui. Un abile manovratore, eppure perlopiù invisibile, capace di creare frequente scompiglio - la recente storia insegna - negli scoloriti apparati politici bolzanini. Ora, il fiume carsico del “progetto B” è pronto a tornare in superficie in tutta la sua prevedibile potenza. L’occasione è la probabile decisione da parte del commissario Michele Penta di istituire un referendum, o meglio una consultazione popolare, sul Pru di via Alto Adige. Un’ipotesi fortemente caldeggiata dal presidente della provincia Arno Kompatscher il quale ha ribadito che non è sufficiente la firma di un organo monocratico ma che sarebbe opportuno rinviare il voto al consiglio comunale che si formerà oppure procedere con la consultazione popolare. Consultazione che sembra non impensierire affatto il plenipotenziario Heinz Peter Hager, il quale, sebbene sottolinei che il referendum dal punto di vista giuridico non abbia senso, si dice convinto che i cittadini siano indiscutibilmente a favore del progetto. Intanto il commissario, ancora impegnato nello studio delle carte, fa sapere che per un mese - a partire, sembra, da metà gennaio - la relativa documentazione sarà consultabile online e in Comune e probabilmente anche nelle cinque circoscrizioni. Penta sta inoltre valutando l’eventualità di organizzare un’assemblea per ogni circoscrizione.

“Abbiamo fatto approfondimenti giuridici — riferisce Hager sul Corriere dell’Alto Adige —. A quanto ci risulta, non solo la riapertura della pratica con il 'decreto Spagnolli' dello scorso settembre è legittima, ma l’attuale gestione straordinaria del Comune ha la piena facoltà di portare a termine la pratica. Fatte queste premesse, il referendum non è nemmeno necessario. Tutti gli indicatori, peraltro, dicono che la popolazione di Bolzano è in gran parte favorevole al progetto. Per cui non ci opporremo a eventuali forme di referendum, da cui non potrà che essere confermato tale sentimento”. Gli alfieri della cordata “Emozioni Alto Adige” capitanati da Simone Buratti, nel frattempo, restano fermi sulle loro posizioni: “il referendum è inutile, la procedura è illegittima e Spagnolli non avrebbe dovuto riaprirla, motivo per cui ci siamo rivolti al Tar”. In sintonia i detrattori del progetto di via Alto Adige, i Verdi: “il fatto grave è che tale esito non sia stato ratificato dal segretario generale Antonio Travaglia, che avrebbe dovuto comunicare al gruppo Benko la conclusione negativa dell’iter. Da lì in poi, tutto è illegittimo. Quanto al referendum, le consultazioni vanno fatte con tutti i crismi, altrimenti diventano meri sondaggi privi di valore”, commenta Marialaura Lorenzini, portavoce degli ambientalisti.

Pungente e provocatorio Carlo Vettori (Lega Nord) che se la prende con ecosociali e pentastellati: “non sono forse loro i più grandi sostenitori in Italia ed in particolare in Alto Adige della democrazia diretta? Chiedono trasparenza, ma non si capisce a quale proposito. Quale forma decisionale è più trasparente di un referendum? Sarà mica che gli 'amici' degli ecosociali sono in difficoltà? Sarà mica che hanno paura che l'esito di un referendum non sia quello che auspicano e quindi mettono già le mani avanti?”. Dura la replica di Rudi Rieder (M5S): “quella della Lega, come anche quelle delle correnti legate ai forti poteri di PD e SVP, sono posizioni irresponsabili e orientate solo a interessi di pochi privati. Penso che ad avere paura di un referedum siano proprio i sostenitori del progetto”.